Intervista a Dennis Fantina
Non è stato un vero e proprio primo incontro: qualche mese fa ho
assistito ad una serata dal vivo di Dennis in una discoteca di
Milano, ed in quella occasione, pur scambiando giusto quattro
parole, ho avuto la netta impressione di trovarmi di fronte ad
una persona molto semplice, come tanti amici che conosco.
Ed oggi, tra una domanda e l’altra, mi sono reso conto che non
avevo affatto sbagliato; gli chiedo:
“Cosa stai facendo in questo momento?”
“E’ uscito da poco il mio ultimo singolo dal titolo “Hey”
(tienimi più forte) e mi sto occupando della sua promozione sia
radiofonica che dal vivo, e tra poco anche televisiva”.
“Come hai cominciato?”
“Ho fatto piano bar nella mia città, Trieste, per parecchio
tempo, e quando si è presentata, ho colto l’occasione per poter
cantare in un ambito diverso e più grande”.
“Hai, professionalmente parlando, dei sogni nel cassetto?”
“Premetto che mi sento assolutamente un privilegiato e fortunato
nel fare ciò che faccio, nel senso che io canto e riesco a fare
di questo una professione, che è cosa non di tutti i giorni e me
ne rendo conto, perciò credo che quello che sto facendo in
questo momento vada bene; tuttavia non mi dispiacerebbe in
futuro doppiare un personaggio di un film Disney o cantarne la
colonna sonora, anche perché prima di me lo hanno fatto artisti
di grande spessore.
“Come vivi il rapporto con la popolarità che hai raggiunto,
ed in così breve tempo?”
“Ma guarda, la risposta è complessa, innanzitutto sto provando a
far comprendere a chi mi segue ed agli addetti ai lavori che io
non solo solamente il frutto di una trasmissione televisiva, ma
sono un cantante, e questo non è facile da fare data la mia
genesi artistica; intendiamoci, non rinnego affatto ciò che è
stato e che mi ha permesso di arrivare dove sono oggi, ma mi
piacerebbe creare di me un’immagine un pochino meno legata al
mezzo televisivo e maggiormente ancorata alla musica; poi io
sono una persona molto “con i piedi per terra”, e quindi non
posso altro che essere grato alle persone che mi seguono per
l’affetto che mi dimostrano e che ricambio.
Ma c’è anche un’altra cosa da dire, molto importante: io so
benissimo, sono consapevole, che un giorno potrei, per motivi di
diversa natura, non fare più questa professione, perciò non mi
illudo, lavoro giorno per giorno, e soprattutto non cambio il
mio modo di essere, tanto per farti un esempio sto imbiancando i
muri di casa mia da solo.Ciò che conta veramente, e che già
facevo quando cantavo nei pianobar, è che cantando regalo cinque
minuti di emozione a chi mi ascolta, un piccolissimo scorcio di
felicità, e fin quando sarà così ben venga, vale la pena di
farlo capisci?”
“Capisco benissimo, passando ad altro, cosa fai quando non
lavori?”
“Mi piace il modellismo, costruisco piccole Harley Davidson, e
faccio a mano dei mobili in legno (non in scala, ma veri) che ho
anche a casa mia; poi mi piace molto il cinema, soprattutto
d’azione, e cerco di andare al cinema quando posso”.
“Che tipo di rapporto hai con i media e con la stampa?”
“Mah, in genere buono, sia con i media sia con i giornali, mi fa
dispiacere solo quando vengono riportate notizie non vere o
dichiarazioni che sono state rese in un modo e riportate in
maniera…usando un eufemismo, non proprio puntuale.
Mentre parla, mi rendo conto in quello che dice c’è veramente un
notevole realismo ed una dose di equilibrio insolita per gli
artisti, soprattutto giovani, e quindi, soddisfatto per aver
ottenuto da questa intervista ciò che si chiede a tutte le
interviste personali, e cioè riuscire a conoscere un po’ più da
vicino la persona alla quale ci si rivolge, gli giro un’ultima
domanda:
“C’è qualcosa che magari nelle interviste non ti si chiede
normalmente e che vorresti invece arrivasse a chi ti leggerà?”
Ma lui , da quella persona semplice che è, mi risponde: “fai
solo un saluto a tutti i lettori da parte mia.”
Mirko
Spelta
GdS 18 II 2003 - www.gazzettadisondrio.it