"DIO NON E' MORTO- L'ALTRO VOLTO DI FRANCESCO GUCCINI"
Il grande Don Backy (cantante, attore, compositore di colonne sonore), è l’autore della prefazione del nuovo libro del giornalista scrittore Giancarlo Padula, noto ai nostri lettori, "DIO NON E' MORTO- L'ALTRO VOLTO DI FRANCESCO GUCCINI" (Bastogi Editore),
LA PREFAZIONE DI DON BACKY *
Mai avrei pensato di potermi scoprire "somigliante" al Guccini da lei raccontato, non fosse che dal punto di vista caratteriale.
Alcuni anni fa, lessi il suo "Croniche Epafaniche". In quel caso, avrei voluto telefonargli per dirgli quanto quel suo mondo d'infanzia, somigliasse al mio, di quanto mi avesse affascinato il suo modo di narrare e mi fosse - ovviamente - piaciuto. Probabilmente abbiamo all'incirca la stessa età, essendo io del 1939 e avendo quindi attraversato tutto il periodo del conflitto bellico e post. Per questo mi ero ritrovato in quel magico, piccolo mondo antico. Del resto, il desiderio di scriverne e raccontarne (per poter legare a quello in uscita, il periodo precedente della mia storia, elaborando una mia pubblicazione del 1974), è tutt'ora vivo in me, tanto che ci sto lavorando. Non gli telefonai, forse per una sorta di pudica timidezza (che toglie spontaneità), ritenendo di non voler ingenerare negli altri, il "sospetto" di un interesse pro domo mea. Ho certamente sbagliato e chissà che prima o poi non rimedi. Tornando al suo saggio, l'ho trovato assolutamente ben costruito e rivelatore di un persona vera, al di là degli stereotipi che possono essergli stati appiccicati addosso. E poi quel parallelismo tra la sua produzione musicale e gli scritti dei Vangeli o della Bibbia... suvvia, una vera rivelazione inimmaginata (almeno da me). Di sue canzoni - come capita sovente - avevo ascoltato (un po' come accade di solito, piuttosto superficialmente), alcuni suoi brani degli anni '60, peraltro eseguiti da vari artisti e comunque ritenendoli "diversi" dagli schemi consueti nel periodo.
Poi - preso dal vortice del mio lavoro, con colpevole distrazione - me ne ero disinteressato, emarginando il nostro in un contesto stereotipato, assolutamente falso.
Grazie quindi per aver voluto rimuovere quella falsa patina, svelando, lati sconosciuti - ancorchè apprezzabili - di un artista a tutto tondo, senza fronzoli, con solide basi culturali e umane, il quale - fino alla lettura del suo saggio - pensavo appartenesse a "parrocchie" (evidentemente etichettato, o tiratoci per la giacca, come capita alle persone valide), ben definite politicamente.
Sono lieto di constatare, che così non è!
Non so se quanto ho scritto è anche quanto lei si aspettava io scrivessi, certo è, che l'unica cosa di cui non sono mai stato capace, è quella di emettere un giudizio sul lavoro - sempre sacro - degli altri. Queste sono solo le sensazioni emozionali, ricavate - più che dalla sua pur ottima scrittura - dal personaggio, proprio da questa finalmente svelato.
DILUVIO UNIVERSALE
Non rimane che augurarci, un diluvio universale
ed un’arca di salvezza per la gente normale
Solamente in questo modo, si farà piazza pulita
dei simposi sulla fame con la cena servita
E di quei predicatori, con il portafoglio tondo
uccellacci appollaiati sul cadavere del mondo... pazzo mondo
Pioverà sui parassiti, sopra la burocrazia
ergo, fiat voluntas tua, fa che accada e così sia
Pioverà sopra i boiardi ed i giochi di potere
E sul popolo sovrano con le pezze nel sedere
Pioverà sulla giustizia, con due pesi e due misure
pioverà su chi approfitta di bisogni e paure... e paure
Sopra i partiti ed i riciclati, sulla sanità malata
su tangentopoli e sulla fiducia rubata
sopra i segreti di questo Stato, che non si devono sapere
su chi ricatta, perché così si salva il sedere
Su chi getta via miliardi, per comprare un calciatore
su chi finge che sia giusto, mentre mezzo mondo muore
Acqua sulle soffocanti, invivibili città
acqua sulla cosiddetta prima Repubblica e più in là
Sui servizi che non servono, spioni e ribaltoni
Per usare un eufemismo ci hanno rotto i coglioni… quei coglioni
E si salverà soltanto, chi la sua non può mai dirla
senza fare figuracce o passare da pirla
e che finalmente sbotta: “A me non importa un razzo
di quegli utili idioti col messaggio sempre in mezzo
Non è pane il culturame dei più noti cantautori
Con le chiappe stanno al caldo ma (moralisti forforosi che) sculacciano il potere… dei compari”
A un certo punto quella marea, li avrà travolti tutti quanti
e finalmente potremo guardare più avanti
(Don Backy)