I racconti di Cristina: 12 - Gita Scolastica N. 4 Cremona - Mantova – Sirmione

di Cristina Cattaneo

Il gioco è bello quando è corto, mi diceva mio papà quando ero
piccola.

Così dico io delle passeggiate scolastiche di fine anno. Come i
pittori astratti. Ad un certo punto la realtà diventa così
insopportabile che non si riesce più a riprodurla. Lo dice molto
meglio di me Kurt Vonnegut nel suo libro “Il Signor Barbablu” –
Mr Bluebeard. E’ da lui infatti che ho appreso che pittori come
Pollock, quello dei quadri che sembrano reticolati inviolabili
sia da chi si trova all’interno del recinto che da chi sta di
fuori, non siano riusciti a varcare questo confine
dell’indicibilità e dell’indescrivibilità e abbiano preferito
porre fine sia al loro sforzo artistico che alla loro vita.

Certo il paragone è arduo, ma, quando nella sala affrescata dal
Pisanello o nella Camera Picta del Mantegna in quella meraviglia
che è il Palazzo Ducale di Mantova vedi ragazzi che sbuffano,
annoiati, allora senti che questo reticolato diventa sempre più
fitto e irto di spine, e divide inesorabilmente questi
sfortunati giovani da coloro che ancora si commuovono per un
verso d’amore in una poesia, hanno dei capogiri nel vedere le
Madonne dorate di Siena o i capolavori di Palazzo Pitti, i
puntini color pastello di Seurat, le ragazze del caffè di Renoir
o l’urlo tragico di Munch. Non so da che parte del reticolato
stessero Pollock e gli altri pittori astratti, certo hanno
preferito ritrarsi, non donare più gratuitamente la bellezza,
riservarla a pochi iniziati, privilegiati depositari del segreto
codice di accesso. La formula magica sarà inaccessibile, perché
ritornata nelle mani degli antichi maghi di Zoroastro, degli
asceti himalayani, degli sciamani siberiani o dei sapienti
gnostici, conoscitori della saggezza misteriosa di Ermete
Trismegisto, tre volte grande, mega-mega-mega-galattico. La
bellezza e l’arte ritorneranno ad essere sacre e violarle sarà
un sacrilegio, il crimine indicibile, che non può essere
giudicato da giudici terreni.

Con questa terrificante prospettiva e per espiare le colpe
commesse da me, che mi sono resa complice di questo orrendo
sacrilegio, che ho permesso che delle creature indegne
violassero lo spazio sacro dell’arte, chiedo di essere murata,
per un periodo sufficiente a purificarmi, nella cella di un
convento in compagnia di tanti libri, del mio computer e di un
po’ di buona musica, prometto di non cadere più nella tentazione
di far assaggiare il frutto della bellezza a giovani non ancora
iniziati. Se dopo questo periodo di ascesi avrò ancora delle
tentazioni malsane, chiedo allora di rendere questa mia
esclusione definitiva.
Cristina Cattaneo

GdS 10 XI 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Cristina Cattaneo
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