Sondrio 2013/2016, 3 morti solo 2 nati

Urge provvedere, anche a livello di Comune. Tema centrale è quello dello sviluppo e del lavoro

995 decessi e 614 nascite (di questi il 10-15% sono immigrati)
Il problema demografico è stato al centro di diversi programmi politici nelle recenti elezioni del Parlamento.
Il sostegno alla natalita’, alla famiglia e l’incremento dell’offerta di asili nido sono tutte proposte condivisibili.
Anche gli economisti lanciano l’allarme per il fatto che la riduzione della popolazione porta direttamente ad un calo inevitabile del PIL.
Recentemente L’ISTAT ha messo nero su bianco i numeri: da qui al 2065 in Italia vi sarà una diminuzione di 6,5 milioni  di abitanti, da 60, 6 a 54, 1 pari al 10%. Entro il 2045, fra 27 anni,  saranno 1,5  milioni di abitanti in meno.
Il saldo naturale, la differenza tra morti e nati in un anno,  passera’ da meno 200 mila a meno 300 e a meno 400 mila abitanti all’anno.
Il fenomeno all’inizio sara’ piu’ accentuato al  Sud   e poi coinvolgerà anche il Centro-Nord.
La speranza di vita alla nascita si allungherà di 5 anni  pari a 90 anni nelle donne e 86 anni nei maschi.
Dati che fanno pensare che tipo di societa’ si prospetta per i nostri figli e nipoti.
Ma i diversi livelli politici devono fare la loro parte ed impegnarsi, anche le amministrazioni comunali.
A questo proposito è interessante valutare  il fenomeno per la città di  Sondrio, chiamata al rinnovo del Consiglio Comunale.
E per Sondrio, pur essendo nel profondo Nord, il dato è gia’ preoccupante.
Infatti dal 2013 al 2016 la popolazione è calata da 22.065 a 21-632 abitanti registrando un meno  460  pari ad una media di 115 abitanti all’anno. Il saldo naturale nel quadriennio  è di meno 381 con 995 decessi e 614 nascite ( di questi il 10-15% sono immigrati)
  Vuol  dire, che non si assiste ad un inversione di tendenza, nel 2065 la popolazione calera’ a 15.882 con una riduzione del 25 %.
Credo che un Comune, in particolare capoluogo, non possa interrogarsi su questo fenomeno  che ha riflessi sociali ed economici e portare il suo contributo.
Il tema centrale è quello dello sviluppo e del lavoro.
In questi anni l’economia cittadina e’ andata in sofferenza per la riduzione dei posti di lavoro in particolare nel terziario, dei servizi, del commercio,  dell’artigianato e della piccola industria.
Pensare a favorire il lavoro e la famiglia e’ un imperativo che le forze politiche debbono porsi con azioni  di sostegno all’occupazione.
I settori e le idee non mancano ma sono indispensabili amministratori responsabili per attuarli.
 

Gfranco Cucchi
Società