L’emozione astratta (Bice Lazzari, Venezia, Ca’ Pesaro (6 agosto- 18 settembre 2005)

Le donne nell'arte, come del resto in ogni altro ambito culturale, hanno avuto in passato rare occasioni di realizzarsi

Non sfugge ad alcuno che l’emarginazione della
donna nella storia dell'arte è stata vistosa, macroscopica.

Le donne, in questo campo, come del resto in ogni altro ambito
culturale, hanno avuto in passato rare occasioni di realizzarsi.
Numerose sono oggi, invece, quelle che svolgono un’impegnata
ricerca nello specifico ambito delle arti visive(basti ricordare
l’ultima Biennale d’arte internazionale di cui abbiamo proposto
dettagliate informazioni). Le prevenzioni, però, non sono
scomparse, soprattutto da parte di un settore della critica
ancora maschilista, priva quindi di obiettività di giudizio nei
confronti dell'arte realizzata da loro.

Bice Lazzari, l’artista che visse e si cimentò con gli artisti
più famosi dei nuovi movimenti del Novecento, aveva sulla
questione un atteggiamento distaccato ma equilibrato. Anche se,
riconosceva da una parte l'emarginazione e le concrete
difficoltà dell'artista in quanto donna, dall'altra rifiutava
una connotazione artistica semplicisticamente basata sul sesso
di appartenenza. Era unicamente, per un'arte "indifferente",
sessualmente "anonima".

L'arte - diceva - non è né uomo né donna, è solo un'espressione
(la più alta, forse) dell'intelligenza e della sensibilità della
specie umana”.

La sua pittura e' infatti mentale e astratta, carica di
sensibilità essenziale più che di senso e di sensualità. In
polemica con le contrapposizioni settarie di un certo
femminismo, rifiutava di partecipare a mostre di sole donne,
considerando tali iniziative una forma di auto- emarginazione
sul piano culturale.

Il suo talento eclettico e uno spiccato gusto per la
sperimentazione, la sua creatività si sviluppò
contemporaneamente in tre direzioni diverse: la pittura
figurativa, che lei stessa non amava e indirizzata
esclusivamente al suo mondo privato; l'arte applicata e, infine,

le opere creative, la sua vera ricerca, che per rigore e
coerenza si colloca a pieno titolo nella pittura europea
contemporanea.

BICE LAZZARI: un’artista solitaria e riservata.

Nata a Venezia nel 1900, Bice Lazzari assorbe dalla sua città la
magia della luce e il culto della bellezza. Fragile, minuta,
trasse dalla passione per l’arte un’energia segreta che sempre
la sostenne in un percorso di singolare coerenza.

Nel 1923 comincia la sua attività nell’ambito dell’astrattismo,
percorso creativo che si protrae per tutta la vita. Considerata
dalla critica d’arte europea “La Signora dell’Informale”, le sue
opere gestite a Roma dalla Fondazione Lazzari, sono conservate
presso musei e importanti collezioni pubbliche e private(
Collezione Peggy Guggenheim, Washington, National Museum of
Women in the Arts…). Il suo lavoro dal 1925 al 1981 è stato
storicizzato con numerosi scritti e monografie, inoltre a Roma,
dove morì nel 1981, è attiva la Fondazione col suo nome, che
raccoglie, cataloga e studia il suo cammino artistico.

La signora dell’astrattismo

Il suo astrattismo segnico, perseguito sin dai giovanili
bozzetti innovatori agli ultimi essenziali disegni – la colloca
fra i massimi artisti italiani del secolo scorso. Fedele a una
sua personale visione, Bice Lazzari disdegnò l’appartenenza ai
gruppi pur essendo aperta agli altri e molto legata ai suoi
cari. Fu sempre intenta a elaborare un proprio inconfondibile
stile, con lo zelo di una vestale.

Approdò, negli anni del secondo dopoguerra, alla pittura
Informale . Le sue opere danno vita

ad un astrattismo venato di poesia, ma mai lontano dal proprio
interrogarsi costitutivo.

