L’amaro sapore della vita
Tadanobu Asano
Tadanobu Asano, nato a Yokohama nel 1973 è una delle star più famose e
acclamate del Giappone. La sua plasticità interpretativa,
unita a un singolarissimo volto con tipici tratti caucasici
che gli provengono da una madre nippo- americana, gli
permette di passare dalla cinematografia underground a
quella più commerciale creandone di fatto un’icona del
cinema giapponese degli anni ’90. Dopo avere debuttato nel
’89 in un serial televisivo (Kinpachi Sensel) per passare al
cinema nel ’90 con Bataashi Kingyo diretto da Joji Matsuoka
ed altri lavori, la sua carriera sfonda a livello
internazionale con la sua interpretazione in Gohatto (Tabou,
1993) per la regia di Nagisa Oshima. E’ il protagonista di
The last life in the universe, uno dei film più problematici
e angosciosi che sia dato vedere, perché tratta in una
maniera talmente particolare del suicidio che rimani
inchiodato alla poltrona e trepidi per lui, facendo il tifo
affinché se la cavi, che incontri qualcosa o qualcuno che
gli restituisca il gusto per la vita.
Timido e riservato, gentile ed educato con tutte le
grazioserie che conoscono così bene gli orientali, Asano
Tadanobu risponde alle nostre domande sul suo personaggio
protagonista di una storia toccante e seducente.
La storia
: Kenji, seguace di Mishima e dai capelli a spazzola, è in
fuga da un passato misterioso ed è determinato a un
anticipato rendez-vous con la morte: quando lo vediamo per
la prima volta si sta già impiccando con un cappio
improvvisato e il suo intento potrebbe anche riuscire se
soltanto la bellissima Nid, una ragazza tailandese che il
bibliotecario spiava tra gli scaffali della libreria dove
lavora, non scombinasse i suoi piani morendo prima di lui e
se la sorella di quest’ultima non gli facesse
involontariamente cambiare idea precipitando ancora una
volta il solitario suicida nel caos della vita.
Domande & Risposte
-
Il suo personaggio nasce da un sottilissimo equilibrio tra
piacere e disperazione..
Non è stato difficile portare sullo schermo un ruolo con
diverse sfaccettature. Del resto io ero davvero un
giapponese in Thailandia e quindi ho trovato molto naturale
immergermi in un ruolo il cui umorismo spesso involontario
nasce dal senso stesso di spaesamento, di solitudine.
Cosa pensa delle ossessioni riguardo la morte del suo
personaggio?
Da un lato è un uomo che odia le altre persone. Un
misantropo che è insofferente riguardo la gente e si è
trincerato dietro ai libri. E’ un uomo che vive solo nella
sua testa, ma che nonostante questo ha carattere e una
grande determinazione. Però, è anche una persona
intelligente e in grado di cogliere le opportunità della sua
vita.
Kenji recita una poesia molto bella, una favola riguardo
l’ultima lucertola sopravvissuta nel mondo. La sua
interpretazione in quel momento è molto toccante…
E’ vero, perché mi sono sentito colpire anch’io
profondamente da questo piccolo apologo sulla solitudine e
la sua disperazione.
E’ triste che un giovane pensi di togliersi la vita con
tanta determinazione e disprezzo verso gli altri…
Nella vita sociale, la mancanza di fiducia e del senso nella
vita, il timore dell’altro, la solitudine rendono le
relazioni umane sempre più difficili. In Giappone è molto
diffuso il fenomeno "hikikomori", cioè di persone giovani
(sotto i 30 anni) che si rinchiudono nella propria stanza e
non intrattengono rapporti con gli altri - neppure con i
propri familiari - per giorni, settimane, mesi interi.
-
Conosce il libro di Tsurumi Wataru “Il manuale completo del
suicidio”?
Certo, come lo conosce il regista. Tsurumi Wataru,
classifica i metodi in base alla sofferenza, lo sforzo
necessario e le condizioni del corpo dopo la morte.
