“Mamma Cinque lettere come AMORE Mamma Cinque lettere come CUORE Mamma Cinque lettere come CIELO Mamma Cinque lettere come BELLA “

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Queste espressioni così ingenue e semplici, faranno andare,
molto probabilmente, su tutte le furie le molte madri che vedono
la famosa “Festa della mamma” (seconda domenica di maggio,
sull’esempio di quell’americana) come il fumo negli occhi,
oppresse come sono da mille incombenze( lavoro, marito, figli,
casa…).

C’è poco da festeggiare e ancora molto da sgobbare.

A qualsiasi età.

Però con quel “quid” particolare, con quella tenerezza che
sempre emerge anche nei momenti più faticosi e ti fa intenerire,
come mi fece intenerire quella volta il Cardinale Albino Luciani,
Patriarca di Venezia, prima che diventasse Papa Giovanni Paolo
I, quando smontò con una frase la mia “rabbia” sulla
subordinazione delle donne nella chiesa dicendomi:- Non so se
sia importante avere un ruolo di comando nella chiesa in quanto
a soggetti dell’evangelizzazione.
Posso solo dirle che mai nessun uomo potrà affermare “sono la
madre di Dio. Invece una donna sì” .

Un po’ di storia

La festa della mamma fu istituita nel 1914 negli stati Uniti su
proposta di

Anna M. Jarvis che era molto legata alla madre, un'insegnante
della Andrews Methodist Church di Grafton,nel West Virginia.

Dopo la morte della madre, Anna si impegnò inviando lettere a
ministri e membri del congresso affinché venisse celebrata una
festa nazionale dedicata alle mamme.

Essa doveva rappresentare un segno d'affetto di tutti nei
confronti della propria madre mentre questa era ancora viva.

Grazie alla sua tenacia e determinazione, la prima festa della
mamma fu celebrata a Grafton e l'anno dopo a Filadelfia: era il
10 maggio 1908 .

Nel 1914 il presidente Wilson annunciò la delibera del Congresso
per festeggiare questa ricorrenza la seconda domenica di maggio,
come espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri
del Paese.

Da quell'anno fu istituito il "Mother's Day".

Oltre agli Stati Uniti questa data è stata adottata da
Danimarca, Finlandia, Turchia, Australia , Belgio, Italia. In
Norvegia viene celebrata la seconda domenica di febbraio , in
Argentina la seconda di ottobre ; in Francia l'ultima domenica
di maggio ed è onorata come compleanno della famiglia.

La Festa trae origini dalla preistoria, dove si celebrava la
"Grande Madre", simbolo di fertilità. Anche gli antichi Greci,
alcuni secoli prima della nascita di Cristo, dedicavano alle
loro genitrici un giorno dell'anno, con la cerimonia in onore
della dea Rea, madre degli Dei. Per il popolo romano tale
divinità era Cibele, tenuta nel mese di maggio.

Nell’induismo, la religione più antica della terra, nei Purana
(lett.: cose antiche) che sono i testi che costituiscono la sua
struttura religiosa e mitologica , oltre a Brahama, Vishnu e
Shiva considerati massima espressione dell'Uno, del Divino nelle
molteplici forme, accanto ad essi troviamo una miriade di
divinità di origine dravidica, tra cui la Grande Dea, Maha Devi
che si afferma in mille forme ed in mille nomi, in mille
elementi lunari che entrano con forza nella ortodossia religiosa
dando luogo allo Shaktismo con l'adorazione della shakti,
energia femminile, creatrice dell'Universo.

Questa ricorrenza pagana, con l’espandersi del cristianesimo,
venne acquisita dalla Chiesa, divenendo il giorno in cui si
celebrava la “Madre della Chiesa: forza spirituale della vita e
protezione dal male”, ma anche la propria madre terrena.

I suoi simboli sono il rosso , il cuore e la rosa, che più di
ogni altro fiore rappresenta l'amore e la bellezza e sa
testimoniare l'affetto e la riconoscenza dei figli.

FESTA DELLA MAMMA: CHI FESTEGGIA CHI?

La festa della mamma è uno dei giorni solenni più apprezzati nel
mondo. Ma si dovrebbe anche riflettere sulla figura ed il ruolo
della "mamma" nella nostra società.

Nonostante il riconoscimento della maternità quale essenziale
funzione sociale, ancora oggi sono soprattutto le donne a
sopportare il carico del lavoro di cura che la nascita di un
figlio (o più di uno) comporta. In particolare, proprio le donne
italiane devono lavorare molto più delle loro colleghe americane
ed europee, dal momento che oltre al lavoro esterno, svolgono
quasi interamente da sole i lavori domestici( e quando poi sono
famiglie monoparentali…).

Ancora oggi, nonostante i numerosi provvedimenti legislativi e
l'aumento delle strutture pubbliche e private di servizi e
sostegno alle famiglie, sono le madri a dover rinunciare alle
proprie aspirazioni per dedicarsi alla crescita dei figli.
Naturalmente, oggi le donne hanno molte più opportunità rispetto
ad un passato non troppo lontano, eppure la maternità non ha
ancora trovato una collocazione "naturale" nella società, in
quanto i tempi ed i ritmi di quest'ultima non consentono di
conciliare serenamente il desiderio di maternità con quello
professionale e più in generale "pubblico". In assenza di una
coscienza collettiva in grado di assumersi proporzionalmente le
responsabilità in tema di maternità, le mamme devono sostituirsi
con abilità da giocoliere ad ogni ruolo, improvvisarsi e
soprattutto dividersi, spesso rinunciando a se stesse. Facendo i
“salti mortali” si riesce a cavalcare l’onda. Ma che fatica!

