JET LAG
Danièle e Christopher Thompson
scrivono a quattro mani la sceneggiatura della commedia
sentimentale Americana ma in salsa “vinaigrette”, ovvero alla
francese, che si srotola tra un aeroporto e un grande albergo,
giocandosi la carta vincente dei due mostri viventi del cinema
d’oltralpe, entrambi non a caso esportati nel nuovo continente:
Jean Reno e Juliette Binoche.
Negli improbabili ruoli rispettivamente di un ex cuoco ed ora
professionista della ristorazione e di una regina delle
estetiste, i protagonisti giocano una partita che nei primi
quaranta minuti non riesce ad essere propriamente brillante,
venata com’è da un rapporto conflittuale, che pare voluto ma che
arriva forzato, basato su dialoghi di ricercato spessore umano
ed introspettivo, ma il cui risultato, adattato alla dinamica
cinematografica, appare opaco e dunque in qualche modo
stancante.
Meglio nel secondo tempo, in cui i toni si alleggeriscono ed il
tracciato narrativo riparte dinamico e coinvolgente, con un
risultato quindi complessivamente più facile ed apprezzabile.
Da notare la dolcissima Juliette che rifà nel primo tempo Audrey
Hepburn in “Colazione da Tiffany”, per togliersi maschera e
trucco in eccesso nel secondo e ritornare il proprio personaggio
d’attrice.
Mirko Spelta
Per comunicazioni all'autore della recensione:
ginodilegno@inwind.it
GdS 28 III 2003
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