LO SPIRITO DELLO SCIAME

Quando "le parti" di un un insieme, in grado ciascuna di decidere per sè, si correlano e si scambiano informazioni, all'interno delle loro interconnessioni avviene sempre qualcosa di straordinario: l'insie

Se nei pomeriggi d'estate, caldi e senza vento, vi recate in
campagna e vi soffermate ai bordi di uno stagno, potrete
assistere a quello che alcuni definiscono: la danza d'amore e
morte delle Effimere.

L'Effimera è un insetto per certi versi simile al moscerino: più
piccolo e primitivo. Nasce e muore nell'arco di un solo
pomeriggio d'estate e trascorre le poche ore di vita che gli
sono concesse riunendosi con i suoi simili in nuvolette
brulicanti che pulsano sospinte dalla brezza del pomeriggio
all'ombra delle latifoglie.

I maschi di questa specie nascono senza lo stomaco perché non
avranno tempo per mangiare, di imparare poi non se ne parla
nemmeno. Tutto quello che devono sapere lo sanno e dedicheranno
tutto il loro tempo e le loro energie per realizzare lo scopo
per cui sono nati: trovare una femmina con la quale accoppiarsi,
il primo e l'ultimo accoppiamento della loro vita, e poi morire.

Gli etologi ci spiegano che la danza serve per favorire
l'accoppiamento ma le Effimere questo non lo sanno. Quello che
noi vediamo consumarsi all'interno della nuvoletta è tutta la
loro vita fatta di tribolazioni, tentativi, successi ed
insuccessi ed alla fine di parate nuziali premiate, solo nei
casi più favorevoli, dall'estasi della riproduzione; quell'estasi
che, con un felice gioco di parole, un mio amico definiva: "il
premio di riproduzione concesso all'individuo dalla specie".

Ma cosa succede veramente nella nuvoletta?

Quali sono le forze, le pulsioni e le dinamiche che amministrano
la nuvola e la tengono insieme?

Non sono mai riuscito a vedere come si formi la nuvoletta, ma
posso immaginare che esista, nell' Effimera appena nata, una
sorta di irresistibile pulsione a riunirsi alle altre e che ciò
sia sufficiente a formare il primo nucleo, rapidamente
rimpinguato dai nuovi arrivi.

Naturalmente le Effimere non conoscono il pericolo che per loro
rappresenta il mancare all'appuntamento con la nuvoletta, non
sanno che ciò le condannerà ad un'inutile morte privandole
dell'unica chance a loro disposizione, anzi non hanno coscienza
proprio di nulla. I loro pochi neuroni contengono solo le
informazioni necessarie a trovare la nuvoletta, cercare nella
nuvola una posizione favorevole, tentare di riprodursi e morire.
Con questo sfondo è chiaro che non siamo autorizzati a
proiettare sulle Effimere alcun tipo di comportamento
psicologico ma possiamo cercare di spiegare, utilizzando
meccanismi semplici, cosa succede, come è organizzata e come
riesce la nuvoletta a mantenersi stabile e, una volta formatasi,
a non disperdersi rapidamente.

Se esaminiamo la nuvola delle Effimere osserviamo che essa può
essere divisa grossolanamente in due parti: un caotico cuore
centrale all'interno del quale gli insetti si muovono
freneticamente seguendo traiettorie complesse e per noi
assolutamente imperscrutabili, ed un'area periferica
caratterizzata da due fattori:

il primo è che gli insetti risultano in essa, man mano che si
procede verso l'esterno, gradatamente sempre più radi; il
secondo è che tra quelli più periferici risultano evidenti delle
traiettorie a rientrare, comuni e ricorrenti, come se le
Effimere fortuitamente finite ai bordi della nuvoletta si
accorgessero di essersi troppo allontanate dal gruppo delle
altre.

Ora se noi accettiamo:

1) che lo scopo del frenetico brulicare centrale sia quello di
trovare un partner per l'accoppiamento

2) che la distribuzione dei maschi e delle femmine sia uniforme
(e non vediamo perché non dovrebbe essere così)

dovremmo concludere che le Effimere (maschio e femmina) che si
trovano ai bordi della nuvola, in una zona più tranquilla, meno
caotica e trafficata, con meno concorrenza da rintuzzare, si
trovino in una situazione più favorevole per realizzare lo scopo
della loro vita.

