E' TUTTA COLPA DI INTERNET

Il primo racconto della serie

“… i due
ragazzi avevano trovato su Internet la formula per costruire il
rudimentale ordigno…”

Monica e Riccardo hanno trovato su Internet le ricette per
preparare una cena etnica.

“No, noi non vogliamo collegarci a Internet, abbiamo paura per i
bambini. Il computer sì, Internet no.”

Gaia ha comprato via Internet il biglietto del treno per Zurigo
a un quarto del prezzo.

“… computers messi fuori uso da virus circolanti in Internet..”

Il baco del millennio, chi l’ha più sentito?

Quest’inverno io ho prenotato via Internet la visita alla mostra
di Van Gogh a Treviso e alla Cappella degli Scrovegni di Padova,
risparmiando così noiose code.

“… ha conosciuto un tipo in una chat-line ed è finita in un
brutto giro…”

L’altro giorno un mio collega è stato avvicinato in un bar da
una signora. Lui, persona cortese, l’ha ascoltata pazientemente.
La signora, dopo avergli rivolto alcune domande personali, si è
lanciata in considerazioni non richieste sulla sua personalità e
azzardate previsioni sul futuro suo e dell’umanità. Ma lei come
fa a sapere tutto ciò, le ha chiesto il gentile collega. C’è
scritto su Internet, ha risposto la signora.

In un bel film di Woody Allen, Radio Days, il giovane
protagonista ascolta di nascosto alla radio le avventure del suo
eroe preferito, Il Vendicatore Mascherato. Sua mamma infatti non
vuole che perda tempo ad ascoltare quelle storie.

Quand’ero piccola certi fumetti le bambine perbene non dovevano
leggerli. Anche i fotoromanzi erano lettura molto, molto
sconveniente.

Adesso non ci sono più libri all’indice ma famiglie attente e
genitori impegnati non possiedono la televisione, non vogliono
che i figli siano contaminati da tante brutture.

Si potrebbe andare avanti così per ore, elencando vantaggi e
svantaggi di questo e di quel mezzo di informazione, tutti
rimarrebbero naturalmente della propria idea.

Non importa. Io sono una di quelle persone che Internet la usa e
la ritiene utilissima. Mi rendo conto, però, che come per tutti
i mezzi che portano informazioni e messaggi, bisogna essere
attenti e diffidenti. Bisogna insomma saper leggere tra le
righe.

Vi si trova proprio di tutto, dalla ricetta della mussaka greca
all’alfabeto ebraico. L’autunno scorso ho preparato della
marmellata di cachi (o kaki?), volevo fare l’etichetta ma non
avevo una figura da metterci sopra. Ho trovato una bella foto,
ho scoperto che in italiano si dice diospero e in inglese
persimmon. Basta cliccare col tasto destro del mouse su
un’immagine ed ecco che puoi metterla sull’etichetta della tua
marmellata.

Io in rete ho scovato vecchi motivi introvabili e, con l’aiuto
di giovani esperti, mi sono fatta dei CD con canzoni che credevo
scomparse. Non solo, ho trovato i testi di queste canzoni che
tanto avrei voluto conoscere quand’ero ragazza.

Ognuno trova quello che vuole, ma sono necessari

o Curiosità

o Fiuto da maresciallo

o Tempo

o Pazienza

o Diffidenza

Essendo libera ed aperta a tutti in rete c’è di tutto ed anche
di più. Come una grande città, di più. Come un grande paese, di
più. Se cerco un libro in una città vado in una libreria o in
una biblioteca. Se cerco una medicina vado in farmacia, se cerco
un giornale vado all’edicola. Anche per un giornale porno vado
all’edicola. Anche per un libro porno vado in libreria. Se
conosco bene la città saprò dove è meglio non andare, quali sono
i luoghi da evitare. Ecco, la rete è la stessa cosa. Nessuno mi
obbliga a visitare i siti porno, se per caso mi imbatto in uno
di essi, andrò altrove. Casinò on line? Anche i Casinò reali
sono facilmente accessibili. Io lo so bene, perché vicino a noi
ce ne sono ben tre.

Le ricerche scolastiche e culturali. Anche qui bisogna stare
attenti. Mai accontentarsi del primo sito che si trova, ma
scorrere pazientemente la lista di quelli offerti. Chi ha messo
in rete il sito? Chi sono gli autori? Quali i riferimenti? C’è
una bibliografia?

