Mandela, sarai nel nostro cuore per sempre. L'incontro del 25.IX.2001
Incontrare personalmente Nelson Mandela, anche se non proprio ufficialmente, perché il personale del Luna Baglioni, non permettevano a nessuno di violare la sua privacy (Mandela e sua moglie Graça Simbine Machel erano a Venezia in visita privata il 25 settembre 2001 per ritirare il conferimento della cittadinanza onoraria da parte dell’allora sindaco Paolo Costa che gli aveva assegnato l’onorificenza già il 30 marzo 1987, quando scontava ancora in carcere la condanna all’ergastolo a Robben Island, un isolotto piatto di fronte a Città del Capo tra le alte onde e i forti venti dell’Atlantico, che sarebbe diventato uno dei simboli più eloquenti della ferocia segregazionista di tre secoli di storia sudafricana) fu per me un’impresa faticosissima. Mi appostai e stetti nelle vicinanze dell’albergo non so per quanto tempo. Però - alla fine - lo vidi ed ebbi il coraggio di porgli alcune domande che ora appartengono alla storia perché tante cose sono cambiate con lui, l’uomo più incredibile e pacifico del mondo, colui che ha saputo salvare il suo popolo che ora - sebbene ci siano pasticci di ogni genere ( specie per la sua cospicua eredità), vive senza distinzione di razza: bianchi e neri, tra musiche e canti etnici del Sudafrica.
Sarà difficile che nel nostro tempo apparirà una persona come lui, anche se il suo popolo prega ed è convinto che Dio manderà loro un altro Mandela, che si è saputo distinguere pure per non aver voluto mai dire a quale religione appartenesse (protestanti, cristiani, etnici) per non creare ulteriori inimicizie. Ora tutto il mondo è in lutto per la sua scomparsa, ma quello che ha insegnato con la sua vita, resterà non solo nei libri di storia, ma nel cuore di quanti lo hanno amato per aver creato una comunanza di ideali quasi pazzeschi in quella terra che era il luogo di odii spaventosi.
Viva Mandela, il Dio di tutti ti accolga nelle sue braccia e ti consoli per quanto hai sofferto nella tua vita terrena.