Faustino Bertolini: il Buon Reggitore dei destini dei migranti

di Nello Colombo

Gli uomini si misurano sul campo su cui lasciano la loro eredità di pensieri ed azioni che hanno tracciato un segno che rimarrà indelebile. Faustino Bertolini, V. Questore Aggiunto della Polizia di Stato in cui ha militato indefessamente col suo impegno fattivo, propositivo e costante, la sua intelligenza organizzativa nell’applicazione di quelle scienze della sicurezza che ne hanno fatto una guida referenziale col suo ponderoso volume “Nuovo diritto dell’immigrazione”, è l’immagine stessa dell’Ufficio Immigrazione da lui diretto magistralmente per 41 anni di onorato servizio.  Ma il suo grande merito è stato ben focalizzato dal Questore Angelo Giuseppe Re che ha avuto parole sconfinate oltre il semplice encomio dipingendolo nella sua umanità più profonda, fino all’ultimo giorno di servizio quando, durante i festeggiamenti di rito di congedo ha voluto accomunare al suo saluto un ultimo migrante bisognoso d’aiuto, nel pieno rispetto di quella dignità umana che si deve a tutti. Nella sala conviviale de “La Brace”, attorniato dalle massime autorità provinciali, ma soprattutto da uno stuolo di colleghi di lunga data e “famuli” votati “pro aris et focis” che hanno condiviso con lui le vicissitudini dell’ultima era contemporanea, è toccato all’amico di sempre, il I Dirigente Piergiorgio Panzeri, tracciare un profilo dell’uomo da sempre al suo fianco, come sodale vicinanza affettiva, e del fedele servitore dello Stato, solerte e competente funzionario della Polizia, tessendone le doti umane e sociali fuori dal comune che hanno sempre contraddistinto la sua etica professionale al servizio della gente. Un altruismo che transumana nel tempo proiettandolo ormai come volontario della Croce Rossa Italiana. Agli elogi si è unito anche il Prefetto di Sondrio Roberto Bolognesi che ne ha dipinto l’acume, l’intelligenza e la sensibilità. Ne’ è mancata al coro encomiastico la voce del Giudice di Pace Michele Maggipinto che si è soffermato sulla sua grande umanità necessaria quanto mai nel mondo migratorio. E’ stato infine lo stesso Bertolini, visibilmente commosso, ricevere l’omaggio tecnologico e analogico dei presenti, e rievocare i suoi lunghi anni di fortunata e brillante missione lavorativa che ha fatto di lui la memoria storica dell’immigrazione attraverso continui cambiamenti, 33 leggi, 6 sanatorie, e fenomeni di flussi inarrestabili di fiumane umane dal Nord Africa all’Albania, dal Kosovo all’Ucraina, creando un vero e proprio “modello valtellinese" nella piena sinergia di tanti enti territoriali. Ma per lui non è ancora il tempo di fermarsi, né di tirare i remi in barca lasciandosi secondare dall’onda, o chiudere le pagine di un diario ancora tanto da scrivere, perché per gli irriducibili del bene non verrà mai il tempo del declino o della posa. Cambia semplicemente la missione. Quella nuova che quotidianamente si combatte sugli steccati della vita ponendosi al servizio degli altri. E Bertolini sarà ancora lì. Come sempre.
Nello Colombo

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