CHAVEZ - "l'arte di vincere la si impara nelle sconfitte"(Bolivar)
Passerella trionfale, applausi scroscianti e standing ovation: per il presidente del Venezuela, Hugo Chavez, è un autentico trionfo il passaggio alla Mostra del Cinema per l'anteprima del film che Oliver Stone nel '99 gli ha dedicato, «South of the border»( Il titolo è ispirato a una canzone di Frank Sinatra). Egli era il "simbolo" dei paesi del Sudamerica considerati dagli USA "non democratici" (come Argentina, Cuba, Venezuela, Paraguay, Brasile e Bolivia) solo in maniera strumentale. La passione che il regista di "Platoon"(Oliver Stone) ha verso personaggi come Chavez è assolutamente primaria, tant'è che nel suo docu non ci sono traccia delle molte proteste contro il presidente. "Chavez - disse allora il regista - "è stato eletto da un voto popolare in ben dodici distinte elezioni. E il Venezuela poi ha avuto con lui un chiaro miglioramento economico". (e culturale, aggiungo io, proprio per la teologia della Liberazione, promossa dai cristiani. Basta vedere anche il toccante film "Mission" di R.Joffè).
"South of the Border"è nato anche "per combattere il livello di stupidità della stampa, un fenomeno questo davvero impressionante". Insomma il sogno che vorrebbe spezzare la politica degli Stati Uniti è, come ha spiegato lo sceneggiatore del documentario, Tariq Ali, "lo stesso di Bolivar, ma non attraverso le armi. Ovvero un'area sudamericana che abbia il suo status, la sua influenza e una moneta unica. Per cinquant'anni questo è stato impossibile anche grazie alla politica del Fondo monetario internazionale". Ogni popolo deve essere libero e governarsi secondo regole di giustizia ed equità tra i suoi abitanti. Nessuno ha bisogno della "badanti", se si sanno regolare le proprie risorse interne e i rapporti amichevoli con gli altri Stati-
E che ci sia in quella grande regione una sorta di laboratorio politico della sinistra in America Latina è una cosa che riconosce anche lo stesso Oliver Stone: "Si è quello che sta accadendo dagli anni Ottanta. Una cosa in qualche modo voluta proprio da Chavez, e non solo, e che si ritrova contro il gigante degli Usa, ma anche le multinazionali(07 settembre 2009, Stampa di la Mostra del cinema di Venezia 1999).
Oggi:
Oliver Stone, Sean Penn e Michael Moore piangono l'amico Chavez( ma anche noi che vogliamo tutti gli Stati liberi di governarsi e non dominati dal FMI). "Piango un grande eroe per la maggior parte del suo popolo... Odiato dalle classi abbienti, Hugo Chavez vivrà sempre nella storia", scrive Stone su Twitter. Invece Sean Penn scrive: "I poveri del mondo perdono un loro campione, io perdo un amico che ho avuto la benedizione di conoscere". Ma tantissimi- credo- piangeranno Hugo Chavez per le sue lotte contro la povertà, per l'arricchimento culturale del suo popolo , tra cui le famose scuole delle musica e tante riforme sociali. Egli - infatti - citava: « Simón Bolívar, padre della nostra Patria e guida della nostra Rivoluzione, giurò di non dare riposo alle sue braccia, né dare riposo alla sua anima, fino a vedere l'America libera. Noi non daremo riposo alle nostre braccia, né riposo alla nostra anima fino a quando non sarà salva l'umanità » (Hugo Chávez, Discorso alla sessione per il 60º anniversario dell'ONU, 15 settembre 2005).
Chi era Hugo Chavez
Hugo Rafael Chávez Frías (Sabaneta, 28 luglio 1954 - Caracas, 5 marzo 2013) è stato un politico un militare venezuelano e presidente del Venezuela dal 1999 alla morte.
Egli promosse la sua visione di socialismo nazionale, integrazione dell'America Latina e anti-imperialismo. Fu inoltre un acceso critico della globalizzazione neoliberista e della politica estera statunitense. La sua particolare filosofia politica è stata denominata chavismo, un'unione di bolivarismo e del socialismo del XXI secolo.
