INTERVISTA A SILVIA MEZZANOTTE

di Mirko Spelta

Tre ore, quasi tutte in coda, sulla Milano – Bologna, al lunedì
pomeriggio, inspiegabile; qualcosa mi dice che questa intervista
me la dovrò meritare; meno male che a far luce sulla mia
trafficatissima strada ci sono i messaggi divertenti
dell’ufficio stampa di Silvia, che mi guideranno fino allo
studio in cui sono appena cominciate le prove per il nuovo tour
di Silvia Mezzanotte.

La trovo proprio in sala prove, e le porgo la prima domanda di
rito:


-
“Come hai cominciato?”

“Ho iniziato a 16 anni, cantando nei piano-bar a Modena, e dopo
un po' di esperienza ho conosciuto il titolare di un’agenzia di
spettacoli, e da lui ho saputo che in quel periodo, esattamente
nel 1990, una piccola etichetta indipendente, la Alabianca,
stava facendo dei provini per un brano dal titolo “Sarai
Grande”: l’ho fatto e mi hanno presa.”


-
“E poi?”

“Poi è arrivato Sanremo, avevo 23 anni, e dopo quell’esperienza,
un po' per la giovane età e un po' perché non ero supportata da
una struttura discografica di grandi dimensioni, sono ritornata
a fare serate e musica dal vivo, cose comunque non più sullo
stesso livello di Sanremo.”


-
“Come sei entrata in contatto con i Matia Bazar?”

“Un mio conoscente mi ha messo al corrente che stavano cercando
una cantante e mi ha dato il numero di telefono di Giancarlo
Golzi, io gli ho telefonato e gli ho detto dove poteva venire a
sentirmi.

Una sera è venuto a Pavia. Dopo un mese mi ha fatto incontrare
Piero Cassano ed hanno deciso di prendermi.”


-
“Sembra scontato chiedertelo, ma non se ne può fare a meno, devo
chiederti com’è stata l’esperienza con i Matia?”

“E’ stata di sicuro l’esperienza professionale più importante di
tutta la mia vita”


-
“Come mai quindi hai deciso di intraprendere la strada da
solista?”

“Ho preso questa decisione, e non è stato facile, perché con il
tempo si è fatta strada in me la necessità di esprimere in modo
differente, quindi personale, le sensazioni ed i pensieri, di
esprimere in musica le mie emozioni come individuo e come
professionista; mi piacerebbe anche scrivere dei brani, e ci ho
provato, ma evidentemente questa non è la vita buona, forse
nella prossima andrà meglio.”


-
“Come ti stai preparando quindi ad affrontare questa nuova
avventura?”

“Beh, innanzitutto sta partendo la tournèe che mi impegnerà per
tutta l’estate, e poi ho capito che per mettere in piedi un buon
progetto è necessario avere uno staff di professionisti che ti
seguano e ti supportino; ad esempio serve un manager che abbia
delle buone idee, serve un produttore artistico, una casa
discografica, un ufficio stampa e degli autori validi. Con il
mio team, che è ancora in costruzione, stiamo lavorando per
preparare un nuovo album che ruoterà totalmente intorno al mio
mondo emotivo. Vorrei cantare cose che abbiano anche un certo
spessore poetico, che si avvicinino all’universo cantautorale ma
sempre senza dimenticare il mondo pop che è poi il mondo dal
quale provengo.


-
“Quali sono gli artisti Italiani che ti piacciono, gli autori
che ascolti volentieri?”

“Mi piacciono molto Baglioni e Lucio Dalla, ed in particolare
ho un debole per la loro discografia degli anni ’80 e ‘90”


-
“Senti ma, dopo tanti anni di palcoscenico e di concerti, quanto
nel tuo lavoro è riuscito a rimanere ancora emozione pura e
quanto invece ha ceduto alla routine, che per quanto più
difficile da incontrare rispetto ad altri lavori, prima o poi si
affaccia anche al mondo della musica?”

