L'ANDROGINO? NON È UNA NOVITÀ

Vogliono fare a meno dell'uomo?

Entro dieci anni la scienza potrebbe essere in grado di rendere superfluo il ruolo dei maschi nel processo riproduttivo. Le donne, in altre parole, saranno in grado di avere dei figli per conto proprio. La rivoluzionaria tecnica, allo studio presso l'università di Newcastle upon Tyne, Gran Bretagna, prevede di trasformare le cellule estratte dal midollo spinale in sperma - che verrebbe quindi usato per fecondare gli ovuli.

Il professor Karim Nayernia, secondo quanto riporta il settimanale New Scientist, avrebbe già fatto richiesta alle autorità competenti e sarebbe in grado di iniziare gli esperimenti entro due mesi.

La nuova tecnica permetterebbe la nascita solo di femmine(e ditelo ai cinesi e agli indù e vediamo che succede), poiché allo sperma femminile mancherebbe il cromosoma Y. Uno scenario inquietante, che permetterebbe alle donne di replicarsi, più che di riprodursi.

Il trattamento, oltre che sollevare gravi interrogativi dal punto di vista etico, crea dubbi anche dal punto di vista pratico. Vari ricercatori inglesi, infatti, avvertono del rischio che i bambini nati da tali tecniche possano presentare seri problemi di salute, come è capitato nei topi impiegati nelle sperimentazioni.

La cura dell'infertilità è una corsa a ostacoli globale, ma prima di ricorrere a tecniche assurde , bisognerebbe scoprire le cause dell'infertilità, come per esempio l'età, il fumo o gli stili di vita. Questo tipo di studi non attirerebbero l'attenzione dei media, ma sarebbero in grado di dare alle persone ciò che desiderano davvero: avere dei bambini. E non dimentichiamo che i bambini hanno bisogno sia della figura maschile che di quella femminile. E' terribile pensare che con tanti bambini che muoiono ogni giorno per fame e malattie varie, gli occidentali ora sono attratti da questo altro orrore. Vergogna e vergogna da morire. Però questa dell'androgino è una tentazione ricorrente nella storia dell'umanità. E non solo delle religioni abramitiche (ebraismo-giudaismo- cristianesimo- islamismo)Allora focus su:

All'inizio

Fin dall'inizio della creazione dell'uomo, viene posto il problema della scelta di un aiuto per Adamo: "Non è bene che l'uomo sia solo" dice Dio prima della creazione della donna e, dopo la sua creazione, "Per questo l'uomo deve abbandonare la madre e il padre e unirsi a sua moglie, e divenire una sola carne".

In effetti, con la parola Adamo bisogna intendere non l'uomo singolo, ma l'uomo come unione uomo donna. È questo il motivo per cui la benedizione "Benedetto sii Tu, o Signore Dio nostro re del Mondo creatore di Adam" non viene recitata alla nascita, ma al momento del matrimonio, quando uno degli scopi fondamentali della creazione si realizza.

I primi capitoli della Genesi, che contengono in sintesi tutta la futura storia dell'uomo, costituiscono un continuo richiamo a non lasciarsi andare ad atteggiamenti devianti. Per esempio, Dio mostra ad Adamo i vari animali per vedere se ce n'è qualcuno che possa fare al suo caso, in grado cioè di fargli da compagno e aiuto, ma alla fine arriva alla conclusione che nessuno degli animali può essere un vero partner per l'uomo e crea la donna. L'episodio di Cam che guarda con curiosità la nudità del padre Noè e ne parla ai due fratelli può essere interpretato o come una forma di voyeurismo oppure come un racconto velato di un atto omosessuale. La storia di Sodoma e Gomorra è fin troppo nota per essere ricordata. Meno noto è l'episodio delle figlie di Lot, che unendosi al padre, dopo averlo reso ubriaco, generano Moav e Ammon, consumando così il primo incesto della storia.