L'impiccagione è considerato il lavoro più "artistico". Tra
i posti consigliati vi è Aokigahara, nella prefettura di
Yamanashi. Nella foresta alle pendici del monte Fuji,
conosciuta come il "mare d'alberi", per un certo periodo la
polizia fermava come sospette le persone sole. Nel 1998 si è
avuto il record di suicidi in questo luogo (73). Accanto ad
alcuni dei corpi, vi era una copia del libro.
L'autore, accusato da più parti di spingere al suicidio, si
è così difeso: Non sto dicendo cose ridicole del tipo:
andate e uccidetevi! Se volete vivere, dovete vivere come
più vi piace. Se volete morire, dovete poter morire come
preferite. Non c'è molto più di questo nella vita. In
Giappone vi sono tantissimi libri sul suicidio.
-
Allora la vostra cultura lo incoraggia?
Non è che la cultura giapponese incoraggi il suicidio,
semplicemente non ne fa un tabù. Se il suicidio è
considerato onorevole, una persona in difficoltà vede in
esso un paracadute.
Il Giappone convive culturalmente con l'idea del suicidio:
non è una colpa, non porta con sé un marchio d'infamia, come
nei paesi occidentali, dove è considerato un peccato
imperdonabile. Miyamoto Masao, psichiatra e scrittore,
afferma: I giapponesi non vedono nel suicidio qualcosa di
male, esso è diventato parte dell'estetica e parte del
comportamento socialmente accettato. Bisogna ricordare che
esso è un rituale della tradizione samurai. La letteratura,
la storia, ma anche l'attualità lo mostra come un gesto non
solo praticabile, ma anche nobile, una presa di coscienza,
una forma onorevole di protesta, un modo di fuggire la
vergogna o di salvare la dignità. Molti personaggi famosi e
di cultura hanno deciso di morire in questo modo( Mishima
Yukio, l’idolo di Kenji, è tra questi). Debbo dire che negli
ultimi anni, per la prima volta, il governo ha riconosciuto
il suicidio come un problema nazionale e sembra intenzionato
ad intervenire. - Speriamo per i tanti ragazzi che ne sono
tentati.
Il suo personaggio, che legge tantissimo, cerca emozioni
speciali( per esempio, elenca tanti motivi per rifiutare la
vita che conduce), però è assetato di relazioni umane.
Sì, certo. Soprattutto è una persona che attinge molto dagli
altri e quando ha assunto tanta energia dalla storia che ha
vissuto, si scopre che è in grado di scegliere una nuova
vita in grado di farlo davvero felice.
-
Lei crede che l’amore possa salvare la vita?
Ne sono sicuro. Sono diventato da poco padre e rifletto
continuamente sulla forza trascinante della vita e
dell’amore che travolge le persone. Credo che nulla possa
sconfiggere l’amore, nemmeno la morte, ma – soprattutto –
son convinto che l’amore possa sempre proteggere da tutto il
resto.
Tanadobu Asano
(Yokohama, Giappone, 27 novembre 1973)
Filmografia
Last Life in the Universe (2003) - Akarui mirai (Bright future, 2003)
- Mizu no onna (Woman on water, 2002) - Koroshiya 1 (2001) - Distance (2001)
-
Electric Dragon 80.000 V (2000) - Party 7 (2000) - Kaza-hana (2000)
- Gojoe senki (2000) - Gohatto (Tabu' - Ghoatto, 1999)
- Jirai wo fundara sayônara (1999) - Hakuchi: The Innocent (1999)
- Sôseiji (1999) - San tiao ren (1999) - Love & Pop (1998)
- Samehada otoko to momojiri onna (1998) - Focus (1997) - Tokyo biyori (1997)
- Yume no ginga (1997) - Acri (1996) -
? Helpless (1996) - Picnic (1996) - Maboroshi no hikari (La luce delle illusioni, 1995)
- Yonshimai monogatari (1995) - 119 (1994) - Seishun dendekedekedeke (1992)
- Bataashi Kingyo (1990) -
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