SPECIALE 28

di frial

Troppa enfasi? No

In questi minuti a Sondrio in un certo senso si sta chiudendo
un'era.

Troppa enfasi? Esagerazioni? E tutto perché chiude un
ristorante?

Una chiusura che anticipa quella dell'albergo a San
Silvestro.

In realtà, certo, chiude un ristorante e alcuni sentiranno la
mancanza di un "rifugio" sereno che li metteva a proprio agio in
attesa di gustare cibi semplici o complessi ma tutti serviti al punto
giusto, con adeguata compagnia enologica, di classe naturalmente
il servizio. Un approdo sicuro, senza sorprese negative, per un
pranzo d'affari, per un'uscita dalle mura domestiche, per più
ampi convivi o per qualche pantagruelico banchetto.

Non solo questo.

Si potrebbe aggiungere che c'é anche un problema di categorie
mentali, per una retrospettiva, consapevole o inconscia, che ci
richiama a quella ruota del tempo che gira per tutti. Ci siamo
abituati col nostro ritmo di vita, giorno dopo giorno, con dolci
musiche e cupi silenzi, con lo stereotipo pur sempre valido
delle rose e delle spine. Quando qualcosa del nostro mondo viene
a mancare - e paradossalmente più le cose che le persone -
rimbomba come un gong in vibrazione, il richiamo a quella ruota,
all'arco che essa ha descritto. E non perché ha ristretto quello
che ciascuno di noi ha dinnanzi, ma perché alla razionalità il
cuore abbina una tenera malinconia, un rimpianto del tempo che fu.


Il Posta per gli altri

Trascriviamo la descrizione che troviamo sul sito: "Il
raffinato ristorante, con una cucina internazionale e le
specialità gastronomiche valtellinesi è l'ideale per una
colazione di affari o con amici, un romantico tête a tête, una
simpatica festa famigliare, una cena di gala a lume di candela".

E questo nel contesto dell'Albergo della Posta, di cui pure
riprendiamo la descrizione: "L'Hotel Posta, che fa parte dei
Locali storici d'Italia è l'albergo più prestigioso della
provincia di Sondrio.
Costruito nel 1855 e gestito dalla famiglia di Renato Sozzani
dai primi anni '70, è situato nel cuore della città, in Piazza
Garibaldi, circondato da negozi eleganti, banche, uffici. Da
sempre è punto di riferimento della vita sociale e produttiva
della città, e base di partenza per gite verso le località
turistiche della provincia.
Inconfondibile nella sua facciata asburgica, l'Hotel conserva
intatta al suo interno l'atmosfera che lo ha reso famoso. Lo
stile degli ambienti, la cura dei particolari, il personale
attento e riservato, tutto al "Posta" rispecchia la secolare
tradizione alberghiera dei Sozzani".

Da precisare che locali storici sono quelli "che conservano,
tramandando ricordi, cimeli e arredi di valore culturale e
artistico per la storia nazionale. Si tratta di alberghi, caffè,
ristoranti, pasticcerie, confetterie che hanno almeno settant'anni
di vita e ospitano avvenimenti e personaggi di rilievo nella
vicenda Italia".  Abbiamo contato quelli lombardi, e sono
35, con nomi famosi (Villa Serbelloni a Bellagio, Villa d'Este a
Cernobbio e poi ancora altri a Bergamo, Brienno, Cremona, Milano
(18), Pavia, Sirmione, Suzzara, Vigevano. Il Posta ci sta bene,
in buona compagnia.


Il Posta per noi


Non solo il Posta per la sua funzione, non solo per le ragioni
soggettive.

Sondrio é forse l'unico capoluogo di provincia che non ha un
centro, nel vero senso della parola. Aveva tentato di dare una
risposta in questo senso il Comune con il Concorso del 1984 con la riprogettazione dell'intero sistema centrale, premessa e stimolo
anche  per l'imprenditoria privata, in un contesto di
elevata qualità urbana, sia nel recupero che nel riassetto, e
anticipando l'evoluzione della pianificazione e di legislazione
e normativa. Sembrava ci fossero le premesse con il progetto del
Gruppo del prof. Crotti, vincitore del Concorso, ma anche con
l'idea dell'arch. Stefanelli, peraltro di perdurante attualità,
della copertura di Corso Italia. Una galleria di non difficile
realizzazione e anche di costi accettabili con ipotesi di
realistica percorribilità. Il Centro tuttavia continua a mancare.

In questa situazione il Posta, in particolare il suo ristorante,
é diventato il fulcro. Come si diceva dianzi i pranzi d'affari,
gli ospiti illustri, le Autorità in visita, diverse
Associazioni, i Clubs (Lions Host e Masegra, Rotary, Panathlon,
Soroptimist), ma non solo questo, al Posta incontrandosi anche
per conferenze-stampa, presentazioni di problemi e simili,
Partiti di sinistra e gli stessi Sindacati.