Ci sono le grandi librerie online come Amazon dove si può
facilmente controllare la bibliografia, anzi si può accedere
anche a pagine dei libri. Non solo, quasi tutti i libri non più
vincolati dal diritto d’autore sono presenti in rete. Tutte le
grandi università sono presenti in rete con progetti e ricerche.
Se si guarda attentamente l’indirizzo ci saranno sigle come
“uni” ed “edu” che aiutano a risalire alla fonte.

Anche gli autori dei progetti e delle ricerche hanno di solito
un loro sito con la loro biografia e produzione bibliografica.


L’inglese è indispensabile, ma se si ha buona volontà si può
studiarlo in rete. Abbondano infatti siti di studio con
qualsiasi tipo di esercizi, anche di ascolto.

Il vantaggio è l’attualità. Le notizie in rete sono in genere
costantemente aggiornate. Meglio comunque controllare le date.

Diffidenza. Evito accuratamente i siti a pagamento. Capisco come
in alcuni casi ciò sia una garanzia di serietà, ma io sono una
dilettante, non ho bisogno di dati specifici per la mia
professione.

Altri siti ti chiedono dati personali e indirizzo e-mail. Non
glieli dò. Se lo facessi sarei sommersa da messaggi pubblicitari
di tutti i tipi, dal Viagra all’ultimo software, dalla
propaganda contro la guerra a quella pro.

Una nostra amica è stata in Africa alcuni mesi per motivi di
studio. Ci siamo scambiate notizie tramite la posta elettronica.
Da allora un giorno sì e uno no ricevo accorati appelli di
principi in esilio, vedove di uomini di affari, figli di
notabili, tutti che ti offrono una partecipazione milionaria a
questa o quella attività lucrativa. Non leggo nemmeno più questi
patetici messaggi, li elimino immediatamente.

Certo, tutto ciò richiede tempo e pazienza, ma anche recarsi in
biblioteca, consultare cataloghi e fare fotocopie richiede tempo
e pazienza.

Di che cos’altro bisogna diffidare? Di tutto ciò che non è
chiaro e verificabile con controlli incrociati. Farò alcuni
esempi. L’anno scorso cercavo informazioni e notizie su un
filosofo tedesco dei primi del novecento, Oswald Spengler. Ho
trovato il suo nome in innumerevoli siti. Lavori di studenti,
enciclopedie generiche e filosofiche, libri di autori seri e
riconosciuti, ma anche siti “strani”, come un’associazione di
studenti bianchi euro-americani, associazioni evidentemente
nostalgiche con simboli sospetti, dichiarazioni di appartenenza
ad associazioni con simpatie nazi-fasciste. Il nome di Spengler
era associato a quello di Nietsche, Evola e altri la cui opera
può essere interpretata e strumentalizzata in certe direzioni.

Altro esempio. Sto leggendo un bel libro di Amin Maalouf, “The
Gardens of Light”, che parla di Mani, o Manes, o Manicheo, il
fondatore del Manicheismo. Ebbene, per saperne di più ho scritto
queste tre parole sul motore di ricerca e sono apparsi molti
siti. Uno in particolare sembrava interessante e completo, ma
all’inizio delle pagine appariva la scritta lampeggiante: “Tu
vivi nell’oscurità”. Scusa, ma a te cosa importa? avrei voluto
rispondere. Non sopporto infatti chi mi vuole indottrinare o chi
vuole fare il maestrino. No, se permette decido io come voglio
essere e in che cosa voglio credere.

Ancora. Cercavo informazioni su una certa Madame Blavatsky,
fondatrice della Teosofia. Anche lì moltissimi siti, troppi,
tutti elogiativi. Ora io cercavo informazioni e dati, non
giudizi o prediche sulla bontà di questa o quella dottrina.

Il mondo, reale e virtuale, è pieno di profeti, soprattutto
falsi, che ti vogliono indottrinare, che vogliono impadronirsi
della tua anima e non solo. Persuasori più o meno occulti, dai
testimoni di Geova ad adepti di sette più o meno esoteriche che
bussano alla tua porta. Imbonitori televisivi. Pubblicitari.
Uomini politici. Facile per persone fragili e indifese cadere in
queste reti. Occorre vigilare.

Guardo, scelgo, decido. Ma decido io. Ecco quale deve essere la
chiave di accesso non solo ad Internet, ma a qualsiasi
informazione, che essa ti venga riportata a voce, sia scritta su
un libro, un giornale, uno schermo o un muro.


Cristina Cattaneo



GdS 10 VII 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Cristina Cattaneo
Società