"MICHAEL CLAYTON", OVVERO L’AFFASCINANTE GEORGE CLOONEY

Lui è il bello. Quello che dice ad ogni donna- vecchia, brutta, storta- che incontra sulla sua strada: “Tu sei l’unica donna per me- Fatta apposta per me”- Con quei suoi occhioni neri che fanno sciogliere il ghiaccio del suo ultimo spot della Martini( ma ce ne saranno altri, attendete con fiducia) e cadere ai suoi piedi le belle, anche se- pare- la sua ultimissima fiamma sia piuttosto una racchia. Quando lui si presenta le folle femminili impazziscono, così George- che è anche un buon business man, con poche parole dolci e uno sguardo carezzevole, si conquista le folle e si compra Como e dintorni. Tra non molto, sarà lui il “padrone” d’Italia( cominciassero a corteggiarlo i vari partiti, perché, tuttosommato, è uno che ci sa fare).

Il Film

Michael Clayton

Titolo originale: Michael Clayton

Nazione: U.S.A.

Anno: 2006

Genere: Thriller, Drammatico

Durata: 119'

Regia: Tony Gilroy

Sito ufficiale: www.michaelclayton.co

Cast: George Clooney, Sydney Pollack, Tilda Swinton, Tom Wilkinson

Produzione: Castle Rock Entertainment, Mirage Enterprises, Section Eight Ltd.

Distribuzione: Medusa

Data di uscita: Venezia 2007

5 Ottobre 2007 (cinema)

Trama:

Michael Clayton (George Clooney) è un "faccendiere" che lavora presso uno dei più importanti studi legali di New York. Prendendo ordini dal co- fondatore dello studio, Marty Bach (Sydney Pollack), Clayton, eIX pubblico ministero nato in una famiglia di poliziotti, sbriga gli affari più sporchi dello studio Kenner, Bach & Ledeen cercando di rimediare ai guai commessi dai suoi facoltosi clienti, occupandosi di casi di omissione di soccorso, diffamazioni a mezzo stampa, mogli dedite a piccoli furti e politici disonesti. Pur essendo stufo del suo lavoro, Clayton è legato a doppio filo a Kenner, Bach & Ledeen perché il divorzio, la passione per il gioco d'azzardo e un'avventura imprenditoriale finita male gli hanno fatto accumulare una montagna di debiti. Al contempo, Karen Crowder (Tilda Swinton) capo dell'ufficio legale della U/North, società che opera nel settore dei prodotti chimici per l'agricoltura, si sta giocando la carriera sull'esito di una "class action" nella quale la sua società viene difesa dallo studio di Clayton. Ormai sembra che l'esito del processo sia scontato - con una vittoria della U/North, - ma all'improvviso l'avvocato civilista di punta della Kenner, Bach & Ledeen, il brillante Arthur Edens (Tom Wilkinson), ha un crollo psicologico che lo porta a sabotare l'intera causa minacciando di ribaltarne l'esito. A quel punto, toccherà a Michael Clayton tentare di risolvere un disastro senza precedenti e nel farlo sarà costretto a fare i conti con ciò che è diventato.

La regia è asciutta, senza fronzoli, i toni sono scuri e cupi, e questo ci sta bene con il genere. Il fatto poi di ambientare la storia a New York, la città che più rappresenta gli avvocati per la sua frenesia, il suo cinismo e la sua versatilità, è una carta vincente.

Alla fine la domanda che ci si pone è: ma "Michael Clayton" è un thriller, una denuncia alla categoria, o un'analisi interiore sull'integrità umana. Certo la risposta potrebbe essere, tutte le cose insieme…. Ciascuno troverà la sua risposta. Andiamo, con George si trova, eccome!

Domande & Risposte

George, Chi è esattamente Michael Clayton?

E' un uomo che ha usato tutte le opzioni, e per questo si trova intrappolato. Proprio per questo mi ha interessato.

Si può definire questo un film sul disorientamento etico e morale della società americana di oggi?

Ciò credo corrisponda al vero. Il film è la denuncia e l'analisi del disorientamento etico e morale.

Questo è anche un film di denuncia sulle multinazionali, lei come si pone di fronte a questo argomento?

Non è facile emettere un giudizio sulle multinazionali. Sicuramente sono narcisiste, si vendono troppo, mentono, non so se ci sia una parola che le possa definire, ma sicuramente più interessante è analizzare le persone che rimangono intrappolate in questi meccanismi.

Lei si sente in linea con il personaggio che in questo film ha una crisi di coscienza nei confronti di una multinazionale. Come concilia il fatto di essere il testimonial di Nespresso, il prodotto della Nestlè che è una delle multinazionali più boicottate al mondo?

Io non sono il testimonial della Nestlè, ma di espresso……bisogna pur trovare il modo di guadagnarsi da vivere….Non ho risposta, questa domanda è irritante e non le risponderò(e già, con tutti gli euro che gli danno!).

In questo film lei è il risolutore che toglie dai guai persone non proprio pulite, lei cosa ne pensa?

Sembra una cosa ambigua, ma nel mio paese si cerca di difendere tutti incondizionatamente, anche i colpevoli, quelli che sono al limite, e ammiro le persone che dicono: "io difendo Saddam Hussein". Hanno coraggio, io non lo farei per questo è ammirevole (e ti credo. Le multinazionali per le quali presta il suo bel viso, così tranquillizzante, così “pulito, non gli darebbero i tanti milioni di dollari ed €uro, ahimé).

George , ha mai pensato ad una conclusione diversa del film?

Si il finale poteva essere diverso, più pessimistico, ma quando si legge un'ottima sceneggiatura si vuole recitarla così come è e non si vuole cambiarla. Certo a volte bisogna salvarsi l'anima, ma non mi sembra che il finale sia stato fatto apposta perché il film si possa vendere( abbi fede, con la tua faccia si venderà, eccome!).

Perché ha cofinanziato questo film?

Io non ho finanziato il film, certo, non sono stato pagato, ma non ho messo soldi, questo si chiama rimetterci dei soldi. Quando si arriva ad un certo punto della carriera si pensa che sia tutto più facile, che ci si possa scegliere le sceneggiature, ma poi alla fine ce ne sono veramente poche e questa era una di quelle.

Come definirebbe questo film?

George Clooney: Un giallo…un network…non so come descrivere, non riesco a dare una definizione unica…..è un bel film! (e ti credo: c’è lui l’amato ed inseguito dalle donne di tutto il mondo. Ma è tutta una farsa. Lui si sceglie la brutta, per compagna. Ed ha ragione).

Maria & Antonio de Falco – Elisa - Enrico Marotta

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