I racconti di Cristina: Caterina e i ladri

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Sente molto
parlare di ladri in questo periodo Caterina. Perlopiù da amici
che hanno subito furti. L’amica tedesca le ha raccontato di
essersi svegliata una mattina con la casa ben ripulita da tutti
gli oggetti preziosi. I “ladri” erano entrati nottetempo ed
avevano narcotizzato lei e il marito, procurando loro un lungo
sonno profondo e ristoratore ed avevano agito in tutta
tranquillità.

Anni fa la baita di suo fratello in montagna era stata visitata
da sconosciuti che avevano aperto una bottiglia di vino e
qualche scatoletta di carne in scatola.

Dei cugini di Caterina anni addietro avevano subito un grosso
furto, ma ciò che li aveva sconvolti di più erano stati gli atti
di vandalismo compiuti. Era stato messo tutto a soqquadro ed
erano stati lasciati escrementi ed altra sporcizia in giro per
l’appartamento.

Pochi giorni fa M., il collega filosofo di Caterina rientrando a
casa ha trovato la portinaia che gli è andata incontro sollecita
e lo ha invitato a bere un cordiale. Sì proprio un cordiale!
Doveva infatti comunicargli che la polizia scientifica stava
facendo le rilevazioni necessarie nel suo appartamento perché
erano appena entrati – ed usciti - i ladri.

Come sempre in questi casi si partecipa alla sofferenza e si
chiede: “Hanno portato via molto? Hanno fatto danni?” E’ l’unica
volta che Caterina lo ha visto davvero affranto, nonostante
sapesse che in passato avesse superato prove ben più gravi.
Erano stati sottratti alcuni oggetti di valore soprattutto
affettivo, l’orologio ricordo di un caro amico e un po’ di
contanti, ma a parte questo M. era sconvolto per aver trovato
tutto l’appartamento a soqquadro. Non solo, ai danni si sono
aggiunte anche le beffe, e malvagie per giunta, perché i nostri,
pensando di trovare chissà quale tesoro, hanno portato via anche
una busta contenente appunti e note su antichi testi greci,
lavoro di una vita, che M. conservava in attesa di poterli
pubblicare una volta andato in pensione. (Oltre che in filosofia
M. è anche laureato in lingue antiche). Caterina, che di solito
trova sempre una parola di circostanza e non ha grossi problemi
nello scrivere lettere di condoglianze, questa volta si è
trovata in seria difficoltà. Come consolare per un tale torto?
Si augura che M. abbia ottima memoria e riesca a ricostruire il
lavoro perso.

E’ certo che, se in un gruppo di amici si cominciasse a parlare
di furti, tutti avrebbero un’infinità di aneddoti da raccontare,
la varietà anche in un gruppo ristretto sarebbe parecchio ampia!

Internet-dipendente Caterina ha provato a scrivere la parola
“Ladro/i” in un motore di ricerca e si è divertita a vedere le
innumerevoli pagine di risultati apparsi. Molti i titoli di film
e canzoni: Guardie e Ladri, Ladri di biciclette, Ladri di
saponette, Ladri di Merendine, Il Ladro di Orchidee, Ladri di
Carrozzelle, fino ad un più recente Ladri di Barzellette.
Altrettanti i nomi di gruppi musicali, soprattutto inglesi o
americani, oppure di giochi: Re e ladri, la Confraternita dei
ladri, l’Anello dei ladri, Il Ladro degli anelli…

Non mancano naturalmente i ladri gentiluomini, da Robin Hood ad
Arsenio Lupin.

Si passa poi ai politici ladri (ancora troppi), governo ladro,
Roma ladrona. Ci sono parecchi siti su questo argomento, per poi
arrivare ai fatti di cronaca. “Ladri di peperoni avvelenati
rischiano il mal di pancia” o anche drammatici come “Ladri
di’identità” .

In altri titoli i successi delle forze dell’ordine: “Arrestato
ladro di elemosine” uno fra i più abbietti del genere, oppure
“Preso ladro di telefonate” e ancora: “Ladro di limoni
denunciato a Cagliari”.

Caterina è strabiliata dalla varietà merceologica delle
refurtive.

Poi si è stancata perché la lista era interminabile, dopo tutto
non deve fare una ricerca scientifica.

Le resta tuttavia la curiosità per queste fantomatiche persone
che tanto fantomatiche non devono essere vista la popolarità di
questa …professione?

Perché per tanti che hanno subito furti, nessuno può dire di
conoscere personalmente un ladro. Il conto non torna. E’ una
professione a tempo pieno o parziale? Si tratta di dilettanti o
professionisti? A tempo indeterminato o con contratto a termine?
E il sesso? E’ arrivata anche qui la parità?

