Meeting di Rimini: Un’altra opportunità???

di Maria De Falco Marotta

Sono pazzamente “nemica” di Francesca Mambro e Nadia Mantovani,
due donne proprio “perbene” che sono state le stars
applauditissime dai “nipotini” di quel famosissimo prete don
Giussani che pensava di testimoniare Cristo nelle scuole
italiane quando infuriavano proprio i “terrorismi” di cui loro
due sono state attivissime, tanto da uccidere più volte e di
aver “meritato” ergastoli e condanne da far tremare i polsi
anche al più spregiudicato degli uomini.

Hanno parlato al Meeting di Cl (che sta per Comunione e
liberazione, un movimento ecclesiale che ha avuto sempre la
puzza sotto il naso se non ti intruppavi nelle loro fila, un po’
come gli integralisti islamici di cui tanto diciamo male) e
hanno raccontato la loro esperienza (non certo da proporre ad un
pubblico fatto di tante “pecore”, pardon, di tanti bravi seguaci
del Vangelo).

Ma come, ho pensato, c’è tanta gente che suda, lavora, tira la
carretta più che onestamente, che si sbraccia di qua e di là per
insegnare il rispetto per la vita, perfino dal suo inizio come è
scritto nella Bibbia e predicato dalla gerarchia cattolica (io
sono cattolica), che piuttosto che torcere un capello ad un
altro si farebbe scuoiare alla maniera dei Sioux e viene a
stento riconosciuta come parte di una massa informe di individui
e poi deve subire l’oltraggio di vedere sul palcoscenico di un
Meeting che già dal nome “Incontro tra i popoli” presuppone
amicizia, amore, rispetto, tolleranza, eccetera eccetera, due
pericolose delinquenti che si fregiano di nomi quali pubblicista
e collaboratrice di una cooperativa?

Agli organizzatori non è venuto il benché minimo dubbio
nell’avallare i loro nomi, anche se “segnalate” da un ex
Presidente della Repubblica che non ha mai goduto di troppo
credito, tanto che si è dimesso prima della fine del suo mandato
in un tempo già così disastrato che ha bisogno di esempi forti
da poter seguire?

Cosa può imparare un giovane da una come la Mambro, pluriomicida
e da una Mantovani, altrettanto indegna, tenace brigatista, che
dal carcere passano acclamatissime sul palcoscenico di Comunione
e Liberazione (quale comunione e quale liberazione?).

Certo, nel Vangelo c’è scritto di “perdonare” settanta volte
sette, di accogliere a braccia aperte il figlio smarrito, di
offrire l’altra guancia, di amare il nemico fino a donare la
vita per lui, però si elogia anche coloro che lottano per la
giustizia, di tagliare il fico improduttivo, di non proporsi
come guida se si è ciechi, di non raccogliere fichi dalle spine,
di non provocare gli scandali (e a questa “trovata” di CL che
nome si può dare?).

E la giustizia, quella che dovrebbe riscuotere un minimo di
rispetto nella società affinché la convivenza sia resa possibile
e rispettosa, non può essere oltraggiata così smaccatamente da
un gruppo di simpatici credenti che spargono lacrime, aprendo le
braccia a due tipe che hanno le mani lordate di sangue di tanti
inermi (ah, già il perdono evangelico di cui si fa un “peso
specifico” secondo l’opportunità, forse proprio in nome del tema
scelto per questo meeting), tanto da far dichiarare a Paolo
Bolognesi, presidente dell'Associazione vittime della strage di
Bologna che è stata: "Una operazione indegna". Per Bolognesi,
infatti, è inaudito che "un meeting cattolico si faccia lustro
con la fama dei terroristi, spazzando via il dolore di coloro
che devono fare i conti con la scomparsa di persone uccise dalla
violenza sanguinaria".

Anche Salvatore Berardi, figlio del maresciallo Rosario Berardi,
ucciso in un agguato dalle Brigate Rosse la mattina del 10 marzo
del '78 a Torino, si dice sconvolto per l'iniziativa di Cl di
consentire alle ex terroriste di prendere la parola dal palco.
«Le trasformano in prime donne - accusa Berardi - mentre nessuno
sa chi sono e che cosa pensano, come vivono i familiari delle
vittime del terrorismo. Che devono insegnare Mambro e Mantovani
alle nuove generazioni? Devono insegnare come si fa
terrorismo?», chiede con provocazione.

La leggerezza e la superficialità di certa gente va severamente
stigmatizzata.

Non è proprio detto che se si gode della “protezione” di alte
sfere cattoliche, si possano commettere errori così pacchiani.

E non è proprio detto che quelli di CL siano i “cristiani” da
prendere ad esempio.

Per fortuna, la varietà dei carismi, la possibilità di
testimoniare l’evangelo non appartiene solo a gruppi settari
che, in un certo senso, rallegrano i non credenti che, come in
questo caso, inducono a pensare che ci si adatta all’onda del
momento, a quella malaugurata voglia di protagonismo che inquina
tutti.

Oppure a quella voglia matta di mettere tutto in un calderone,
tanto poi ognuno fa quello che gli piace di più.

Spero che vengano bacchettati a dovere per questa impresa che mi
puzza tanto di “pubblicità”.

Oggi, purtroppo, chi la spara più grossa guadagna il
palcoscenico del mondo.

Chissà se quelli di Comunione e Liberazione hanno pensato per un
attimo che il Regno di Dio non viene in modo spettacolare.

Maria
De Falco Marotta





GdS 30 VIII 2004 - www.gazzettadisondrio.it

Maria De Falco Marotta
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