Un episodio che merita un'analisi più dettagliata è quello del Diluvio universale e dei suoi antefatti. Alcuni commentatori osservano che, alla base della decisione divina di distruggere l'Umanità, vi sarebbe stata la volontà di eliminare un certo disordine creato dalle unioni di quelli che il testo chiama "i figli di Dio" con "le figlie dell'uomo" (Genesi 6:1-2): per soddisfare i propri istinti, l'uomo aveva deciso di prendere due donne, da destinare una alla prolificazione e l'altra al piacere. In questa storia, un altro importante particolare è la procedura scelta per salvare gli animali, che vengono introdotti a coppie nell'Arca, ma, ciò che stupisce di più, è il fatto che la Torà, accanto all'espressione "maschio e femmina" usa anche per gli animali quella di "l'uomo e sua moglie". Queste parole, che nella Bibbia vengono usate solo per il mondo umano, sembra abbiano qui lo scopo di evidenziare che una delle finalità che si proponeva il diluvio sarebbe stato quello di ricostruire un certo ordine, una certa armonia, non solo nel mondo umano, ma anche in quello animale.

In effetti la ricerca di un ordine all'interno della creazione è una delle preoccupazioni costanti della Genesi e riguarda sia il mondo umano ed animale che quello vegetale: la Terra è chiamata a produrre "germogli, erbe, che facciano seme, alberi da frutto che diano frutti ciascuno della propria specie, contenenti il loro seme". Nel Levitico (19:19) questi comandi diventeranno obblighi morali ed imporranno precisi limiti alla manipolazione della specie: "Osservate le mie leggi: non accoppiare due quadrupedi di specie diversa, non seminare il tuo campo con due specie diverse, ed una stoffa tessuta di due specie diverse, non venga indossata da te".

Il modo con cui si sarebbe passato dall'unità primitiva dell'uomo alla diversificazione uomo-donna è descritto in maniera assai diversa nel mito greco, citato nel Simposio di Platone, e nello Zohar, il testo fondamentale della mistica ebraica.

Il mito parla di esseri umani a due teste, a quattro braccia etc: Zeus, in un momento di ira, li avrebbe divisi in due e ne avrebbe ricucito la pelle. Ognuno di questi nuovi esseri umani, appartenente prima della divisione a un essere androgino o a un essere composto da una coppia omogenea, sarebbe poi stato destinato ad andare alla ricerca della propria metà: gli androgini quindi alla ricerca della propria metà, che sarà di sesso opposto, e gli altri alla ricerca delle persone dello stesso sesso, maschio o femmina che sia.

Lo Zohar (III 4b) presenta la riunificazione di Adamo, che era in origine una persona con due facce con queste parole: "Il Signore lo segò in due, separando il maschio dalla femmina e li mise insieme, così che essi potessero trovarsi faccia a faccia. E quando lei fu unita all'uomo, allora il Signore li benedisse come nel rito matrimoniale".

Le differenze tra lo Zohar e il mito greco appaiano evidenti: lo stato primordiale è soltanto quello androgino e l'unione non è un fatto meramente biologico, ma l'unione solenne di marito e moglie. La versione dello Zohar trae origine dal testo della Torà (Genesi 5:2): "Maschio e femmina li creò. Li benedisse e dette "loro" il nome Adam". Fino al matrimonio sia l'uomo che la donna vengono considerati incompleti in quanto privi della loro "metà": lo Zohar sottolinea che "la Divina presenza si posa solo su un uomo sposato, perché un uomo non sposato è solo la metà di un uomo, e la Divina presenza non si posa sopra ciò che è imperfetto". Secondo il Midrash, Dio stesso avrebbe celebrato il primo matrimonio. Il problema non è tanto, o soltanto, quello della esternazione dell'eterosessualità, quanto piuttosto quello della costituzione della famiglia, che viene nutrita dall'unione sessuale; è la capacità di due esseri della stessa specie di generarne un terzo che li confermi come membri della stessa specie.

Secondo i Maestri, mentre i 365 precetti negativi sarebbero in corrispondenza dei giorni dell'anno solare, i 248 positivi sarebbero paralleli al numero delle membra del corpo umano: l'uomo deve cercare di usare sempre in maniera appropriata le proprie membra, usandole per lo scopo per cui ognuna è stata creata: non è detto che il soddisfacimento di ogni "passione" sia lecito. Nonostante questo chiaro indirizzo, la Halakhà ha sempre affrontato il problema dei rapporti omosessuali, così come di quelli eterosessuali, senza quel senso di curiosità morbosa che generalmente accompagna l'analisi di questioni di questo tipo.

