RECENSIONI CINEMA LA VENTICINQUESIMA ORA
Ritratto amaro e problematico
dell’ultima giornata di libertà di uno spacciatore elegante che
indossa il viso pulito di Edward Norton, il quale dall’alto del
proprio carisma tenta un approccio sociologico e psicologico di
quello che altrimenti sarebbe un racconto cronologico sul
quotidiano incedere della vita ai margini della legalità in una
metropoli moderna.
Dopo una buona mezz’ora gli attori si alternano in un monologo
di denuncia nei confronti della società, che è il diretto frutto
della filosofia del regista e che costituisce in effetti il filo
conduttore di tutti i lavori di Spike Lee, ma che ormai, anno
dopo anno e film dopo film, risulta pedissequo e scontato.
Ma l’opera rimane comunque di buon livello, condita da un non
indifferente spessore umano e realizzata con spunti di grande
intelligenza sia tecnica che artistica, i personaggi sono
credibilissimi, la fotografia e le musiche del film sono di
primissimo livello, a sottolineare l’esperienza e la qualità di
un prodotto con ambizioni giustamente alte e di significato
sociale.
Mirko Spelta
Per comunicazioni all'autore della recensione:
ginodilegno@inwind.it
GdS 8 V 2003
www.gazzettadisondrio.it