“Prospettive sanitario-ospedaliere di Morbegno”, se ne sta discutendo nel summit nella città del Bitto
“Prospettive sanitario-ospedaliere di Morbegno”, questo il tema su cui la UIL sanità ha chiamato a convegno in Morbegno, sala del Museo, oggi venerdì 7 febbraio la classe dirigente provinciale, dicendosi “profondamente preoccupata per le risposte ai cittadini del morbegnese che la struttura ospedaliera offre e che non sono in linea con le aspettative che l’area reclama, anche alla luce di iniziative tendenti alla trasformazione del Pronto Soccorso di Morbegno (come previsto nel POA dell’AOVV approvato dalla Regione Lombardia) in un Punto di Primo Intervento”. Preoccupazioni accentuate per la nuova struttura sanitaria e assistenziale che sta sorgendo a Roncaglia (Comune di Civo), che da residenza per anziani si sta trasformando in un polo sanitario proprio quando non sono chiare le intenzioni sul P. O. di Morbegno da parte dell’AOVV”. Nella presentazione dell'iniziativa era stato sottolineato che “il perno cui ruotano attorno tutti i reparti e i servizi è il “Pronto Soccorso” – 24h, Pronto soccorso che tale deve essere, con tutti i servizi specialistici annessi, medici in primis, per interventi d’urgenza e non d’elezione, e con, possibilmente, almeno qualche posto letto di “astanteria”.
L'invito al convegno una ragione l'aveva sintetizzata in questa frase. “se si perde questa battaglia, non potranno esserci serie prospettive per il Presidio di Morbegno e per risposte concrete alle esigenze della popolazione del Mandamento”.
Il via poco fa, sotto la presidenza di Vittorio Giumelli, Segretario provinciale Camera sindacale UIL e moderatore il dott. Gianfranco Cucchi con la relazione de segretario provinciale UIL sanità (FPL) Luigi Mescia con una relazione di cui diamo una parte in sintesi e la parte più tecnica integralmente.
La Relazione Mescia
Obiettivi della UIL FPL
La UIL FPL, che mi onoro di rappresentare, con questa iniziativa intende far sì che, dal territorio del morbegnese, le Istituzioni abbiano ad elaborare una linea il più possibile unitaria, impegnando l’AOVV, l’ASL, l’AREU, la Regione Lombardia, la Provincia di Sondrio e tutte le Istituzioni di Valtellina e Valchiavenna per il mantenimento dei servizi di diagnosi e cura attualmente previsti nel POA aziendale ed approvati dalla Regione Lombardia.
Ruolo delle pubbliche Amministrazioni
Questo incontro pubblico, quindi, intende favorire l’assunzione di impegni precisi per le Amministrazioni locali in scadenza di mandato e che si troveranno di fronte agli elettori la prossima primavera, oltre a quelle che si sono rinnovate in epoca diversa ma che si trovano sempre di fronte a problemi a volte insormontabili per le loro amministrazioni, alla luce anche di pressanti problemi di bilancio che impongono, Spendig Rewiew a parte, grossi sacrifici per i cittadini.
I Comuni, sempre di più, sono impossibilitati a garantire i servizi alle persone e alle famiglie a causa delle forti limitazioni di bilancio a seguito delle norme in vigore; ciò vale anche per i comuni più virtuosi.
Confidiamo che da questo incontro possano uscire valide prospettive nell’interesse precipuo dei cittadini e tradursi in impegni pubblici da sottoporre ai cittadini nelle prossime elezioni amministrative primaverili.
Questi sono, in sintesi, i nostri obiettivi.
Evoluzione del Presidio ospedaliero di Morbegno
Occorre considerare, preliminarmente, l’evoluzione che il Presidio Ospedaliero ha avuto negli ultimi anni, in particolare con la creazione dell’AOVV e, in modo quasi indolore, con una considerevole riduzione di funzioni di diagnosi e cura, a partire dalla chiusura della chirurgia generale, dell’ostetricia-ginecologia e dell’ortopedia-traumatologia.
