Tra samurai, risate e balli

Sei un Dio! - La storia - L'intervista - Biografia - Fimografia

SEI UN DIO!

«Sei un dio! Sei un diooo!», ha urlato allo schermo un suo
fan al termine della proiezione di «Zatoichi». E, forse, se
non avessimo un concetto diverso della divinità, l’avremmo
gridato anche noi, mentre veniva voglia di ballare in sala
proseguendo lo scatenato tip- tap (con antichi ritmi
giapponesi, afro- cubani, tarantella…) che conclude il film.
Bellissimo, allegro, fantastico, un vero godimento per chi
cerca un cinema impegnato ma distensivo, ottimista, ben
fotografato, insomma, un’opera d’autore, ma anche capace di
coinvolgere e rallegrare gli spiriti perennemente afflitti
dei nostri contemporanei.

Takeshi Kitano («Sonatine», «Hana-bi», «Brother» , «Dolls»)
in Zatoichi(Premio Speciale per la regia, Leone d'Argento,
Venezia 60) ha cambiato genere: un film in costume sui
samurai ma fatto a suo modo. Tanta violenza, assolutamente
stilizzata e tutt’altro che impressionante e, insieme, una
serie di sketch da commedia slapstick (botte in testa e
scivoloni, per comprenderci) che hanno fatto piegare in due
dalle risate la platea. Per questo esordio in un film in
costume, Kitano ha scelto di non utilizzare una sua
sceneggiatura, cosa che non faceva da Violent Cop, una delle
sue prime opere, ma la possibilità di servirsi di questo
personaggio cardine del dramma storico giapponese,
reinventandolo con quello che ormai si può definire lo
"stile Kitano" fatto di ritmi, colori e musiche che
miscelano il moderno con le radici del passato: un’occasione
eccezionale.

 

LA STORIA

Giappone, XIX secolo. Zatoichi è un eroe feudale, maestro
d'armi senza pari, un vagabondo errante che si fa passare
per un massaggiatore cieco. Il suo camminare lo porta in un
villaggio dove è in corso una faida tra i Ginzo e le
famiglie rivali.

Sono numerosi i personaggi che, casualmente, si trovano a
convergere in questo borgo che diventa una sorta di OK
corral nipponico. Il ronin Hattori (Tadanobu Asano ,
bravissimo e premiato anche per la sua sofferta
interpretazione in The Last Life in the Universe,
Controcorrente, il concorso parallelo a Venezia 60), le due
geishe Okinu (Yuko Daike / Hana-bi) e Osei (Daigoro
Tachibana), in caccia dei criminali che hanno trucidato la
loro famiglia, e, ovviamente, per punirli.

In questo teatro nipponico, dai risvolti risolutamente
pirandelliani, nessuno è ciò che sembra e soltanto la resa
dei conti finale svelerà la verità.

Nel complesso, una pellicola geniale con momenti da cineteca
come il tip- tap finale o i contadini che sembrano usciti
direttamente dal palco degli Stomp sulle musiche di Keiichi
Suzuki, diverso talento visionario degno di Kitano, che non
rinuncia a spettacolarizzare i cadaveri con fontane di
sangue e arti sparpagliati un po' ovunque.

L’incontro con il regista

Come mai la sua scelta di girare un film sui samurai, non è
voler seguire la moda di Hoollywood?

Non mi interessa quel che fanno gli altri, specie ad
Hollywood. Non mi riguardano le tendenze del mercato
cinematografico, sono almeno quattro anni che lavoro a
questo progetto. Zatoichi non è un film che dominerà il box
office, anche se spero che il pubblico di Tarantino e Cruise
andrà a vederlo.

Film di samurai ce ne sono tanti e hanno tutti uno stile ben
definito. Cambiare non è così facile, ma ho cercato di
variare secondo il mio personale modo. Non è detto che la
tradizione sia sempre il meglio. Zatoichi» riprende la
figura di un massaggiatore cieco (masseur Ichi, Zato Ichi)
assai celebre in Giappne grazie a una serie tv e a molti
film girati tra i Sessanta e gli Ottanta.

Perché ha i capelli biondi e la spada portata in un bastone(
fodero) rosso sangue?

Non sarebbe stato molto "cool" se Zatoichi avesse usato un
colore neutro, avrebbe reso tutto troppo concreto. Invece il
mio personaggio deve rimanere “fantastico”.


L'INTERVISTA


Zatoichi, giunge in una cittadina per liberarla dai potenti:
vuole alludere all'intervento degli USA in Iraq?

Il film racconta la storia di una piccola comunità dominata
da un gangster oppressivo. Malgrado ciò la gente riesce
comunque a tirare avanti. L'arrivo di Zatoichi, samurai e
massaggiatore cieco, porta scompiglio: uccide i dominatori
per ridare la libertà a persone che, però, non sono in grado
di farne buon uso e la cui vita in qualche modo peggiora.
Insomma, qualcosa di simile a quanto è successo dopo
l'intervento americano in Iraq: prima si viveva male e il
popolo odiava il regime ma adesso si ritrova in un paese
distrutto e vittima di violenze ed attentati

Nel film c'è una scena di combattimento sotto la pioggia
ispirata ai 'Sette Samurai' di Kurosawa, un omaggio al
grande regista giapponese?

Si, il combattimento sotto la pioggia doveva essere un
omaggio a Kurosawa. Ho chiesto a sua figlia, la costumista
del mio film, un parere sulla scena, ma lei ha detto che in
quella scena non ci vedeva nulla dei film del padre . Allora
ho voluto riprovarci con la scena del ciccione aspirante
samurai, che corre intorno alla casa con la lancia. La
figlia di Kurosawa, anche stavolta, mi ha detto che non ci
ero riuscito. Insomma, avrei voluto fare un omaggio al
Maestro ma non ce l'ho proprio fatta( invece si, perché
tutti hanno pensato ai Sette Samurai!)