L'importanza che rivestono le mitzvòt(i comandamenti o obblighi morali) collegate con la vita matrimoniale non deve far dimenticare che si tratta pur sempre dì una parte della vita dell'uomo: il mondo delle mitzvòt è strutturato in maniera tale che ogni mitzvà copra in modo specifico una parte della vita dell'uomo, anche se poi a ben illuminarla, restituisce, come un ologramma, tutta l'informazione posseduta. Astenersi dalla vita sessuale, predicando castità e celibato, significa rinunciare a priori ad esprimere una parte della propria personalità. Praticare l'omosessualità costituisce una deviazione da quello che dovrebbe essere l'ordine armonico entro cui deve svolgersi la vita di tutte le creature. L'uomo, che è dotato anche della libera scelta, ha una responsabilità superiore agli altri esseri: deve essere capace di trasformare ogni comportamento, specie quelli in cui è più evidente l'istinto di natura biologica, in un atto sacrale. Chi sa muoversi all'interno della condizione che gli è riservata, ha a disposizione molte strade, che sebbene incomplete, tuttavia, permettono all'uomo di esprimere la propria umanità. Scrive infatti il profeta Isaia (56: 4-5): "Perché così dice il Signore a proposito di coloro che, non sono atti a generare, ma osservano i miei sabati, scelgono quello che a me piace e si mantengono fedeli al mio patto: "Io darò a loro nella mia casa ed entro le mie mura forza e rinomanza, meglio di figli e di figlie; rinomanza eterna che mai perirà darò a ciascuno di loro".

L'Androgino

La creazione del mondo ebbe luogo con la separazione di Adamo ed Eva (o se vogliamo di Shiva e Shakti). La dualità dell'Androgino scisso penetra tutto l'Universo, e ogni individuo porta l'impronta di questa polarità del principio maschile o solare e del principio femminile o lunare. Le polarità riscontrate dalla biologia nell'unione di due cellule germinali - spermatozoo e ovulo - si riferiscono al dualismo.

Questo dualismo della manifestazione creativa si connette alla concezione metafisica dell'Androgino, esposta dalla Kabbalà giudaico- cristiana.

L'Androgino, è l'Uomo Cosmico che ha in sé i due principi dell'Eterno Mascolino e dell'Eterno Femminino. Di esso si accenna nella Bibbia e se ne parla nei commentari esoterici kabbalistici. Lo stato di androginia è spiegato dalle Scritture nel tipico linguaggio della Rivelazione ("Egli lo creò maschio e femmina" -Genesi,I,27).

Nel mito biblico il nome Eva vuol dire "la vita", "la vivente", "madre dei viventi". Per la Tradizione la separazione della donna-vita dal così detto androgino è connessa con la caduta e termina con l'esclusione di Adamo dall'Albero della Vita , affinché questi "non divenga uno di noi (un Dio)" e "non viva in perpetuo" (Genesi,III,22).

Ritroviamo il mito dell'Androgino biblico anche in altre tradizioni: l'egiziana antica, la fenicia, caldea, persiana, ecc. Per esempio nei Dialoghi di Platone con il Convivio (189-193 ca.) il grande Filosofo esoterico greco asserisce che il risanamento dell'Umanità consiste nel ritorno allo stato precedente la caduta per mezzo dell'eros sublimato. Secondo Platone esistette una razza primordiale, "la cui essenza è ormai estinta", razza di esseri dotati di due principi, maschile e femminile. Essi erano straordinari per ardire e forza, e nutrivano in cuore l'aspirazione di attaccare anche gli dei. È il vecchio argomento dei Titani e dei Giganti; è il tema di Prometeo somigliante al mito dell'Eden e di Adamo che tramanda la promessa di "divenire simile agli dèi" (Genesi,III,5).

In Platone gli dèi non folgorano gli esseri androgini, come avevano fatto con i Titani ed i Giganti, bensì li spezzano in due, paralizzandone la potenza, ossessionandoli con il desiderio di riunirsi per ridiventare un solo essere. L'aspirazione alla ricostituzione dello stato primordiale per Platone è data dall'impulso dell'eros.