In questi frangenti l’AOVV ha continuato e continua a fare dei cospicui investimenti, in particolare per la messa in sicurezza della struttura e per la dialisi.
E’ mancata, a nostro avviso, una visione strategica sull’intero presidio e sui servizi che debbono essere garantiti ai quasi 50 mila abitanti del mandamento.
Ecco, perché, è necessario, per il morbegnese, considerare ulteriori opportunità, alla luce degli orientamenti regionali più volte ribaditi, sulla tipicità di una medicina di montagna.
Tramontato definitamente il bisogno di un ospedale a portata di mano, si potrebbe anche dire a portata di pianerottolo, occorre definire risposte adeguate alle esigenze socio-sanitarie e assistenziali alla popolazione.
Giova comunque evidenziare, trattandosi di una zona di montagna a noi vicina, come non sia stato modificato l’Ospedale di Edolo, con un bacino d’utenza assai inferiore a quello di Morbegno (vedasi prospetto allegato).
Esigenze del territorio
Occorre tener presente sia le esigenze di risposte adeguate dei medici di base e degli specialisti sul territorio, che le esigenze sociali delle famiglie con personale infermieristico e tecnico che possa effettuare prestazioni a domicilio.
Tutto ciò anche a causa dell’indice di longevità che causa, alla lunga, estreme difficoltà alle famiglie per la presenza di anziani non autosufficienti e/o gravati da problemi invalidanti quali, per esempio, la demenza senile, il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, la SLA, la non autosufficienza motoria, l’insufficienza renale e urologica, la dialisi, solo per citare alcune patologie che mettono profondamente in crisi le famiglie, i Comuni e la Comunità Montana, dal momento che la Regione copre solo una parte dei relativi casi.
In momenti di crisi come quelli che viviamo tutti in Provincia e in Italia, gli interventi sociali rappresentano il mezzo più efficace per stare vicini alle famiglie in difficoltà e che devono farsi carico di cure ed assistenza.
Apprezzamento per il centro Caritas, le ACLI e per tutte le associazioni di volontariato e del Terzo Settore che sono presenti sul territorio: dalle parrocchie alle Case di Riposo e a tutti coloro che assistono e contribuiscono con fondi per la non autosufficienza e con iniziative finanziarie a sostegno di anziani e disabili non autosufficienti e delle loro famiglie.
In Italia e nel mondo, e per quello che ci riguarda nelle nostre vallate, non possiamo che costatare che saremo sempre di più un “Paese” per vecchi.
La popolazione anziana assorbe il 70% della spesa sanitaria ed è destinata a salire e le risorse a disposizione degli enti pubblici sono sempre minori.
L’assistenza alla popolazione migliora riconvertendo ospedali e rafforzando il territorio, soprattutto nei piccoli ospedali dove mancano figure professionali idonee all’assistenza socio-sanitaria.
Una maggiore lungodegenza dà una risposta più adeguata alla cronicità.
Medicina di montagna
In questo contesto una vera “Medicina di Montagna” deve trovare risposte, oltre a quelli erogati dall’ASL, nei servizi ospedalieri presenti sul territorio, da quelli forniti dai Comuni e dalla Comunità Montana, da enti pubblici e del volontariato e da quelli dei privati.
La Regione Lombardia ha sì previsto una “medicina di montagna”, ma non ha stanziato adeguate risorse che tengano conto delle esigenze del territorio e delle difficoltà che i vari operatori, pubblici e privati, in primis i Comuni, si trovano di fronte quotidianamente.
In questa logica necessita, in particolare per la parte pubblica, far riferimento al Presidio Ospedaliero di Morbegno che deve essere in grado di dare risposte esaustive nel minor tempo possibile tramite i seguenti irrinunciabili servizi di diagnosi e cura che sono previsti dall’AOVV e nel POA adottato ed approvato dalla Regione Lombardia.
