Il Movimento di Resistenza Popolare non violento fu un’esperienza autonoma e preziosa di partecipazione e di solidarietà. Rivalutiamo la resistenza non armata
Nel contesto del movimento popolare di resistenza non violenta
contro il nazismo degli anni '43-'44, la comunità di Tor Mancina
(Monterotondo - Roma), è stata protagonista di una esemplare
pagina di storia culminata nella lunga presa in giro degli
occupanti nazisti, con la grande beffa finale dei certificati
medici... il mistero della reazione nazista.
Resistenza popolare non armata
Il Movimento di Resistenza Popolare non violento fu
un’esperienza autonoma e preziosa di partecipazione e di
solidarietà. Rivalutiamo la resistenza non armata:
Tutte le azioni non armate di resistenza anche se attuate a
livello di massa o da larghi settori di popolazione sono state
disconosciute a livello ufficiale o quanto meno sottovalutate
nella ricerca storica.
Nella resistenza non armata sono state coinvolte molte più
persone che non in quella armata. Basti pensare che nella sola
città di Roma erano «nascosti» presso famiglie o istituti
religiosi molte migliaia di persone (ebrei, dissidenti,
politici, renitenti, ex prigionieri alleati …).
Nella popolazione vi era molta “solidarietà umana” (verso i
ricercati e i perseguitati) soprattutto vi era una naturale
predisposizione a partecipare, ciascuno secondo le proprie
possibilità e capacità, alla resistenza al nazifascismo.
Solo a partire dagli anni settanta c’è stato un certo interesse
prevalentemente da parte di alcuni ricercatori di orientamento
cattolico, a rivalutare (ponendola nella “giusta luce” e
considerazione) la resistenza non armata, in particolare quella
relativa al coinvolgimento della Chiesa e degli enti religiosi
cattolici, soprattutto a Roma, nella protezione dei perseguitati
(ebrei e dissidenti politici) e dei ricercati (renitenti, ex
prigionieri alleati).
In alcune zone del Paese e in alcune città, la resistenza è
stata esclusivamente o prevalentemente attuata in forma non
armata e con metodi non violenti.
Le attività di resistenza non armata praticate erano
l’espressione di un’autonoma forma di resistenza della
popolazione, diffusa e spontanea.. Solo in parte queste attività
sono state, più o meno adeguatamente, documentate (vedi Comunità
di Tormancina).
La vicenda della Comunità di Tormancina
La vicenda della Comunità di Tormancina, emblematica fra tante
altre Comunità similari, costituisce una pagina di storia che
deve ottenere il doveroso giusto riconoscimento del Paese per le
benemerenze acquisite da chi, senza nulla pretendere, ha
rischiato la propria vita al di là di ogni suo stretto dovere, a
beneficio della Patria.
E’ opportuno, specialmente oggi, richiamare alla memoria un
magnifico esempio di solidarietà umana, verificatosi nell’ultima
guerra, quando l’Italia dovette subire le violenze di una
occupazione militare straniera.
E’ necessario inculcare ai giovani i valori patriottici. i
principi di libertà e di indipendenza perché conoscano la storia
e ciò che hanno fatto i padri per restituire loro la libertà e
la democrazia.
La vicenda di Tormancina costituisce una pagina di storia del
nostro Paese che abbiamo il dovere e l’obbligo di lasciare come
esempio ai nostri giovani.
E’ vano parlare di pace e di non violenza quando si esaltano la
lotta armata e si mette a tacere il movimento spontaneo
popolare.
La vicenda “Tormancina” illustra una pagina storica dell’ultima
guerra scritta dalla nostra gente, eroica e per questo
esemplare.
Diventa imprescindibile dovere, portare alla luce i meriti di
quegli italiani da additare quale esempio alle nuove generazioni
che, certamente, anche se faticosamente e contro ogni caparbia
resistenza, riusciranno a costruire una nuova moralità e
certezza di giustizia sociale. Gli studenti sapranno trovare il
modo e forse il tempo di spiegare agli altri e a noi, se, e dove
abbiamo sbagliato.Loro saranno i veri giudici del nostro passato
e del loro domani. Oggi più che mai , è necessario che i giovani
sappiano, capiscano e comprendano.
La cittadella degli eroi
Tenuta “TOR MANCINA “ dell’Istituto Sperimentale Zootecnico di
Roma
Durante l’occupazione militare tedesca della Tenuta “TORMANCINA”
(agro Monterotondo—anni 1943/1944) l’intera comunità
dell’azienda (uomini, donne, anziani, bambini, tecnici,
impiegati, operai, contadini) si coalizzò contro gli occupanti,
mettendo in atto tutta una serie di espedienti, sotterfugi,
stratagemmi, per salvare da cattura, deportazioni,
rastrellamenti, razzie, saccheggi….civili, militari, italiani e
alleati, beni mobili e immobili di proprietà dello Stato
Italiano. Una vera e propria beffa alimentata
dall’insopprimibile spirito di libertà e indipendenza.
Da 60 anni questa esemplare pagina di storia viene relegata nel
dimenticatoio, condannata ad un ingrato oblio: E’ dovere etico
sociale e civile della Nazione rievocare le gesta di chi non c’è
più... rendere merito ai superstiti... riconoscere ai figli e
nipoti il diritto di ricordare i padri con legittima fierezza ed
orgoglio.
Si invoca a gran voce la pace…si manifesta su tutte le piazze
per la non violenza …e si offende poi, relegandola nel silenzio,
la memoria storica sulla matrice del movimento popolare di
resistenza non violento del 1943/44.
Il 25 Aprile giorno della liberazione si è celebrata la lotta
partigiana armata e non quella del movimento popolare di
resistenza non violenta perchè questa discriminazione? Perchè si
mette a tacere una pagina di storia del nostro Paese?
Paolo Sabbetta
paolosabetta@libero.it
Dal Presidente della Repubblica
Gentile Signor Sabbetta,
il Presidente della Repubblica comprende i sentimenti che
ispirano il desiderio di ottenere uno speciale riconoscimento
per l’eroico comportamento di tante generose famiglie, che in
quei momenti non esitarono a mettere in pericolo la propria
sicurezza per salvare tanti innocenti da sicura rappresaglia
nazista .Purtroppo le attuali norme di legge non prevedono una
simile distinzione… che possa in qualche modo assecondare
un’aspirazione di così elevati contenuti morali…
Con i più cordiali saluti da parte del Capo dello Stato…
Per maggiori dettagli sulla vicenda consultare il sito http://art.supereva.it/paolosabbetta/index.htm?p
GdS 10 V 2004 - www.gazzettadisondrio.it