Il mito dell'Androgino appartiene anche ai testi Vedici, al Tantrismo, e nelle tradizioni esoteriche dell'India l'Androgino si scopre ancora una volta in Shiva- Shakti: Dio nel suo aspetto maschile e femminile. Ma per noi l'Androgino non è Dio, ma Adamo- Kadmon o Adamo- Eva, perché Dio è Dio al di sopra di tutto e di tutti: è il creatore dell'Adamo stesso.

L'Universo, il mondo fenomenico intesi metafisicamente e fisicamente sono l'immaginazione creativa del primo pensatore o ideatore del mondo, cioè l'Adamo invasato dalla brama.

Le onde di vita partirono dall'Androgino o Adamo Kadmon, e con queste ebbe inizio la nascita delle anime, sostanza dello stesso Androgino in conformità al volere dell'Assoluto: "E Dio li benedì e disse loro:- Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela-" (Genesi,I,28). Nelle condizioni di rottura o caduta, nacquero dalla coppia cosmica Adamo- Eva gli spiriti contagiati dallo squilibrio del peccato originale, quindi influenzati dalla presenza spirituale demoniaca. Questi spiriti furono e sono soggetti al processo evolutivo la cui meta è il ritorno allo stato androginico prospettato dalle Scritture cristiane in cui Gesù dice: "Nella risurrezione... tutti sono come angeli di Dio nel cielo" (Matteo,XXII,29).

MISTERI E SIMBOLOGIA DELL'ANDROGINO SACRO

Il termine greco Andrògynos, esprime l'idea di un essere umano, ma la sua commistione tra il sesso maschile e quello femminile non è un'invenzione postmoderna: non ci troviamo infatti al cospetto di un prodotto creato dall'immaginario cyberpunk che ha posto le figure di androidi e cyborg come baluardi degli incerti confini sessuali riscontrabili nell'epoca attuale, quasi icone di una sessualità reinventata e reiventabile all'infinito. La figura dell'androgino si ritrova nelle più antiche culture di tutto il mondo come espressione di interezza e di capacità sovrumane precluse ai comuni mortali. Di nuovo, sotto il sole, c'e' quindi poco o nulla; gli archetipi dunque, ancora una volta si ripropongono sotto nuove forme, magari totalmente private del loro valore sacrale.

L'ERMAFRODITO NELLA CULTURA CLASSICA

La figura androgina più rilevante nella cultura greco-romana è senz'altro quella di Ermafrodito, la cui leggenda ci è stata tramandata da Ovidio nelle "Metamorfosi", secondo cui Ermafrodito, bellissimo giovane figlio di Afrodite, dea dell'amore ed Ermes, divinità tutelare dei commercianti, fu vittima della passione di Salmacide, una ninfa, ovvero una creatura semidivina preposta alla cura di una fonte naturale. Salmacide, preda della passione per Ermafrodito ma da questi respinta, lo avvinse in un abbraccio che unì per sempre i loro corpi in un unico essere bisessuato. Il culto di Ermafrodito, retaggio di antichi culti della fertilità, conobbe una vasta diffusione nel mondo ellenistico a partire dal IV secolo a.C. Numerose sono le statue che lo raffigurano come un giovane dai tratti efebici e dotato di seni, mentre in altre meno conosciute viene rappresentato con il pene eretto, nell'atto di sfuggire l'abbraccio di un Satiro. Vari altri culti nel mondo greco avevano per oggetto figure dall'incerta identità sessuale: a Cipro era venerata una statua di Venere dotata di tutti gli attributi maschili ma abbigliata con vesti di donna, come narrano Levio e Macrobio, mentre in Caria grandi onori venivano tributati ad una statua raffigurante il dio Zeus dotato di ben 6 mammelle. Il filosofo Platone parla diffusamente, nel "Simposio" di un essere umano primigenio, androgino e a forma di uovo o stella. Nell'Ellade l'ideale androgino ha dato vita ad un rituale estremamente cruento: quello della dea Cibele, i cui sacerdoti si autoamputavano i genitali dopo l'esecuzione di una sfrenata danza estatica, con la speranza di raggiungere dopo la morte una condizione bisessuata. Molto interessante a questo propositi è il mito di Agdistis, nato da una goccia di sperma versata da Zeus nell'atto di stuprare Cibele; il fanciullo nacque androgino e venne castrato dagli dei che temevano questa caratteristica peculiare. D'altra parte culti simili trovarono accoliti anche nell'antica Roma: per esempio, Hercules Victor, raffigurante il semidio in abiti femminili. Ma qual era il destino, presso queste popolazione così attratte dal culto per l'ambiguo, per coloro che alla nascita presentavano caratteri ermafroditi? Purtroppo la loro sorte era tra le più atroci. Nel mondo greco romano, come del resto in quasi tutte le culture antiche, l'androginia era prerogativa esclusiva delle divinità e pertanto gli individui bisessuati alla nascita venivano considerati come segnali di sventura e collera divina, quindi messi a morte. Nella antica Roma l'ermafroditismo era considerato una mostruosità che metteva a repentaglio l'ordine universale e umano e i neonati bisessuati venivano bruciati vivi su un rogo di rovi selvatici o annegati, mentre in Grecia venivano "esposti", cioè abbandonati al loro destino o gettati dalle rupi. Infine Virgilio nell'Eneide ci narra la storia dell'indovino Tiresia che riuscì a sperimentare in vita sia la sessualità maschile che quella femminile e fu per questo accecato dalla dea Era.