Un aneddoto. Quando non c’erano ancora le straniere, le colf si
chiamavano ancora donne di servizio e venivano in gran numero da
quelle povere zone d’Italia dove grande è oggi l’intolleranza -
per non dire il razzismo – verso gli immigrati. Una volta
all’anno queste donne se ne tornavano a casa, con grosse valige
contenenti i vestiti smessi della “signora” e altri doni per la
famiglia. Proprio come fanno adesso le badanti. In questi casi
la zia di una mia amica preferiva controllare i loro bagagli
prima della partenza e trovava sempre qualche “ricordo” in più.
Di solito lasciava correre, dopotutto se una persona prende un
lenzuolo è perché ne ha bisogno. Ma una volta l’intraprendenza
dell’ancella era andata oltre. La zia aveva infatti trovato
nella valigia, oltre a svariati oggetti utili ed inutili, anche
una protesi dentaria in oro dello zio.

Realtà e finzione si mescolano, è venuto in mente infatti a
Caterina quello straordinario racconto di Flannery o’Connor in
cui un falso venditore di bibbie (!) ruba sistematicamente le
protesi - gambe di legno, occhi di vetro, dentiere ed altro -
alle sue sfortunate vittime/clienti. Le deviazioni evidentemente
non risparmiano nessuna categoria.

Ricchissime e generose sono la letteratura e la filmografia
sull’argomento. Tutti possono avere delle opinioni in proposito.
Ma certezze? E quanti sono i ladri catturati? Anche qui forse
c’è una certa sproporzione fra furti e arresti.

Una collega di Caterina fa la traduttrice, è straniera e viene
interpellata dalla polizia quando ci sono problemi di
incomunicabilità con suoi connazionali arrestati. Proprio
l’altro giorno ha conosciuto dei ladri di ville, quelli tanto
temuti, che spruzzano il sonnifero. Allora è vero, non sono solo
leggende metropolitane, ha pensato. Il segreto professionale ha
impedito all’amica di dire altro, lasciando Caterina crudelmente
delusa.

L’unica che l’ha aiutata è stata un’altra amica, che ha subíto
ben tre furti nella sua villetta sul lago di Como. Nadia è
un’artista, dipinge, fa ceramica, tesse arazzi, cucina
splendidamente. E’ molto generosa e collabora attivamente alla
vita parrocchiale.

Sembra che il primo furto fosse stato commesso da persona che
soffriva il freddo, era inverno. L’altra ipotesi è che avesse
perso al gioco anche i vestiti. La casa si trova non lontano da
un noto casinò. Il “ladro” si era infatti impossessato di scarpe
e vestiti del defunto suocero. “Mi è spiaciuto non potergli dare
qualche altra cosa, di cui magari aveva bisogno” dice Nanda,
confermando così la sua coerenza cristiana.

Per il secondo furto erano stati privilegiati oggetti vari, non
necessariamente i più belli o i più preziosi.

Ma quello più importante e creativo era stato il terzo.
Evidentemente un intenditore, e forse segreto ammiratore
dell’arte di Nadia, si era concentrato sui quadri. Mai Nadia si
era sentita così realizzata, associata ad artisti come Van Gogh,
Modigliani e Picasso! Quel gentiluomo di un ladro le aveva
regalato la celebrità! Sì, perché solo la certezza di avere fra
le mani dei capolavori poteva averlo indotto a compiere un tale
gesto!

Le sorprese non erano però finite lì. Oltre ai suoi di quadri ne
aveva sottratto, brutto dire “rubato”, un altro di un certo
valore ma dipinto da un altro artista.

Questo confermava la teoria del ladro intenditore e lusingava
ancora di più la “vittima.

Non poteva certo Nadia lamentarsi di un tale onore.

Tuttavia un reato era stato commesso ed era stato inevitabile
sporgere denuncia.

Il fatto era stato ormai dimenticato quando in provincia di Como
“viene acciuffata banda di ladri e recuperata parecchia
refurtiva”

Fra il materiale ritrovato si trova anche il quadro di valore
sottratto a Nadia, che le viene così restituito. Ad ulteriore
conferma della signorilità del nostro uomo Nadia e il marito
scoprono che il signore aveva fatto effettuare una perizia sul
loro quadro e l’aveva fatto valutare a sue spese. Hanno così
scoperto che il quadro ha un valore molto maggiore di quanto si
pensasse. Nadia è inoltre compiaciuta dal fatto che i suoi
quadri non siano stati restituiti, segno che il nostro è
riuscito a piazzarli bene.

Quando al maxiprocesso hanno dovuto testimoniare non è stato
possibile individuarlo perché imputati e reati erano parecchi.
Hanno solo potuto fare delle illazioni su chi potesse essere, in
base alla corporatura. Probabilmente persona magra e piccola di
statura perché si era introdotta in casa attraverso una
minuscola finestra. Le speculazioni si sono però fermate lì
perché Nadia e il marito si sono accorti di essere seduti
proprio vicino ai famigliari degli imputati.Non potevano
continuare ad indicare e chiedersi: “ sarà quello? No piuttosto
quell’altro. Secondo me é l’omino a sinistra, ha proprio le
“physique du rôle”, perché cominciavano ad essere il bersaglio
delle occhiate fulminanti dei loro vicini. Non era possibile
evidentemente conversare amabilmente con essi e rivelare che
desideravano soltanto stringere finalmente la mano al loro
benefattore, complimentarsi con lui per la competenza dimostrata
e magari assumerlo come agente per piazzare i quadri di Nadia.

Cristina
Cattaneo


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Cristina Cattaneo
Società