Viene a mancare dunque non un locale ove mangiare ma un punto di
riferimento, con una differenza abissale. In attesa della sua
ristrutturazione, del rinnovo dell'albergo, della riapertura del
Teatro Sociale i cui lavori si spera possano iniziare a breve,
dell'intervento su Palazzo Lambertenghi e magari anche di una
galleria in Corso Italia che resta un futuribile, vale a dire un
futuro possibile alla condizione che ci sia qualcuno che guardi
avanti, come guardò avanti a suo tempo chi ideò la Piazza, ora
Garibaldi, così come Palazzo Muzio, dizione la più giusta. In
attesa del nuovo che deve esprimersi in continuità con quello
che c'é alle spalle.

C'é anche, forse soprattutto, il fattore umano

Punto di riferimento, si diceva.

La struttura asburgica, la raffinatezza degli interni, la
qualità della cucina e quella della cantina, tutto quel che si
vuole, sì ma...
C'é anche, forse soprattutto, il fattore umano.

Il valore aggiunto: il G.Uff. Renato Sozzani, detto, e così da
tutti chiamato, Tato con quella "brontolona" della signora Jole,
sua consorte. E le diamo della "brontolona", in termini
affettuosi si intende, perché in realtà non lo é, (un po' come
uno dei racconti più riusciti di Guy de Maupassant, su cui però
si dirà in altra occasione), lei in prima fila per iniziative
benefiche. Tato, Jole, familiari ed anche l'appendice di
famiglia: i loro collaboratori, precisi, puntuali, discreti,
professionali sempre, ma con "humanità", quella richiamata per i
crotti di Chiavenna.

Il Tato ne ha fatte un po' di tutti i colori, in senso buono
s'intende. Ha presieduto l'Associazione Albergatori della
provincia, l'Unione Commercio e Turismo, la Camera di Commercio.
E' nel Consiglio della Banca Popolare di Sondrio e presiede la
Pirovano Stelvio spa. E' revisore dei conti della Confcommercio
nazionale. Sanno inoltre in pochissimi che qualcuno, qualche anno fa, lo
avrebbe visto volentieri Sindaco di Sondrio.

Mai dimenticando di portare a spasso il suo Biagio, il cane di
casa.

Ha scritto anche un libro. Di seguito alcuni stralci.

Dal suo libro
Dal suo libro: Tato Sozzani - Tavole imbandite in Valtellina
(Sondalo Ricordi di gastronomia e gioventù) 1988


[...] E' nelle case di questi miei amici, nelle loro baite, che
ho imparato a conoscere ed amare i piatti sondalini nel
susseguirsi delle stagioni.

E qui non so se giocano l'affetto, i ricordi, l'affezione al
sito, ma la cucina di Sondalo mi pare diversa, mi sembra stacchi
dalle altre, mi sembra forse in essa vi sia della poesia.

[...] In altre parti della Valtellina con le bacche mature del
sambuco si fanno marmellate buone anche come rimedio alla tosse,
ma solo a Sondalo con esse si mangia una deliziosa minestra che
ricordo ancora: spessa, scura, zuccherata e fumante, la "papa de
cunfec".

[...] Ricordo indelebile sono i "cornat" (frittelle), quelli "gio
in la padela", salati fatti in casa, ma soprattutto quelli che
anche noi ragazzi facevamo su la piatta (pioda) dei boschetti di
Bolladore, portando ognuno di noi un po' di materie prime: chi
latte, chi la farina, chi lo zucchero.

[...] "Li capelina", cioè i finferli che abbondavano nelle
pinete erano squisiti e li mangiavamo sui crostoni di polenta,
ma potrei continuare perchè i ricordi si risvegliano scrivendo,
ma non so fino a che punto destati dalla memoria o dall'appetito
giovanile ...

Consegnati pochi minuti fa i riconoscimenti a
Tato e Jole Sozzani dai Lions Sondrio Host e Masegra


La cena é finita.
Il Ristorante sta per chiudere. I camerieri, come tutte le altre
volte, quando si chiudono i meetings del Lions, così come gli
altri, sparecchieranno, puliranno, metteranno in ordine, ma non,
come di solito, pronti per il
giorno dopo.

Questa volta non c'é da preparare per l'indomani.

Una lunga strada é stata fatta insieme. Quasi mezzo secolo per
il Lions Sondrio Host che festeggia il Cinquantenario con una
serie di iniziative, e senza la sua sede di tutto questo tempo.
Tredici anni per il Sondrio Masegra.

Lo hanno ricordato prima della cena, consegnando ai coniugi Sozzani la
targa del Cinquantenario l'Host, una in pietra ollare di
Floriana Palmieri il Masegra,

Pochi minuti fa alla consegna
un po' di commozione ha pervaso la sala.
Domani é un altro giorno. Peccato che Piazza Garibaldi sia
diversa.
frial


GdS 28 X 2005 - www.gazzettadisondrio.it

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