IN AFRICA

Nel continente africano molte furono e ancora oggi sono le popolazioni che adorano divinità androgine: tra queste i Dogon del Mali, varie tribù sudanesi e i Potok dell'Africa orientale. Tra gli Herero è consuetudine, nei rituali dedicati agli antenati, che i praticanti indossino abiti del sesso opposto. Tali culture ancora oggi esistenti ci hanno tramandato sculture e immagini di divinità ermafrodite dotate di seni e attributi maschili, rappresentanti la fertilità e la congiunzione degli opposti. Eppure anche per queste culture affascinate dall'androginia solo le divinità possono essere bisessuate; tra queste popolazioni è il così estremo terrore della confusione dei generi sessuali a tramandare di generazione in generazione i crudeli riti con cui l'essere umano, per esse bisessuato alla nascita, viene privato dell'elemento appartenente al sesso opposto: nei maschi il prepuzio (asportato con la circoncisione) e il clitoride (visto come un inquietante organo maschile, che viene reciso nel rito cruento dell'infibulazione).

IN INDIA

Nella religione induista, ricchissima di fantasiose leggende, sono molto numerosi i "casi" di mutamenti di sesso. La divinità più rappresentativa in questo senso è Shiva, dio della distruzione e compagno nella Trimurti con Brahama (dio della creazione) e Vishnù (dio della conservazione). Alcune raffigurazioni nei templi di Elefanta ci mostrano Shiva con tratti decisamente androgini, a causa della fusione mistica con la propria sposa Parvati, mentre altre statue ce lo raffigurano con due volti: uno maschile e uno femminile. Del resto Shiva è anche la principale divinità tutelare dei riti tantrici che contemplano la fusione mistica, nell'atto sessuale, dell'uomo con la propria compagna con la creazione di un unico essere perfetto. Il Tantra, una disciplina erotico- mistica molto antica, contemplava l'unione sessuale dell'uomo e della donna a fini di illuminazione spirituale; i miti narrano che una praticante, Amba, si trasformò in un maschio e divenne l'auriga del dio Arjuna. Anche un altro membro della Trimurti, Vishnù, ha transitato spesso da un sesso all'altro: per carpire l'Amrita (il nutrimento degli dei) ai demoni che lo avevano sottratto, si trasformò in una ragazza e Shiva che non lo riconobbe riuscì a sedurlo e addirittura ad ingravidarlo. I danzatori indiani travestiti che recitano per rallegrare matrimoni e altre cerimonie hanno un loro dio protettore, Kumara l'Adolescente, nato dallo sperma di Shiva e in seguito allevato dalle Sette Krittika (le Pleiadi)

