Le Over Size di Fernando Botero: uno scudo contro le nevrosi
A vederti in giro tutte quelle meravigliose over size di
Fernando Botero, il magnifico pittore colombiano che ha uno
sguardo seducente al pari di tanti di quelle terre di fuoco
e che a 70 anni può dirsi “arrivato” e famoso nel mondo,
visto che i suoi dipinti e le sue sculture sono nei migliori
musei , ti senti quasi una libellula, anche se proprio la
taglia non è 42.
Di lui, celebre per le sue donne tanto grasse quanto belle
(ma anche gli uomini, gli animali, i bambini, quanto a
dimensioni non scherzano), puoi dire, appena ne vedi una:
questa è un botero!
Ma com’è nata, si è distinta la sua pittura?
Ho cominciato con la pittura a 15 anni e, a 19 anni, ho
fatto la prima mostra a Bogotà. Già dai primi acquerelli si
sarebbe potuto intravedere il mio interesse per il volume.
Sono venuto in Italia, a Firenze, a studiare. L'arte
italiana è volumetrica, spettacolarmente volumetrica, come
si vede in Masaccio, Michelangelo, Giotto. Mi ha interessato
e mi ha molto influenzato ed è stata per me una fortuna
enorme.
Dopodiché?-
Nell’arte c'è sempre un’evoluzione. Nel senso che un giorno
uno trova una forma personale di esprimere il volume. E
questo mi è successo nel '56, in Messico. Ho fatto un
disegno con grandi forme e piccoli particolari, che ha dato
una monumentalità speciale alla mia opera. Da quel momento
ho cominciato a fare quadri tutti così, alla Botero, appunto
i Boteri. Prima erano Paolo Uccello, Piero della Francesca,
Giotto, Picasso, questo e altro. Ancora oggi guardo con
molto interesse le loro grandi opere. Manifesto i grandi
volumi dappertutto.
Un Botero deve essere tale al cento per cento, altrimenti
per me non nasce alcun interesse. Quando dipingo un quadro,
uno lo vede da cento metri e capisce che è un Botero.
I Boteri sono un punto di arrivo o ci saranno cambiamenti?-
Migliorare sì, cambiare no. Perché tutti i grandi artisti
non hanno cambiato stile. Siccome Picasso lo ha fatto, tutti
pensano che bisogna fare come uno stilista che disegna
collezioni estive ed invernali. Nell'arte c'è differenza
solo tra le opere della gioventù e quelle della maturità.
Qualcuno, come Goya, alla fine della vita ha dipinto le
pitture nere, ma è un'eccezione.
Non credo che sarò io la seconda eccezione, anche se debbo
ammettere che intimamente l'arte crea un suo mondo che
permette di affrontare meglio certe tensioni: è una valvola
di scarico dalla realtà. Il mondo culturale, il creativo ha
un'esistenza parallela irreale e meravigliosa che aiuta a
vivere meglio la gente.
Lei viene da un paese, la Colombia, segnato dalla violenza,
ma tutto il mondo sta vivendo momenti di tensioni. Lei come
l’affronta?
L’angoscia in Colombia la conosciamo da anni. Ci conviviamo.
Adesso c'è molta preoccupazione dopo la guerra in Iraq, però
ho scoperto che se ne parla tanto e la stampa esagera.
Il mondo dell'arte sembra, comunque, disporre di un suo
scudo contro tutto questo, anche se ha molto a vedere con
l'economia.
C'è qualche sogno che vorrebbe realizzare ?
Ho fatto molte cose. Sono il pittore vivente che ha avuto
più mostre nei musei. Dopo Venezia, andrò in Giappone Ci
sono due cose nella vita di un artista: la creatività ed il
lavoro, che sono l'attività centrale e una parallela che
sono le mostre, il successo però non è tutto. Ma come si fa
a non rispondere alle persone che ti chiedono, a volte,
l’impossibile. Mi auguro di morire come Picasso che ha
lavorato fino alle 2 del mattino, è andato a lavarsi i denti
ed è caduto morto nella stanza da bagno.
La sua è un'arte immediatamente accattivante, ma non
semplice: Si può dire che rappresenti la più efficace
sintesi tra la produzione artistica precolombiana e la
secolare tradizione dell'arte spagnola, da Velásquez a
Picasso?
Nella mia lunghissima stagione artistica, sono rimasto
fedele allo stesso modello (ho realizzato oltre 1.000 olii
ed altrettanti disegni, affrontando anche la scultura con la
passione e l'emozione di poter realizzare in tre dimensioni
ciò che già sulla tela ha acquistato valori tattili): pur
conoscendo i principali esponenti delle avanguardie, li ha
volontariamente ignorati seguitando a proporre quello che è
stato definito il "Boteromorfismo" ed una pittura che può
essere facilmente riassunta come "monumentale".
Ho ingrandito con l'idea che l'arte è bella. Ho cercato di
produrre un'arte della bellezza, di scoprire il suo
significato interiore che può essere espresso anche da una
donna “cicciona”, seppure oggi si è ossessionati dalle small
size.
Botero a Venezia. Sculture e dipinti
Fino all' 8 giugno 2003 - Spazi aperti in città
Fino al 13 luglio 2003 - Palazzo Ducale, Sala del Piovego
Orari: 9-19 (biglietteria 9-18.00).
Informazioni per il pubblico: Call Center Musei Civici
Veneziani, tel. 041-5209070, e-mail: info@teleart.org
Scheda
A quattro anni dalla prima esposizione in Italia, a Firenze,
le grandi sculture in bronzo e venticinque dipinti recenti
del grande artista colombiano, Fernando Botero, si possono
ammirare nella città lagunare.
Il progetto, coordinato e diretto dalla Fondazione Amadeus,
raccoglie un'esauriente selezione di opere di questo artista
contemporaneo, che vanta opere conservate in cinquanta musei
del mondo, quotazioni altissime, ed una rassegna
bibliografica immensa.
Nato a Medellin nel 1932, Fernando Botero si è formato
studiando la grande pittura europea (Italia, Spagna,
Francia, Germania) ma non ha mai dimenticato i temi e i
modelli espressivi della cultura sudamericana. La produzione
artistica di Botero è fortemente influenzata dagli artisti
della scuola muralista messicana( Diego Rivera, per esempio,
il grande amore di Frida Khalo). Dopo il periodo di studi in
diverse città italiane, rientra a Bogotà per trasferirsi poi
a Città del Messico nel 1956.A tale periodo risale la fase
dell'espansione e della dilatazione dei volumi e delle
dimensioni delle forme che lo portano a ritrarre e scolpire
le grandi figure che gli fanno acquistare fama e celebrità
nel mondo.
Nei venticinque grandi dipinti esposti nella Sala del
Piovego in Palazzo Ducale sono rappresentati uomini e donne
durante un pic-nic o in spiaggia, nel pieno di una corrida o
al dancing. Oltre ai dipinti, che si possano ammirare con un
biglietto che permette l'accesso a quattro musei e ad
un'altra mostra 'Canova/Rainer' al Museo Correr, fanno parte
del progetto espositivo anche venti grandi sculture in
bronzo. Datate tra il 1987 ed oggi le sculture variano tra
uomini, donne, animali.
Le sculture saranno rimosse entro l’8 giugno, perché il 15
giugno vi sarà l’apertura della Biennale d’arte e si sa…
Maria De Falco Marotta
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