Trasferitasi a Roma nel 1935, l’artista realizza pannelli
decorativi in collaborazione con architetti e arriva, infine,
negli anni Cinquanta, ad un tipo di produzione collocabile
nell’ambito materico e informale.

Crea un modo di utilizzare gli elementi in forma personale,
continuamente in dubbio tra il lirismo del segno e le esigenze
più concrete della materia.

É una delle figure più inconsuete della sua generazione.
Infatti, oltre alle opere realizzate prima della seconda guerra
mondiale, attraverso i grandi cicli di decorazione(gli oggetti,
i tessuti, mosaici o pannelli eseguiti per importanti studi
d’architettura), il suo linguaggio passa

lentamente da una costruzione razionale ad una decostruzione
determinata dello spazio del dipinto, fino ad una dissoluzione
delle forme e ad un uso delle materie, come sabbie, gessi e
colle.

Conobbe Cagli, Capogrossi, Licini, Melotti, ed ebbe contatti non
solo con le correnti artistiche più importanti dell'epoca, ma
anche con quelle dell’architettura, come l'ambiente di Gio’
Ponti.

L’artista, secondo la critica più accreditata, sviluppò ricerche
artistiche in grado di conciliare un gran numero di tematiche in
parte antitetiche tra loro: ordine- disordine; forma-

informe, organico- inorganico, disegno- materia, elaborando una
variegata tonalità che si distende in superficie, e al tempo
stesso accenna a diversi livelli di profondità. La

sua posizione nell’insieme dell'arte contemporanea si dimostrò
unica, sia per la levatura poetica e stilistica dei suoi lavori,
sia per la sua indipendenza dalle condizioni di gusto che
regolavano le correnti artistiche del suo tempo. Il suo
desiderio di modernità, non la coinvolse neppure nel dilagante
Futurismo, l’interessa piuttosto l’Astrazione. I suoi primi
tentativi astratti (1925-26) risultano straordinariamente
precoci e slegati dal lavoro dei gruppi che, solo più tardi, si
muoveranno compatti in tale direzione. Il fenomeno appare ancora
più singolare e ce la presenta, pur nel suo relativo isolamento,
come una delle personalità più originali del momento.

Bice Lazzari, in ogni modo, non ebbe mai un 'adesione totale
neanche all'arte astratta, sebbene la sua opera usasse i
principi di tale corrente artistica.

Fu, invece, sempre affascinata da un certo tipo di figurazione
che, accanto all'assoluta libertà compositiva determinò una
ricerca dualistica.

Lei, “la grande signora dell’astrattismo” nel 1959, “chiuse” il
periodo della pittura ad olio per un grave avvelenamento.

Morì nel 1981 e i suoi oltre ottant'anni di esistenza furono
dedicati in gran parte al lavoro artistico.

Sarebbe del resto arduo separare il lavoro dalla sua vita ,
dalla sua vita di relazione, dagli affetti e dal suo inimitabile
rapporto umano col marito, dagli stessi interessi culturali,
così intimamente intrecciati con la sua totale dedizione al
lavoro creativo e all'arte.

Era sensibile al nuovo e ai mutamenti, in ogni campo, non solo
in quello dell'arte

Il suo concetto di avanguardia artistica era aperto non
schematico.. Alla ricerca dava

infatti un significato etico lineare, su cui non riusciva a
transigere. Per lei avanguardia era soprattutto questo: avere
l'apertura mentale necessaria per essere in modo autentico e
onesto nelle nuove forme dell'arte.

A Bice Lazzari si dovranno certo richiamare coloro che, in una
condizione di quotidiana banalizzazione dell'immagine,
riconsiderano già oggi l'importanza dell'Astrattismo e di una
informazione visiva priva di accumuli retorici della
rappresentazione. In realtà la storia della pittura astratta è
anche la storia dei valori del segno.

