CISL S INTERROGA SULLA RIFORMA DELLA LR 23/2015:
CONSIGLIO GENERALE CISL SONDRIO: IL TERRITORIO SIA PROTAGONISTA PER ADEGUARNE I CONTENUTI ALLA PROPRIA SPECIFICITA’!!!
Il Consiglio Generale della UST CISL di Sondrio si è riunito oggi, 1 luglio 2021,
per discutere in ordine alle linee di sviluppo della L.R.23/2015 sulla base:
della valutazione dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGE.NA.S.)
delle deliberazioni della Giunta della Regione Lombardia
del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)
dalle valutazioni presentate da CGIL CISL e UIL
La riforma come previsto arriva dopo per 5 anni di sperimentazione seguiti dalla
valutazione da parte del ministero della salute tramite AGE.NA.S in un contesto
sanitario segnato dalla pandemia che mai avremmo immaginato e che, mettendo in
forte crisi il SSN, ha costituito da cartina al tornasole del fallimento di una visione
ancora “ospedalocentrica” e fatto emergere la distanza tra le buone intenzioni e la
realtà dei fatti; in particolare la mancata attuazione di una efficace rete territoriale (
nonostante in buona parte già prevista nella LR 23/2015) ha costretto ad una
medicalizzazione e centralizzazione degli interventi anche in situazioni a bassa
intensità che non ha certo giovato al contenimento dell’epidemia. Non è certo un
caso che il PNRR, strumento di rilancio conseguente alla straordinaria situazione
creatasi, nella missione sei “Salute” preveda che i finanziamenti siano divisi tra la
componente della digitalizzazione, innovazione e ricerca e quella appunto della
prossimità di reti e strutture sociosanitarie tra di loro integrate.
Il potenziamento della medicina territoriale si lega infatti anche al contesto
demografico e sociale che vede nell’invecchiamento della popolazione ed il
conseguente aumento delle cronicità , la necessità di un’assistenza domiciliare e di
prossimità di qualità tale da prevenire l’insorgere o l’aggravarsi di condizioni di non
autosufficienza e ritardare il passaggio della persona anziana o vulnerabile dal
proprio domicilio alla RSA. Nelle linee guida queste esigenze dovrebbero essere
garantite da team multidisciplinari nelle “Case della comunità” (l’evoluzione degli
attuali PRESST) con punti di accesso fisici e virtuali ( i COT, Centrali Operative
Territoriali) in grado di orientare e accompagnare il cittadino nel percorso di cura
coordinando tra di loro i servizi, facendo da interfaccia con gli ospedali e la rete
emergenza urgenza ; prendendo in carico i pazienti fragili, rilevando i loro bisogni di
cura e assistenza e appunto garantire la continuità del percorso tra ospedale e
territorio. Inoltre sono previsti luoghi di cure intermedie, gli “Ospedali di comunità”
(oggi POT) di transizione da strutture ospedaliere per acuti al proprio domicilio, a
gestione prevalentemente infermieristica.
Una larga parte delle risorse Europee è destinata al miglioramento delle dotazioni
infrastrutturali e tecnologiche e per promuovere l’innovazione e lo sviluppo anche
delle competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali del personale per
assicurare la necessaria multidisciplinarietà e multi-professionalità.
Purtroppo la strutturale carenza a livello nazionale delle professionalità nel settore
assume tratti drammatici nella nostra provincia che sembra incapace di alcuna
risposta per contrastare localmente una situazione che nel futuro potrebbe
addirittura portare all’impossibilità di garantire l’erogazione di alcune prestazioni!
Ipotesi di percorsi di studio in loco, incentivi legati a borse di studio per la retta e il
convitto dei nostri studenti, la formazione a distanza, i percorsi di orientamento
scolastico mirati alle professioni socio-sanitarie, incentivi economici e contributivi
per chi sceglie di lavorare nella nostra provincia possono almeno alleviare un trend
nazionale che però va adeguatamente contrastato con tutte le forze e senza più
perdere tempo!
Il PNRR garantisce finanziamenti importanti a patto che gli obiettivi vengano
raggiunti!
Il compito che i rappresentanti locali delle istituzioni, delle associazioni e della
politica, a partire dai sindaci, sono chiamati a svolgere è promuovere il
protagonismo del territorio nel dibattito che in questi mesi precederà la legge
affinché Regione Lombardia tenga debitamente in considerazione la specificità
montana intesa come la possibilità di calibrare sulla realtà locale le linee guida
tenendo in considerazione la necessaria prossimità dei servizi su un territorio
ampio come il nostro, la qualità dell’intervento e tempistiche delle risposte del
servizio pubblico adeguate; si rischia altrimenti di subire un’organizzazione
pensata per realtà molto diverse dalla nostra con la certezza di un risultato non
aderente alle filosofia della riforma e inefficace sul piano pratico!
Il tempo stringe! Già da settembre Regione Lombardia deve obbligatoriamente
individuare le sedi fisiche in ogni territorio per la realizzazione dei presidi di
prossimità finanziati dal PNRR (Case di comunità, Centrali Operative Territoriali,
Ospedali di Comunità); il sindacato unitariamente a partire dal livello regionale sta
facendo la propria parte ed intraprenderà ogni utile iniziativa a sostegno di un più
efficace assetto di governance del sistema sociosanitari.
A livello locale riteniamo utile aprire un dibattito di merito senza strumentalizzazioni
campanilistiche per disegnare insieme il futuro della medicina territoriale
declinando in provincia distretti e presidi erogativi, i nodi organizzativi e le prassi di
servizio in grado di realizzare una reale integrazione sociosanitaria.