NIENTE FERMA I NOSTRI CAMMINATORI. UNA SETTIMANA DI TREKKING FRA SVIZZERA E ITALIA

Trekking. Fino a qualche anno fa questa parola evocava lunghe e faticose passeggiate a piedi in terre esotiche, Tibet, Nepal, Himalaya. Strano perché la parola è in realtà d'origine sudafricana mentre il vocabolo preferito dagli inglesi per questo tipo di escursionismo è piuttosto "hiking". Piccole curiosità lessicali, che nulla tolgono al fascino di un'avventura fra le montagne, anche se parecchio faticosa. Fascino subito da un gruppo di nostri soci che, insieme con altri coraggiosi, hanno affrontato un viaggio a piedi attraverso le nostre splendide montagne. Il programma prevedeva la partenza da Pian San Giacomo, frazione di Mesocco, sabato 12 luglio. Qui sono state lasciate le automobili e si è partiti col postale fino a Thusis. Ci si è recati quindi in treno fino ad Alp Grüm, vicino a Poschiavo. Da lì sarebbe partita l'escursione vera e propria, zaino in spalla e ali ai piedi per una settimana. Ma si sa, l'uomo propone e Dio dispone. Infatti, il giorno successivo piogge torrenziali, frane e allagamenti impongono ai volenterosi escursionisti un cambiamento di programma. Che fare? Si approfitta del servizio del glorioso trenino rosso e ci si reca nella vicina Italia. Davvero speciale questa piccola ferrovia, con i suoi treni rossi, come la bandiera elvetica, linda e ordinata, che si rivela il miglior mezzo per ammirare le Alpi Retiche. Da quest'anno, meritatamente, è stata dichiarata dall'UNESCO "patrimonio dell'umanità". Lungo ogni chilometro di questa speciale ferrovia elvetica, che si deve all'iniziativa di un olandese, Willem-Jan Holsboer, si possono ammirare opere ingegneristiche uniche nel loro genere. Come il viadotto elicoidale di Brusio (1908), fiore all'occhiello della ferrovia, che permette di mantenere costante la pendenza dei binari, consentendo anche al turista di ammirare sempre il paesaggio. Il viadotto di Brusio è un vero girotondo, tutto in pietra.

Ma torniamo ai nostri coraggiosi escursionisti. Pieni di entusiasmo, nonostante le condizioni meteorologiche avverse (la vacanza è sempre vacanza, soprattutto se in buona compagnia) invece di salire al rifugio Cristina attraversando il Passo Canciano e la Val Poschiavina scendono a Tirano, poi a Sondrio e infine in Valmalenco, utilizzando i trasporti pubblici. Il "trenino rosso", così accogliente, consola un po' per la brutta giornata. A Tirano, invece, il gruppo ha delle sorprese parecchio sgradevoli. Si deve cambiare naturalmente vettura. Si lascia il trenino rosso e si cerca il treno per Sondrio. I soliti disguidi, orari poco chiari, la biglietteria che non è nella stazione ma al bar di fianco. Tutto naturalmente sotto l'acqua. Finalmente si trova il treno, ma appena saliti, i bravi turisti italo - svizzeri (o elvetico - valtellinesi) sono sorpresi (è un eufemismo) dalla differenza col trenino rosso. Finestrini opachi, macchie sui sedili, odore di stantio, sporco dappertutto. Si prova a cambiar vagone, ma, non trovando di meglio, ci si accontenta. I gitanti valtellinesi provano un certo imbarazzo nei confronti dei compagni svizzeri. Peccato per l'immagine della Valtellina. Davvero non le giova. Per fortuna in Valmalenco, Val di Lei e Madesimo l'accoglienza è stata cordiale, e i servizi offerti da rifugi e alberghi certamente più ospitali e professionali.

Le montagne poi hanno restituito ai camminatori le soddisfazioni che si aspettavano. Hanno percorso circa 80 chilometri, ma si sa che in montagna è il dislivello che conta, e ogni giorno era un su e giù di almeno 1000 metri di dislivello di varia difficoltà. Ritorno come da programma a Pian San Giacomo sabato 19 luglio. Te Deum di ringraziamento. Una settimana di affiatamento, fatica e contatto con la natura. Tutto per fortuna senza incidenti, a parte la spiacevole esperienza del treno italiano. Un'esperienza da ripetere!

(N.d.r. Quando è stata comunicata la cosa all'ufficio del turismo di Sondrio, c'è stato detto che purtroppo le segnalazioni di questo genere sono fin troppo frequenti. Ma, allora ci chiediamo, non è proprio possibile far qualcosa per migliorare la situazione

Cristina Cattaneo

Cristina Cattaneo
Società