Il Presidio Ospedaliero non deve in alcun modo essere “freddo”, nel senso che deve essere pienamente rispondente alle esigenze dei cittadini con prestazioni altamente qualificate nei “Servizi diagnostici e reparti di cura”:
Laboratorio analisi
Odontostomatologia
Pronto soccorso
Radiologia
Servizio di Riabilitazione e recupero funzionale
Servizio trasfusionale
Centro Dialisi ad Assistenza Limitata (CAL)
Anestesia e rianimazione
Riabilitazione Cardiologica
Medicina generale
Riabilitazione Generale Geriatrica
Cure palliative
Progetto unitario
Necessita, proprio in questi difficili momenti, che le risorse facciano parte di un progetto coordinato fra tutti gli operatori, affinché non vi siano differenze di trattamento alle persone e alle famiglie.
Anche la Medicina di Base, le farmacie, i servizi veterinari, i servizi di prevenzione sui luoghi di lavoro, la formazione professionale e tutto quello che ruota attorno ai cittadini bisognosi di prevenzione, cura, riabilitazione e di assistenza, compresa quella alle famiglie in difficoltà, devono far parte di un unico progetto.
Tutti questi servizi e prestazioni hanno bisogno di un coordinamento che potrebbe essere svolto dalla locale Comunità Montana.
Chiedo a tutti coloro che si presenteranno agli elettori la prossima primavera di includere nei rispettivi programmi elettorali quelle che saranno le conclusioni di questo incontro, il più possibile unitarie.
Per il Presidio Ospedaliero di Morbegno, inoltre, vanno concordate, con l’AOVV, le linee di intervento sulle strutture ospedaliere affinché gli investimenti, che in questi anni per la verità sono stati cospicui, vengano finalizzati al progetto complessivo per il morbegnese, senza perdersi in interventi, costosi e a carico dei cittadini, non pienamente rispondenti alle attese di una popolazione di montagna come quella che Voi rappresentate.
E’ un’occasione da non perdere: il territorio del morbegnese deve saper proporre alla AOVV, all’ASL e alla Regione Lombardia soluzioni che siano in linea con gli obiettivi che si prefigge e sostenerle fino in fondo, proponendo altresì forme di coordinamento per non disperdere risorse ed per ottimizzare le prestazioni.
Pronto soccorso
In questo contesto mi preme evidenziare che, come previsto nel POA dell’AOVV approvato dalla Regione Lombardia, venga salvaguardata la funzione di un Pronto Soccorso h24.
Si tenga presente che nel 2013 il Pronto Soccorso di Morbegno ha effettuato ben 11.200 prestazioni, inferiori alle 14.000 del 2011 quando vi era la reperibilità ortopedica.
Il Pronto Soccorso non può essere minimamente ridotto ad un punto di Primo Intervento, pena la caduta verticale di tutti i servizi di diagnosi e cura.
La AOVV dovrà assicurare un adeguato organico medico, infermieristico e tecnico al Presidio Ospedaliero di Morbegno affinché le prestazioni sanitario-ospedaliere possano essere i grado di erogare a pieno regime le varie prestazioni h24.
Poiché sarà determinate, a questo proposito, che la Regione consenta a tale copertura, le Istituzioni mandamentali, in uno con le OO.SS., dovranno farsi carico nel sostenere le richieste dell’AOVV.
D’altra parte, non è possibile che una “medicina di montagna” non abbia la possibilità di dare risposte esaustive ai bisognosi di prestazioni ed alle loro famiglie.
Nel “pronto soccorso”, è chiaro che, trattandosi di h24, devono essere presenti tutti gli specialisti, anche tramite gli istituti della reperibilità e/o del comando, in modo che il Pronto Soccorso sia tale ad ogni effetto e garantisca prestazioni immediate ed efficienti, mentre per le prestazioni d’elezione, si dovrà far riferimento ai Presidi Ospedalieri di Sondrio e Sondalo, secondo le loro peculiarità.
Il Pronto Soccorso h24 dovrebbe avere a disposizione alcuni p. l. di “astanteria” ovviamente utilizzabili solo nello spazio temporale di interventi specialistici che possono essere ivi effettuati e in attesa di trasferimento in altre strutture, in particolare, come sopra evidenziato, a Sondrio e a Sondalo.