In ogni caso, secondo un’indagine realizzata da Eta Meta
Research nel 2004 ,su 1024 mamme italiane tra i 20 e i 40 anni,
Sei mamme su dieci preferiscono la maternità alla carriera(
Cfr.: Daniele Gualdi - [Internet Express Snc.).

La preghiera cristiana che unisce tutte le mamme del mondo.

Il Papa recita ogni domenica dalla sua finestra su Piazza s.
Pietro, l’Angelus, la preghiera mariana per eccellenza e ,
idealmente, a lui si uniscono non solo i fedeli che sono lì
anche per salutarlo.

Il suono dell’Angelus è stato sentito fin dalle origini, nel suo
indicibile carico di mistica poesia mariana, come armonioso
invito a salutare la Vergine.

Le origini della pia pratica risalgono al sec. XIII.

In un Decreto del Sinodo di Strigonia [in Ungheria] del 1307 si
prescriveva che tutte le sere si suonasse la campana ad instar
tintinnabuli per annunziare l’ora dell’"Angelus" e si
concedevano indulgenze ai fedeli che a quel suono avessero
recitato tre Ave, Maria.

Un altro Decreto sinodale, promulgato dal Vescovi di Lerida [in
Spagna] nel 1308 prescriveva espressamente che la campana
dell’Angelus dovesse essere suonata verso il crepuscolo della
notte, a rintocchi in tre pause.

Nel 1318 l’Angelus ottenne l’approvazione pontificia di Giovanni
XXII, che concesse 10 giorni di Indulgenza ai fedeli che ne
avessero recitato in ginocchio le tre Ave, Maria, come già era
in uso in alcune Diocesi della Francia. Nove anni dopo, nel
1327, con una Lettera inviata da Avignone al suo Vicario
generale in Roma, ordinava che ogni sera, all’imbrunire, si
suonasse la campana in ogni rione della Città e che i fedeli a
quel suono recitassero la "Salutazione Angelica".

Dopo queste autorizzazioni, l’Angelus si diffuse
progressivamente nella Chiesa.

Nel Canto VIII del ‘Purgatorio’, Dante ricorda la ‘squilla’ che
a sera sembra piangere il giorno morente:

"Era già l’ora che volge il desio

ai navicanti e ’ntenerisce il core

lo dì c’han detto ai dolci amici addio;

e che lo novo peregrin d’amore

punge, s’e’ ode squilla di lontano,

che paia il giorno pianger che si more".

[Purg VIII, 1-6]

Quando egli scrisse la "Divina Commedia" – il suono della sera
dell’Ave, Maria era già ben diffuso in Toscana, e nel Veneto
dove il poeta esule dimorò a lungo.

Ma, per dirla con il Manzoni ne "Il nome di Maria", il suono
della campana dell’Angelus invita a salutare la Vergine: "Te
quando sorge, e quando cade il die e quando il sole a mezzo
corso il parte, saluta il bronzo che le turbe pie invita ad
onorarte" .

I cristiani dell’Oriente bizantino recitano la seguente
preghiera alla Madre di Dio, nota come l’Axión éstin: "È
veramente giusto glorificare te, o Genitrice di Dio, sempre
beata e tutta immacolata Madre del nostro Dio. Te, più onorabile
dei Cherubini e senza confronto più gloriosa dei Serafini, Te
che senza ombra di corruzione partoristi il Verbo di Dio,
magnifichiamo quale vera Madre di Dio".

Un augurio e un ricordo.

E, come augurio e ricordo per ogni mamma del presente e del
passato, come non citare i dolcissimi versi di Montale, dove con
tanta devozione si accenna a quell’intuizione divina chiamata
Binah?

Secondo i Rabbi del Talmud, commentando Genesi 2, 22, le donne
possiedono un certo potere che, quando è giustamente coltivato,
supera quello in uso dalla loro controparte.

Questo potere intellettuale chiamato “Binah”, è l’abilità ad
analizzare, e poi distinguere tra le situazioni o le entità che
all’esterno sembrano simili.

La sua definizione trova fondamento nella benedizione del
mattino:” Tu devi diventare( essere) come il gallo, distinguere
tra la notte e il giorno”. Le Matriarche bibliche hanno
utilizzato gli attributi della Binah per creare il popolo
ebreo.( Women in Judaism, Mrs. Leah Kohn , Jewish Renaissance
Center (JRC), New York City)


“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.

Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.

Il mio dura tuttora, né più mi occorrono

le coincidenze, le prenotazioni,

le trappole, gli scorni di chi crede

che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio

non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.

Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due

le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,

erano le tue.”

Eugenio Montale,

Xenia II. In ‘Tutte le poesie’,

Milano, Mondadori, 1991


Maria De Falco Marotta



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Maria De Falco Marotta
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