Governo: quale sarà?

Straordinaria analisi su Buon Governo e Cattivo Governo

Secondo Maurizio Martina, segretario del partito democratico, si profila il governo delle contraddizioni e il rischio di una deriva sovranista dannosa. Con forze che al nord hanno predicato ancora 'meno tasse per tutti' e altre che al sud hanno detto 'più sussidi per tutti'. Populismi che non solo si sommano tra loro ma potranno pure moltiplicarsi nella logica sfrenata di una competizione interna quotidiana, sicché sarebbe buona cosa ricordarsi del ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti, Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo, nel Palazzo Pubblico di Siena, 1337-1339, dove nella parte del Buon Governo, la Giustizia presiede con una grande bilancia, sui cui bracci due angeli amministrano premi e punizione. La Giustizia guarda in alto, verso la Sapienza, che la istruisce e la ispira. Sotto vediamo la Concordia, che, seduta ad un banco, tende ai cittadini le corde per muovere i piatti della bilancia della giustizia. Il Buon Governo è protetto dalle tre Virtù Teologali: la Fede, la Speranza e la Carità. È aiutato dalla Temperanza, dalla Magnanimità, dalla Prudenza, dalla Fortezza e dalla Pace e pensa alle ripercussioni delle sue decisioni sul lavoro quotidiano dei cittadini che rappresenta. Il Cattivo Governo è dipinto in maniera speculare a quello del Buon Governo per evidenziare il rapporto tra i due. Il personaggio principale è la Tirannide, al fianco della quale volano l’Avarizia, la Superbia e la Vanagloria. Della sua corte fanno parte il Furore, la Divisione, la Guerra, la Frode, il Tradimento e la Crudeltà. La Giustizia, legata ai suoi piedi, è vegliata da una guardia. La città crolla ed è piena di macerie. I cittadini distruggono piuttosto che costruire. Ci sono omicidi, innocenti vengono arrestati, e le attività economiche sono miserabili. E i due- Salvini e Di Maio, cosa fanno prevedere? Vorrei anche ricordare Platone e Tocqueville, due filosofi sempre utili da rileggere, sono concordi nell’individuare una possibile degenerazione della democrazia qualora nella società ci fosse la presenza di un forte individualismo. Infatti, il greco Platone e l’aristocratico francese Alexis de Tocqueville, nelle rispettive opere La Repubblica(composto nel 390-360 a.C., Edizioni BUR, Rizzoli, 2007) e La Democrazia in America (composto nel 1835, Einaudi Editore, 2006), hanno definito la democrazia in due modi diversi ma convergenti sul pericolo degli eccessi dell’individualismo, sia personali sia di gruppi eletti, che finiscono per non essere rappresentativi della più ampia base sociale che li esprime. Per Platone la democrazia è una delle possibili forme di governo della polis greca. Essa si differenzia dall’aristocrazia, governo dei migliori, dall’oligarchia, governo dei pochi, dalla timocrazia, governo dei forti, e dalla tirannide, governo di un singolo, perché è il governo del popolo in cui ogni individuo è libero. Sembra, però, che la libertà può reputare un criterio auspicabile nella scelta del proprio modo di vita o del proprio governo. Ma seguendo il ragionamento di Socrate e Platone, appare ben presto che la democrazia rischia di trasformarsi in un’anarchia in cui i governanti sono scelti in modo casuale, o comunque poco oculato, e “l’eccesso della libertà, in niente altro sembra convertirsi se non nell’eccesso della servitù, per l’individuo e per lo Stato.” In entrambi i casi è una società caratterizzata da una tendenza dall’individualismo, dall’allontanamento dalla politica e dall’assenza di un senso di partecipazione a tendere all’involuzione democratica. Per quanto il sistema democratico sia un fragile equilibrio, perché esso sopravviva risulta necessario incanalare le tendenze centrifughe dell’individualismo verso un obiettivo comune, rappresentativo di quella collettività di cui la democrazia rimane ad oggi la miglior forma di governo possibile.

Maria de falco Marotta

Maria de falco Marotta
Società