RECENSIONI CINEMA E alla fine arriva Polly
Lungo la sequenza narrativa del
film si dipanano la più disparate variazioni sul tema della
motilità intestinale che il cinema abbia mai raccontato; peti di
ogni sorta, rutti, attacchi di colite spastica da intestino
irritabile, battaglie sulla tazza con escrementi che non
prendono spontaneamente la strada del tubo di scarico
condominiale, sudori da attacchi di diarrea e vomito frequente,
e non ci facciamo mancare proprio nulla!
Va bene, la comicità grassa fa ridere, e tutta la filmografia
Italiana anni ’70 di cosiddetta “serie B”, lo insegna e lo
dimostra, con precursori d’eccezione come Alvaro Vitali nelle
epiche avventure di Pierino, o Gianfranco d’Angelo e le
Kakkientruppen; ma a tutto c’è un limite, e, nel tentativo di
percorrere la già malsana scia di “Tutti pazzi per Mary”, qui
decisamente si esagera.
Per il resto i protagonisti sono anche discreti, ma davvero si
fatica ad accorgersene, occupati come si è a verificare quanto
siano verosimili i suoni gastrici e le situazioni di imbarazzo
intestinale che si susseguono elegantemente.
Da perdere, decisamente.
Mirko Spelta
Per comunicazioni all'autore della recensione:
ginodilegno@inwind.it
GdS 30 III 2004
www.gazzettadisondrio.it