Crisi, non solo economica. Meno nati. Più morti
La demografia e' quella scienza che riguarda i flussi di popolazione all'interno di una determinato Stato . Essa si basa sui numeri come la natalita', la mortalita' la speranza di vita.
Indicatori che rilevano lo stato di salute di una comunita'. In Italia l'Istat e' l'ente che certifica questi dati che vengono pubblicati annualmente.
Nel 2015 la popolazione residente in Italia è diminuita di 175 mila unita': non accadeva da un secolo, dalla guerra 15-18. La speranza di vita dopo anni di crescita si 'e ridotta anche se di poco dopo un trend positivo.( da 80, 3 a 80,1 anni nel maschio e dal 85 a 84,7 nella femmine)
La contrazione cosi' significativa del numero di abitanti e' dovuta a due principali fattori: il notevole aumento della mortalita e la riduzione progressiva delle nascite.
Nel 2015 si sono registrati 54 mila decessi in piu' (+ 9,1 % rispetto al 2014) pari al 10,7 per mille abitanti : e' dai tempi della seconda guerra mondiale che non si registrava un incremento cosi' significativo di mortalita'
Le cause sono molteplici : il progressivo invecchiamento della popolazione, il posticipo delle morti non avvenute nel biennio 2013.2014, piu' favorevole a carico delle classi di eta' piu' avanzate dai 75 ai 94 anni, e non ultima la crisi economica e sociale .
Le nascite sono in caduta libera con 488 mila nuovi nati nel 2015 ( -15 mila ) pari ad un tasso di 8 per mille abitanti.
Negli anni sessanta le nascite superavano il milione . Il tasso di fecondita' per donna e' di 1,38 figli che ci colloca al 175° posto nel mondo (1,89 in Francia).
Per completare il quadro dei flussi demografici a fronte di 35 mila unita' di nuovi residente stranieri dobbiamo registrare 100 mila cancellazioni di Italiani trasferiti all'estero.
Se i flussi demografici attestano lo stato economico e sociale di una comunita' nazionale questi dati esprimono con i numeri lo stato di crisi socio economica dell'Italia di oggi
. Una societa' che si sta impoverendo con un invecchiamento progressivo ( il 22 per cento della popolazione ha piu' di 65 anni).
L'immagine della piramide rovesciata esprime bene l'idea: alla base molti nonni e all'apice pochi nipoti..
L'aumento della natalita' costituisce un elemento di sicuro sviluppo economico e puo’ essere supportato da politiche famigliari adeguate.
E' auspicabile invertire la tendenza, il declino della nostra societa' con problematiche sociali che gia' oggi sono importanti e potrebbero essere dirompenti nel futuro immediato.
Una politica lungimirante pensa e promuove la famiglia con la possibilita' di generare figli.
Fin'ora si parla tanto di politiche di sostegno ala famiglia ma i risultati sono scarsi : pannicelli caldi.
Dopo la maratona parlamentare sulle unioni civili è giunto il momento che la classe politica italiana dedichi almeno la stessa attenzione alle politiche di sostegno alla famiglia.
E 'da molti anni che si sprecano tante parole sull'argomento ma i risultati sono scarsi.
Due temi potrebbero essere decisivi:
-.l'implementazione del quoziente famigliare con una tassazione proporzionata ai componenti il nucleo famigliare compresi i figli a carico
-la concessione ai genitori della possibilita' di esprimere un voto anche per i figli minorenni per dare maggiore peso politico alla famiglia.
Altri temi possono contribuire come quello del Welfare aziendale per il sostegno alle mamme lavoratrici.
Oggi la chiave del rilancio dell’economia è lo sviluppo e sicuramente un aumento della natalita’ è un tassello importante.
E non bastano gli interventi di Draghi e della Bce se il governo italiano non si assume la responsabilita’ di favorire la crescita con aiuti concreti alle famiglie.