C’è tanta violenza, il film è una strage, con decine di
morti sbudellati a colpi di katana e spruzzi di sangue,
volutamente eccessivi e fumettistici, che inondano lo
schermo…

ll rosso del sangue è fondamentale. Sul set abbiamo usato
sacchetti con liquido colorato, ma per avere il giusto
effetto abbiamo poi ritoccato il tutto con la grafica
digitale( e così anche Beat Takeshi ammette di essere
ricorso al computer per la prima volta nella carriera!).

Il film in certi momenti si trasforma in un musical, con
contadini e operai al lavoro che diventano i bizzarri
percussionisti del tema musicale portante: è estremamente
coinvolgente.

Temevo che il tip- tap finale non risultasse comprensibile,
per cui ho inserito scene musicali nel corso del film, con
un ritmo sempre crescente che sfocia nella festa finale.

Perché il tip- tap?

Anche se sembra molto occidentale, esistono balli con gli
zoccoli tradizionali anche in Giappone, nel teatro Kabuki
per esempio. Il tip tap non è tratto dai vecchi musical ma è
la ricostruzione di un tipico dramma giapponese dell'epoca.
Avevano tutti lo stesso identico finale: i contadini ,gli
artigiani e i commercianti si trovavano ad una festa e
ballavano e cantavano. Era un clichè, un'happy-end. Volevo
cambiare questo clichè ma in un modo tutto mio. Ho pensato
che mostrare attori ballare e cantare danze tradizionali non
fosse interessante perciò ho mescolato generi tradizionali
diversi: musiche giapponesi, coreane e tip tap giapponese,
insieme a musiche occidentali.

E cosa ci dice delle continue e travolgenti scene
umoristiche, come quella della presenza di una pistola al
centro di quel forsennato duello?

Penso che anche voi siate d’accordo che non posso continuare
a fare solo massacri nei miei film.

Curiosità

Vi è una pellicola americana che, seppur in maniera
parziale, ha già sfruttato questo personaggio, si tratta di
Furia Cieca di Philip Noyce con il replicante Rutger Hauer.


BIOGRAFIA


Ultimo figlio di una famiglia che viveva nei bassifondi di
Tokio, Takeshi Kitano è nato il 18 gennaio 1947. Suo padre,
Kikujiro, era un pittore specializzato in decorazioni e
lacche, e si prestava per servizi alla yakuza( la crudele
mafia giapponese). La madre, Saki, era una donna energica
che cercava di crescere i figli nella rettitudine e di
mandarli a scuola, nonostante la povertà e la difficile
situazione del Giappone alla fine della seconda guerra
mondiale.

Nel 1956 la famiglia è la prima ad avere la televisione,
nella loro strada, e la casa di Takeshi diventa un luogo
d'incontro per gli abitanti del quartiere. Kitano è uno
studente dotato, ma dopo tre anni, malgrado le proteste dei
genitori, abbandona le scuole superiori. Nel 1972 lavora
come cameriere in un caffè, dove incontra Kiyoshi Kaneko con
il quale creerà un "manzai", un duo comico, chiamato "The
two beats". Il nome che Kitano usa ancora quando lavora come
attore, Beat Takeshi, viene dal "manzai".

I due comici cominciano a lavorare in locali di strip-tease
alla moda e sono particolarmente apprezzati dagli studenti e
dalle giovani generazioni, che amano il loro stile rapido e
irriverente. Nel 1974 un produttore televisivo assiste al
loro spettacolo e subito li scrittura. La consacrazione
arriverà due anni più tardi, quando la coppia comica sarà
premiata dalla NHK, la più grande rete cablata del Giappone.

Il regista Nagisa Oshima è il primo a “scoprire” Takeshi
nelle sue potenzialità che lo condurranno in breve, a
diventare famoso in una serie televisiva di
successo.(tuttora conduce un programma televisivo). Nel 1983
interpreta il suo primo ruolo drammatico nel film di Nagisa
Oshima Furyo, accanto a David Bowie e Ryuichi Sakamoto. Nel
1989, dirige il suo primo film, Violent Cop. Il 2 agosto
1994, ubriaco fradicio, si schianta contro un muro con la
sua moto. Dopo mesi di ricovero in una clinica specializzata
in fratture del cranio, Takeshi smette di bere e si dedica
anima e corpo alla pittura. Il lato destro della sua faccia
resterà paralizzato e gli occhiali scuri gli servono per
nascondere i segni dell'incidente.

Diventando, poi, una caratteristica della sua speciale
immagine.
FILMOGRAFIA


Zatôichi (regista,sceneggiatore,attore,montaggio) Takeshi
Kitano 2003

Dolls (sceneggiatore,regista,montaggio) Takeshi Kitano 2002


Brother (montaggio,regista,attore,sceneggiatore) Takeshi
Kitano 2000

Tabù - Gohatto (attore) Nagisa Oshima 2000

L'estate di Kikujiro (regista) Takeshi Kitano 1999

Tokyo Eyes (Gli occhi di Tokio) (attore) Jean-Pierre Limosin
1998

Hana-Bi (regista) Takeshi Kitano 1997

Sonatine (montaggio,attore,regista) Takeshi Kitano 1993

Violent Cop (regista) Takeshi Kitano 1989
Team De Falco- Marotta

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