Si può allora dedurre che la Lazzari è un’artista che ha avuto
idee chiare fin dall’inizio del suo difficile cammino

e che le sue idee ha saputo concretare nel suo lavoro senza
lasciarsi fuorviare da falsi miraggi, sempre fedele ad una
rigorosa linea astratta.

Notizie tecniche

BICE LAZZARI L’emozione astratta 1954 - 1977

Venezia, Ca’ Pesaro -Galleria Internazionale d’Arte Moderna

6 agosto - 18 settembre 2005

La Mostra organizzata dai Musei Civici Veneziani in
collaborazione con l’Archivio Lazzari di Roma, resterà aperta,
nelle sale espositive al piano terreno, fino al 18 settembre
2005, con l’orario e il biglietto del museo.

Di Bice Lazzari (Venezia 1900 – Roma 1981), grande protagonista
dell’astrattismo italiano, la mostra propone - a venticinque
anni dalla morte- 40 dipinti, dagli anni ’50 ai ’70, capaci di
documentarne l’inconfondibile fisionomia nel vasto e articolato
panorama della scena artistica italiana.

Catalogo Mazzotta a cura di Renato Miracco e Flavia Scotton, con
una presentazione di Enrico Crispolti e una testimonianza di
Tobia Scarpa

La mostra , dovuto omaggio della città natale a 25 anni dalla
morte, consente di ripercorrere, attraverso 40 dipinti tra i più
importanti provenienti dall’Archivio dell’artista, l’itinerario
di Bice Lazzari lungo trent’anni di lavoro assiduo, spesso
solitario e comunque costellato da autorevoli apprezzamenti da
parte dei più importanti critici d’arte dell’epoca.

Il percorso espositivo si apre con alcune tra le più
caratteristiche opere degli anni Cinquanta, quando la sua
pittura si dimostra più vicina alle poetiche dell’informale, in
particolare nel noto ciclo delle Situazioni. Un secondo gruppo
di opere risalenti agli anni Sessanta documenta il passaggio a
una poetica della misura e dell’equilibrio, con presenze
cromatiche più controllate e pensate; la mostra si conclude
quindi con un gruppo assai significativo della estrema maturità
dell’artista, pervenuta ad un rarefatto lirismo intonato
all’esprit de geometrie.

Musei Civici Veneziani, Marketing, Immagine e Comunicazione -
Monica da Cortà Fumei, Riccardo Bon, Alessandro Paolinelli,
Sofia Rinaldi, tel.++390412747607/08/14/18 fax/04; mkt.musei@comune.venezia.it;
pressmusei@comune.venezia.it; www.museiciviciveneziani.it BICE
LAZZARI L’emozione astratta 1954 - 1977

Venezia, Ca’ Pesaro, 6 agosto/18 settembre 2005

INFORMAZIONI GENERALI

Sede: Ca’ Pesaro -Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Santa
Croce, 2076, Venezia

Apertura al pubblico: 6 agosto/18 settembre 2005

Orario: 10/18 (biglietteria 10 - 17); Chiuso lunedì

Catalogo: Edizioni Mazzotta (euro 25)

Biglietti: Ingresso con il biglietto del museo

Intero: 5,50 euro - Ridotto: 3,00 euro

ragazzi da 6 a 14 anni; accompagnatori (max. 2) di gruppi di
ragazzi, studenti* dai 15 ai 29 anni; accompagnatori (max. 2) di
gruppi di studenti; cittadini U.E. ultrasessantacinquenni;
personale* del Ministero per i Beni e le Attività Culturali;
titolari di Carta Rolling Venice Gratuito

residenti nel Comune di Venezia; bambini 0/5 anni; portatori di
handicap con accompagnatore; guide autorizzate; interpreti
turistici* che accompagnino gruppi; capigruppo (gruppi di almeno
21 persone previa prenotazione); membri I.C.O.M. *è richiesto un
documento"

Maria & Enrico
Marotta



Informazioni www.museiciviciveneziani.it mkt.musei@comune.venezia.it

Prenotazioni § www.museiciviciveneziani.it § 0415209070


GdS 20 VIII 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Maria & Enrico Marotta
Società