IN CINA

Nell'antica Cina furono i maestri taoisti ad introdurre idee affini all'androginia: una pratica nota come "lo spirito dell'abisso" mirava alla creazione di un "embrione femminile" mistico nel ventre dell'iniziato; lo scopo veniva raggiunto con tecniche di visualizzazione del respiro e posizioni analoghe a quelle dello yoga. Il sesso e quindi lo stato derivante dall'unione con la controparte sessuale venivano considerato dai taoisti, analogamente ai maestri del tantra indiano, un veicolo di immortalità e conoscenza, oltre che di androginia, prerogativa comune dei leggendari Otto Immortali dei miti taoisti e del demiurgo taoista, P'an Hu, che dopo la creazione del mondo divenne un ermafrodita che si nutriva dell'essenza del sole e della luna.

NEL MISTICISMO EBRAICO E CRISTIANO DELLE ORIGINI

L'Androgino è senz'altro una delle figure più rilevanti nel misticismo giudaico della Kabbalà, una corrente filosofico- religiosa di cui non si conosce la precisa origine, che si diffuse in Spagna e in Provenza in seguito alla diaspora nel XI e XII secolo. Per i cabalisti fu addirittura Dio a crearsi da se stesso un corpo androgino composto da dieci parti mistiche chiamate Sephirot ("splendori"): questo corpo originale che divenne l'immagine di Dio fu chiamato dai kabbalisti "Adam Kadmon" ovvero Adamo Primordiale, ed in esso erano racchiuse le potenzialità divine suddivise nei dieci archetipi sefirotici. Secondo alcuni kabbalisti l'equilibrio dell'Androgino si spezzò a causa del peccato originale commesso dall'Adamo terrestre (anch'egli androgino). Così l'armonia venne meno e sia l'Adamo celeste che l'Adamo terrestre si divisero nelle due metà femminile e maschile, così come il Male, considerato una proprietà intrinseca della divinità ma inattivo perchè congiunto al Bene, assunse vita e indipendenza determinando la caduta e la cacciata dal Paradiso Terrestre. Anche il testo ebraico originale della Bibbia afferma qualcosa di simile, in esso la creazione della donna avvenne dalla separazione dal lato sinistro del maschio. Del resto il tema della reintegrazione di due esseri in un'unica creatura perfetta è tema di molte speculazioni anche nello gnosticismo, una corrente composta da molti filoni e frammenti eterogenei che si sviluppò nei primi secoli dopo Cristo e assimilò elementi della cultura giudaica, cristiana ed ellenistica. Molte sono nei miti gnostici le figure androgine come Barbelon, la Vergine di Luce nata dall'Ineffabile che esiste dall'eternità, o Ialdabaoth, l'Arconte (governatore cosmico) che ad esso si ribellò e creò il nostro mondo nelle tenebre e nell'ignoranza come atto di supremazia. Il Vangelo di Tommaso, meno incline a speculazioni mitologiche e teosofiche, dispensa un insegnamento che sarebbe stato impartito dallo stesso Cristo: "Quando farete dei due esseri uno...e se farete il maschio e la femmina in uno (perchè il maschio non sia più maschio e la femmina non sia più femmina) entrerete nel Regno dei Cieli". Fondamentale in questo senso era il cosiddetto Crisma della Camera Nuziale, un sacramento matrimoniale che rievocava l'unione di Gesù e Maria Maddalena implicate la ricongiunzione degli opposti. Anche al Cristianesimo delle origini il tema dell'androginia spirituale è molto caro: il tema è stato toccato da Scoto Eurigena, Gregorio Nisseno, Origene e San Giovanni Crisostomo, che hanno paragonato l'uomo toccato dalla redenzione a un angelo e hanno individuato nel matrimonio, quindi nell'unione spirituale dell'uomo e della donna, lo strumento della reintegrazione e del superamento della caduta conseguente al peccato originale. In periodi successivi, quando la Chiesa ebbe già assunto un atteggiamento di condanna verso la sessualità in generale, chiunque osasse proporre simili argomenti correva il rischio di scomunica

Maria de Falco Marotta

Maria de Falco Marotta
Società