L‘OPERAIO ITALIANO (Amburgo, 1898-1914)

L‘emigrazione italiana, continentale e transoceanica a partire dall‘Unità d‘Italia, rimane un fenomeno sociale, economico e culturale dagli effetti rilevanti e complessi sia nelle aree d‘emigrazione che nei vasti territori che hanno provocato e originato questa emorragia.

L’emigrazione „moderna“ ha radici che affondano nei secoli XVI-XVII, periodo in cui l’asse economico-industriale si sposta verso il Centro e il Nord Europa.

Milioni di alpigiani, contadini, operai e artigiani, donne uomini e bambini, sono costretti ad abbandonare il loro secolare humus culturale e sociale, allontanandosi temporaneamente e definitivamente dai luoghi natali, mettendo a nudo tutti quegli elementi frenanti e decelaranti all‘interno dell‘universo italiano, facendo scoprire nelle aree d‘emigrazione la nascita di fenomeni sociali, culturali ed economici di grande rilievo.

Sul finire del 1800, per gli emigranti transoceanici ed europei, grande fu la tensione all‘organizzazione, al bisogno di unirsi non solamente per salvaguardare la propria identità e cultura originale, o sfuggire all‘assimilazione, ma soprattutto per conoscere e proteggere i propri diritti.

La nascita e lo sviluppo dell‘associazionismo, la crescita del sindacalismo, le lotte politiche a difesa dei propri diritti e che abbracciano l‘orario di lavoro, l‘igiene, il vitto, il pacifismo e l‘opposizione a quel capitalismo che si sta avviando alla catastrofe della prima guerra mondiale, è un momento della storia dell‘emigrazione moderna e contemporanea ancora poco studiato.

Il 1898 vede, nell‘area di lingua e cultura tedesca, la nascita di un periodico che ci aiuta a far luce sullo sforzo diretto ad una organizzazione delle forze e tensioni degli emigranti italiani. L‘Operaio Italiano, giornale dei Liberi Sindacati tedeschi, opera un‘incessante azione didascalica, educativa, di riferimento e anche di polemica, quasi mai fine a se stessa, con quelle forze politiche ed economiche che dall‘emigrazione traggono i maggiori profitti.

La ricchezza de L‘Operaio Italiano è nella sua più che decennale testimonianza e impegno, in favore degli immigrati italiani e per la costituzione di una forza operaia unita, di un‘integrazione da compiersi sul posto di lavoro prima che altrove.

Con L‘Operaio Italiano si riscontra che l‘emigrazione non è un fenomeno di esclusiva natura socio-economica, esso si ripercuote „attivamente sui modi di vita, sulla cultura, sulle concezioni politiche delle popolazioni sradicate dalle loro terre: accanto alle inevitabili conseguenze negative che un così imponente movimento di persone ha portato…, va tuttavia rilevato un dato significativo: la necessità di emigrare ha permesso che masse di uomini fossero strappate, sia pur a prezzo di dolorose lacerazioni, dal secolare isolamento…, le ha poste in contatto con la moderna civiltà industriale, con una società nuova e pervasa da fermenti libertari, con una più moderna e consapevole visione dell‘uomo come individuo capace di prendere atto dei propri diritti…“

La monografia de L‘Operaio Italiano è l’unico studio del genere in Italia (e in Germania).

Nella prima parte si mettono in luce alcuni dei contenuti del periodico, estrapolando interventi per offrire nel modo più diretto e completo la migliore documentazione.

Tra i temi scelti:

- Il fenomeno de L‘Operaio Italiano

- Immigrati italiani nei Liberi Sindacati tedeschi

- Contenuti, messaggi e rubriche

- Il linguaggio de L‘Operaio Italiano

- L‘Operaio Italiano e l‘altra stampa d‘emigrazione

- L‘Operaio Italiano e i suoi lettori

- Rapporti tra L‘Operaio Italiano e la stampa italiana d‘emigrazione nell‘area di cultura tedesca

- Immigrati italiani nell‘area tedesca (fine Ottocento-1914)

- Il problema degli alloggi

- Italiani immigrati e criminalità

- L‘inferno dei lavoratori

- Il buon cuore di padron Krupp

- Campagna contro l‘alcolismo

- Interventi per l‘istruzione e contro l‘analfabetismo

- Il pacifismo

Nella seconda parte sono riportati gli interventi apparsi su L‘Operaio Italiano relativi alle campagne di propaganda e informazione tenute nei mesi invernali in molti paesi e città lombarde. Tra le città e le aree:

Varese (e provincia, 1912); Como (e provincia, 1912); Brescia (e provincia, 1912); Bergamo (e provincia, 1912); la Valtellina (1912); Lecco (e provincia, 1913); Brescia (e provincia, 1913); Val Camonica (1913); il Gallaratese (1913); il Varesotto (1913); il tutto è completato da una relazione dell‘Ufficio Emigrazione di Bergamo (1913) e da una relazione riassuntiva delle campagne per il 1914. Le altre regioni interessate sono: Piemonte, Friuli, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria.

Daniele Marconcini

Daniele Marconcini
Società