Fondò il Movimento Quinta Repubblica dopo aver organizzato, nel 1992, un fallito colpo di Stato contro l'allora presidente Carlos Andrés Pérez. Eletto presidente nel 1998 grazie alle sue promesse di aiuto per la maggioranza povera della popolazione del Venezuela, fu rieletto nel 2000, nel 2006 e nel 2012. In patria Chávez ha lanciato le Missioni Bolivariane, i cui obiettivi sono quelli di combattere le malattie, l'analfabetismo, la malnutrizione, la povertà e gli altri mali sociali. In politica estera si è mosso contro il Washington consensus sostenendo modelli di sviluppo economico alternativi, richiedendo la cooperazione dei paesi più poveri del mondo, specialmente di quelli sudamericani. I suoi critici gli rimproverano di essere stato un populista autoritario e l'amicizia con alcuni Stati non democratici, come Cuba, e l' Iran, mentre i suoi sostenitori lo considerano un rivoluzionario socialista impegnato per la giustizia sociale, che ha tutelato fine agli ultimi giorni della sua vita. No, Chavez non era proprio un dittatore come era chiamato in Occidente, ma il "padre" del suo popolo che voleva liberare dalla miseria e farlo crescere con la cultura, specie la musica (le famose scuole da cui sono usciti Maestri come Dudemel e Daniel Barenboim) che abbiamo avuto modo di apprezzato anche durante i loro concerti in Italia , come pure alle varie esposizioni della Biennale Mostra di Arti Visive, nel Padiglione del Venezuela.
In quanto alla sua privacy , Chávez è stato sposato due volte, aveva quattro figli (Rosa Virginia, María Gabriela, Hugo Rafael e Rosinés) ai quali ha sempre garantito la massima riservatezza.
Da sempre cattolico praticante, benché seguisse politiche laiche, la sua fede personale, era più vicina alla teologia della liberazione. Durante la Mostra del cinema di Venezia nel 2009 disse:
« I rapporti con la Chiesa sono buoni: c'è qualche vescovo che mi critica, è vero, ma mi piacerebbe andare a trovare il Papa. Vogliamo vivere nel messaggio di Cristo, io sono cristiano e credo che dobbiamo tutti essere come grandi fratelli. Noi veniamo da una grande civiltà: quando non c'era ancora New York, c'erano i calendari maya e aztechi. E la colonizzazione spagnola e portoghese ha ridotto le popolazioni del Sudamerica da 90 milioni a 4 milioni in 200 anni. Una cosa che ha provocato la tratta degli schiavi, così noi siamo figli dell'uno e dell'altro popolo »
Gli piaceva masticare foglie di coca abitualmente sebbene non facesse uso di alcol e non fumasse. Era un appassionato di sport. Purtroppo ha sofferto di un cancro nella regione pelvica, con metastasi al fegato e al midollo spinale. È stato ripetutamente operato in Venezuela e a Cuba, dove si è sottoposto a numerose cure, tra cui chemioterapia e radioterapia. Questo non ha comunque impedito i suoi impegni politici e in occasione della Pasqua 2012, Chavez ha pregato pubblicamente per la propria salute. Ma il male è stato inesorabile ed è morto il 5 marzo 2013.
In 7 anni di governo Chávez il paese si è dichiarato libero dall'analfabetismo e tre milioni di venezuelani sono stati inseriti nell'istruzione primaria, secondaria e universitaria. Diciassette milioni di venezuelani (quasi il 70% della popolazione) ricevono, per la prima volta, assistenza medica e medicinali gratuiti e, in pochi anni, nelle intenzioni governative tutti i venezuelani avranno accesso gratuito all'assistenza medica. Si somministrano più di 1 milione e 700 000 tonnellate di alimenti a prezzi modici a 12 milioni di persone (quasi la metà dei venezuelani), un milione dei quali li ricevano gratuitamente, in forma transitoria. La questione è centrale in un Paese come il Venezuela dove le persone sottonutrite sono cresciute dal 1992 al 2003 del 7%, raggiungendo la cifra di 4,5 milioni. La malnutrizione è scesa dal 14 % al 12 %. La mortalità infantile si è ridotta al 2 %.
Il tasso di disoccupazione è sceso dall'8,9% (2006) al 6,20% (feb 2007) e la popolazione sotto la soglia di povertà è diminuita dal 37,9% (2005) al 23% (2009).Hugo Chavez, aveva molti amici nelle regioni sudamericane, ma anche era seguito con simpatia da parecchi europei( i primi ad affliggere il continente sudamericano con la loro oppressione di "portatori di civiltà") che oggi lo piangono come un amico della libertà, giustizia, equità cristiana. Il Signore Gesù che accoglie i giusti, gli apra le sue braccia.
Maria de falco Marotta