Invece no: esse sembrano ignorarsi; sembra che, attratte da un
misterioso ed irresistibile richiamo, la loro prioritaria
preoccupazione sia quella di tornare al centro della mischia
brulicante.

E' proprio l'esistenza di questa pulsione a rientrare che rende
stabile la nuvola e le consente di non disperdersi, una pulsione
tanto più intensa quanto è maggiore la lontananza del singolo
dal gruppo ed in grado di risultare, in casi estremi,
prioritaria e più importante della stessa pulsione riproduttiva.

La situazione può essere descritta così:

a) Area centrale: la mischia, la pista da ballo. Qui prevalgono
le danze e le parate sessuali; le traiettorie risultano
irrequiete e disordinate.

b) Corona di mezzo: area degli ignavi, nelle balere si chiamava
area della tappezzeria. Qui la pulsione sessuale è equilibrata
dalla lontananza dal centro nevralgico, dalla mischia, dalla
pista da ballo.

In questa area i maschi e le femmine hanno sospeso le parate
sessuali, non si ignorano, ma sembrano riprendere fiato in
attesa della situazione opportuna per rientrare nella grande
nella mischia centrale.

c) Corona periferica: i maschi e le femmine si ignorano; la
preoccupazione principale è il rientro. Bisogna assolutamente
non perdere contatto col gruppo.

Naturalmente questa descrizione è stata edificata su un castello
di proiezioni, ma non è questo ciò che conta:

quello che volevamo mostrare è che comunque vadano le cose,
all'interno della nuvola delle Effimere non esista soltanto il
percepirsi fra gli individui.

Infatti, per giustificare e garantire nel tempo l'integrità
della nuvoletta (una stessa nuvola può durare parecchie ore),
dobbiamo accettare che all'interno di questo percepirsi tra
individui nasca una speciale sensibilità verso un punto
collettivo e sovraindividuale, collocato al di fuori di ciascuno
e posizionato in un posto speciale all'interno del gruppo.

Tale posto, che potremmo chiamare il baricentro del gruppo, deve
essere posizionato necessariamente al di fuori di ciascun
individuo e da tutti deve essere percepito e condiviso; ma non
solo ciò: esso deve essere anche in grado di esercitare su
ciascun individuo del gruppo un irresistibile richiamo, in modo
che nessuno possa allontanarsi più di tanto dagli altri e la
dimensione della nuvoletta venga mantenuta costantemente entro
ragionevoli oscillazioni.

Ma cos'ha di speciale l'aver individuato la necessità e
l'esistenza di questo posto particolare e la sua capacità di
tenere aggregati gli individui del gruppo?

Ha di speciale che la nuvoletta delle Effimere, percepita nel
suo complesso, può essere descritta, essa stessa, come un
Organismo unitario formato di parti in relazione tra loro e
coese da un "determinismo collettivo" in grado di mantenere
costante un certo stato comune: è proprio questo Omeo-stato ciò
che mantiene costante nel tempo (vivo, potremmo dire)
l'organismo che noi percepiamo come nuvoletta.

Abbiamo già parlato di omeostati e di come essi possano, a buon
diritto, essere definiti individui, unitari e vivi, ma
(graziosamente proseguendo con le proiezioni) possiamo osservare
che questo speciale ed effimero individuo che stiamo analizzando
e che adesso possiamo anche battezzare "Nuvoletta", è primitivo,
rudimentale e non sa certo di sapere di sè, ma, per quanto possa
essere breve la sua vita, SA-DI-SE', e lo sa al suo interno
(come risultato della interconnessione delle sue parti), e lo sa
in un posto che non risulta neanche collocato da qualche parte.
In ultima analisi "sa di sè" proprio in quel posto ove, dopo
varie e complesse vicissitudini evolutive, prima o poi qualcuno
comincerà a provare emozioni.
Mario Quaglia

GdS 8 V 2002

Mario Quaglia
Società