Si tratta, innanzitutto, di far sì che il pronto soccorso, confermato nel POA dell’AOVV, sia effettivamente un pronto soccorso.
In quest’ottica si dovrà operare al meglio anche per la riduzione delle liste di attesa sia per gli esami diagnostici che per le prestazioni specialistico-ambulatoriali.
Anche questo è un obiettivo che si deve perseguire con determinazione.
Non è possibile che le liste di attesa nella struttura pubblica siano così scoraggianti per gli utenti da far sì che gli stessi si rivolgano a strutture private in grado di dare risposte a volte immediate, comunque sempre in tempi brevissimi.
In conclusione, dal momento che l’AOVV prevede un “Pronto Soccorso”, orbene, “Pronto Soccorso” deve essere a tutti gli effetti.
No ad un “punto di primo intervento”
Non sarebbe in nessun modo accettabile che, dopo aver previsto un Pronto Soccorso, di fatto poi abbia ad essere solo un punto di “primo intervento”.
Un’eventuale diminuzioni di funzioni pubbliche nel Presidio di Morbegno non potrebbe che causare un irrobustimento delle strutture private, pur legittime e che non si contestano, ma che potrebbero incidere negativamente sulla collettività già oltremodo provata per grave situazione in cui versa l’Italia e la Provincia di Sondrio.
Si tenga presente, in quest’ottica, l’aumento della percentuale di fuga di pazienti verso strutture extra provinciali, tassi di fuga sia per diagnosi, prestazioni specialistiche e di ricovero e cura, da Gravedona a Lecco e all’area metropolitana in genere.
Sarà necessario, in altra sede, discutere sulla possibilità che la Provincia di Sondrio diventi una colonia di Lecco, come da tempo si registra nei dibattiti pubblici.
La UIL FPL apprezza e sostiene, nel quadro del riassetto della sanità regionale, pur fra mille difficoltà, la proposta avanzata dal Senatore Fabio Rizzi, nella sua qualità di Presidente della III Commissione - Sanità e politiche sociali della Regione Lombardia per la creazione di un’area comune per Valtellina e Valchiavenna con la Valcamonica.
Questi problemi dovranno essere affrontati in tempi brevissimi a Sondrio, riconvocando al più presto il “tavolo provinciale” sull’assistenza e sulla sanità, tavolo provinciale che in passato ha saputo svolgere un importante ruolo e che oggi, inspiegabilmente, è latitante.
Le Istituzioni provinciali, a partire dall’Amministrazione provinciale con le parti sociali, devono farsi carico dei problemi socio-sanitari e ospedalieri che interessano tutti i cittadini, anche alla luce delle oltre 3.500 (AOVV – ASL) unità che quotidianamente svolgono con assiduità il proprio dovere; ad esse vanno inoltre aggiunti i dipendenti degli enti locali e delle associazioni che svolgono un ruolo insostituibile a favore dei più bisognosi
Non si può scaricare sui lavoratori obblighi e responsabilità che a loro non competono.
Costo pro-capite dell’assistenza e della sanità provinciale
Si tenga conto che il costo pro-capite della sanità provinciale, pur in presenza di un territorio ampio, montuoso e di difficile raggiungimento da Madesimo a Livigno, è inferiore alle altre località di montagna in Lombardia e a quelle metropolitane (alla Provincia di Sondrio vengono sottratti circa 40 milioni di euro all’anno!).
Occorre che la Regione si assuma le proprie responsabilità e riconosca la peculiarità del Morbegnese e dell’intera Valtellina e Valchiavenna.
Bisogna lottare, perché la Regione Lombardia riequilibri le risorse che oggi sono discriminanti ed insufficienti per il morbegnese e per l’intera Provincia di Sondrio.
Non è possibile che, visto il territorio della Valtellina e Valchiavenna, in presenza di una legge per una “medicina di montagna” che dovrebbe venire maggiormente incontro alle esigenze dei cittadini, poi, di fatto, si ricevano meno risorse di altre aree geografiche parzialmente simili e di quelle metropolitane.