Pacificazione Cuba-USA. Il ruolo della Chiesa Cattolica

L’artefice di questa rinnovata primavera è Papa Francesco

Il  17 dicembre 2014 il Presidente americano Obama dichiarava la fine dell’embargo con Cuba con il ripristino delle normali relazioni diplomatiche.  Non una data qualsiasi ma il giorno del settantottesimo  compleanno di Papa  Francesco: migliore regalo di  Obama al Papa riconosciuto quale vero artefice di questo cambiamento  epocale.  Già nel 1998 la visita di Giovanni Paolo II  e di Benedetto XVI nel 2012  a Cuba e i loro rapporti cordiali con Fidel Castro  avevano messo i primi mattoni per costruire l’edificio della pace.  A distanza di cinquantacinque anni, dal 1960 anno di elezione di Fidel Castro dopo la rivoluzione cubana, con l’instaurarsi della guerra fredda che culminò con la crisi della Baia dei porci dove si sfiorò la guerra atomica tra gli USA e l’URSS con il dispiegamento di navi da guerra e portaerei da entrambe le parti.   Anche in quello periodo buio fu fondamentale il ruolo della Chiesa Cattolica con il radio messaggio di Giovanni XXIII, il Papa che scrisse per primo un’enciclica sulla pace: Pacem in Terris.
Non si può sottacere il ruolo della Chiesa Cattolica nel promuovere la promozione della giustizia sociale dell’uomo integrale nei  Paesi del Sud America superando la  teologia della liberazione, contribuendo allo sviluppo  della democrazia.  Un lavoro svolto  a contatto con il popolo formando  una classe politica attenta ai bisogni dei più poveri.  Non senza il prezzo del sacrificio, del sangue, del martirio. Ricordiamo emblematicamente il sacrificio del  Vescovo Oscar  Romero che sarà proclamato  Beato a 25 anni dalla sua morte a S. Salvador.
Domenica 10 maggio Raoul  Castro, fratello e successore di Fidel  alla guida di Cuba dal 2008, ha incontrato in Vaticano Papa Francesco. A distanza di venticinque anni dallo storico incontro a Roma di Fidel  con Giovanni  Paolo II.   Il suggello dell’opera fondamentale della diplomazia  vaticana per la pacificazione e l’incentivo di rapporti di  sviluppo sociale tra Cuba e gli Stati Uniti.  La visita di Raoul Castro a Papa Francesco induce a due principali riflessioni: 
-il ruolo e l’importanza della Chiesa Cattolica e del suo Magistero nel promuovere nel mondo, con il suo messaggio, non solo un opera spirituale, ma  principi di pace tra i popoli e le Nazioni, e  di sviluppo integrale della persona
-l’influenza  di semi del magistero sociale  e del  Concilio Vaticano II, a distanza di cinquant’anni che continua a mietere i suoi frutti  che crescono senza far rumore dal basso .
L’artefice di questa rinnovata primavera è Papa Francesco, che fa dire a Raoul Castro che grazie alla sua testimonianza potrebbe tornare alla Chiesa Cattolica, con un ritorno alla sue radici essendo stato educato con il fratello Fidel dai Gesuiti.
Papa Francesco che al bambino che gli chiedeva quanti eserciti ha  risponde che la Chiesa non cresce  con i militari ma…con la  Forza dello Spirito Santo.

 

Gianfranco Cucchi
Società