La leggenda di Al, John e Jack
 
 La mia amica Julie Alexander, all’uscita dal cinema mi ha 
 chiesto: “allora, ti è piaciuto?” ed io ho risposto: “non lo so, 
 ci devo pensare”; ed in effetti ho dovuto aspettare la mattina 
 successiva per fare chiarezza sui vari e contrastanti aspetti 
 del film.
 Costato molto più dei precedenti, il quarto lavoro del trio 
 comico Aldo,Giovanni e Giacomo è innanzitutto girato con 
 maggiore cura degli altri, completamente in stile Gangster anni 
 ’30, con alcuni particolari interessanti e raffinati (ad esempio 
 le scarpe di Aldo quando si arrampica sul traliccio dell’albergo 
 o Jack, che è sempre sudato come un vero killer).
 Inoltre ci si trova di fronte ad un soggetto che, pur partendo 
 da uno spunto classico come la perdita di memoria, si svolge in 
 maniera non banale e rimane abbastanza originale fino alla 
 sorpresa tra i titoli di coda.
 Tuttavia “la leggenda di Al, John e Jack” è sicuramente meno 
 divertente di “Tre uomini e una gamba” o di “Così è la vita”, 
 pur essendo stato dichiarato come film comico “puro”, ed a dire 
 la verità in alcuni momenti si ha una generale impressione di 
 lentezza narrativa.
 Da ultimo la fotografia è più ricca ed interessante degli altri 
 tre titoli, ma anche in questo caso l’insistenza sui toni 
 sbiaditi, “marroncini”, dà in alcuni punti un senso di 
 “stanchezza” che non aiuta la comicità del trio.
 Complessivamente comunque discreto, in un giudizio che si 
 riconosce però essere fortemente soggettivo.
Mirko Spelta
               
 Per comunicazioni all'autore della recensione:
                
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 GdS 18 XII 2002  
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