“Mah, a dire la verità una certa percentuale di routine non si
può negare ci sia, anche in questo lavoro, ma io credo che nel
mio caso serva soltanto a mettermi a mio agio, a farmi sentire
in un certo senso la padrona di casa rispetto al pubblico che
veniva e viene a vederci o a vedermi, per poter poi trasmettere
loro ancora tutta l’onda emotiva di cui sono capace. Nonostante
i concerti fatti, ancora faccio impazzire i tecnici delle luci
perché sebbene la mia posizione negli spettacoli sia studiata in
riferimento a determinati punti ed inquadrature, io cerco sempre
di avvicinarmi, fisicamente intendo, alle persone che sono sotto
il palco, perché cerco il più possibile il contatto con la
gente, che ancora mi da una grande energia e a cui spero di dare
ancora tutta l’emozione che mi porto dentro.”


-
“Con chi ti piacerebbe duettare se potessi scegliere?”

-
“A parte Claudio Baglioni?”

-
“A parte Baglioni”

“con Noah, con la cantante spagnola Rosario e con la cantante
portoghese Dulce Pontes”.


-
“A volte nel mondo dello spettacolo si corre il rischio di
confondere la persona con il personaggio, ed anche l’interesse
per quello che fa l’artista si confonde con l’interesse per la
persona fisica; tu riesci a tenere separati i due aspetti?”

“Io credo che quando una persona è sempre se stessa, non si
ponga proprio il problema di cui parli, ed io resto io comunque,
che sia in casa o in una trasmissione televisiva; tanto per
farti capire io vado a fare la spesa, lavo, stiro, vivo in un
piccolissimo appartamento per il quale ho appena finito di
pagare le rate del mutuo, insomma non credo debba esistere una
maschera, un personaggio, io sono sempre io.”


-
“Bella risposta, davvero. E quando non lavori cosa fai?”

“Vado alle terme, vado al cinema e a teatro con gli amici,
oppure sto in casa e non mi vergogno di dire che guardo anche i
tanto bistrattati reality show, che secondo me hanno perlomeno
il merito di mostrare i personaggi dello spettacolo come persone
normali, con le loro paure, le loro ansie, le loro insicurezza,
riportando un po' alla normalità quel luogo comune per cui quando
si pensa ai cosiddetti “V.I.P.” si pensa subito a ....
“Hollywood”, a ville miliardarie, feste, vite in un certo senso
distanti dalla realtà; ma non è proprio così sai, quelle sono
tutte persone normali, che soffrono magari la solitudine perché
stanno lontani dai propri cari, che chiusi in una camera
d’albergo per quanto bella sia si rendono conto di essere, anche
per molto tempo, a centinaia di chilometri dalle proprie radici
e dai propri affetti e che magari la sera, chiusa la porta,
piangono.

Sono persone che come tutti vivono l’ansia per l’insicurezza e
l’instabilità del proprio mestiere, insomma sono persone
normali, solo che, mentre negli spettacoli “tradizionali” il
lato normale non emerge, in questi particolari format si vede ed
è in primo piano, io credo che questo non sia un male. In un
certo senso anzi ammiro chi riesce ad esporsi in maniera così...intima.


E’ passata quasi un’ora, ed avrei ancora molte cose da chiedere
a quest’artista di talento che piano piano scopro essere anche
una persona positiva e di spessore, che mi parla da subito di sé
con inaspettata fiducia e confidenza. Ma le prove incombono, e
dobbiamo congedarci.

Chi l’avrebbe detto che partendo da un’intervista promozionale
saremmo arrivati all’analisi sociale attraverso il caleidoscopio
mediatico?

Brava Silvia, interessante quando canti, interessante quando
parli, comincio a credere che tre ore di coda sotto il sole
siano state un prezzo pagato volentieri.
Mirko Spelta


Nota di redazione: Abbiamo voluto
informarci sui prossimi appuntamenti. Molti in corso di
definizione. Per intanto quelli certi:

Maggio:

venerdì 7 -> MATELICA (MC)

sabato 8 -> VITORCHIANO (VT)

martedì 11 -> CIRO'MARINA (KR)

mercoledì 12 -> FAVELLONI (VV)

sabato 15 -> ALBANELLA (SA)

lunedì 17 -> PIEDIMONTE MATESE (CE)

martedì 18 -> CASANOVA DI CARINOLA (CE)

lunedì 31 -> PATERNOPOLI (AV)


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Mirko Spelta
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