GIFFONI IN THE WORLD
Ma
guarda che succede
in questo sperduto angolo di mondo!
Dal prossimo anno, a febbraio 2005, il Giffoni Film festival si farà anche ad Hollywood, a Los Angeles e proprio sul palco degli Oscar, il Kodak Theatre. La formula del festival del cinema per ragazzi giudicato dagli adolescenti verrà adottata anche negli States col nome di "Teen La". grazie ad un
accordo tra il festival di Giffoni e la Cristal Sky Worldwide Sale. L'intesa è stata firmata da Steven Paul, vertice della Cristal Sky Worldwide Sale, e da Carlo Andria, presidente del Giffoni Film Festival.
La "Teen La" che avrà la direzione artistica di Jon Voight (il padre della celeberrima Angiolina Jolie) e la co-direzione di Claudio Gubitosi, porterà nella mecca del cinema la formula che da 34 anni si svolge nel piccolo comune del salernitano. Vale a dire film per ragazzi provenienti da tutto il mondo e una giuria di ragazzi pronti a giudicarli. Nelle intenzioni, a detta degli organizzatori, ci sarebbe perfino quella di ricreare a Los Angeles una piccola
Giffoni Valle Piana, individuando un'area della città da riservare solo
ed esclusivamente ai giurati di “Teen La”.
Non solo. Il direttore artistico, Claudio Gubitosi ha detto che per questo accordo “l’emozione è davvero tanta, anche per un'e-mail di una mamma che lo ringraziava perché questo festival unisce i genitori con i figli.
La forza di Giffoni, la ragione per cui l'America lo vuole, è proprio questa". Un interesse, quello del mondo di Hollywood, ribadito dallo stesso Steven Paul: "Hollywood ha bisogno di voi. L'America vi aspetta con il cuore". Nel mondo ci sono tanti festival del cinema ma questo
é davvero un miracolo se pensiamo che tutto è avvenuto in un piccolo
paese (Giffoni Valle Piana, Salerno)”.
Però Giffoni sbarca anche in Australia grazie ad una collaborazione con l’Adelaide Film Festival. A febbraio, l’Adelaide Film Festival, evento cinematografico australiano, attiverà una sezione interamente dedicata ai bambini, frutto della collaborazione con il GFF, così finalmente, anche lì vi sarà una sezione riservata ai più piccoli. Con molta probabilità, i film vincitori del GFF saranno proiettati anche in Australia, nel corso della kermesse in programma a febbraio.
Si allargano, insomma, i confini della formula che ha assicurato il successo internazionale a Giffoni. Il Festival sarà riproposto ad Adelaide, ogni due anni, e avrà come protagonisti bambini italiani e australiani, nonché la nutrita comunità di italiani emigrati oltreoceano.
E il SIYFF (Seoul International Youth Film Festival) che si svolge a Seoul con Forum e seminari diretti agli insegnanti e che ricalca pari pari la formula di Giffoni, dove lo mettiamo? E’ talmente vasto l’interesse internazionale per questa manifestazione che fa impressione il “silenzio” delle istituzioni educative ed ecclesiali italiane su di esso!
Se poi ai successi internazionali si aggiungono le varie iniziative in favore dei minori extracomunitari, una consulta regionale per ascoltare le esigenze dei giovani, un osservatorio sui
media che sono sensibili alle tematiche dell’educazione che pare stia tanto a cuore alle famiglie italiane, è quantomeno curioso che su questo “angolo di cielo” ignorato dai più, specie dalle strutture della chiesa cattolica che avrebbe urgente necessità di imparare nuove strategie educative ai
valori (e il cinema può dare una mano), non si sprecano troppe parole.
Maurizio Scelli, Commissario straordinario della Croce Rossa, salutato con un’ovazione dai tantissimi adolescenti dell’edizione 2004 ha detto “Il futuro non è nelle mani dei politici e dei potenti, ma dei ragazzi come voi, che siete qui a Giffoni e guardate non da dove arrivate ma dove potete andare tutti insieme: voi state costruendo la pace”.
Non lasciatevi vincere dalla pigrizia, perché il male peggiore è
l’assuefazione: bisogna reagire tutti e qui ci pensa Giffoni che, con i suoi film e con l’esperienza che regala ai più giovani, aiuta alla riflessione ed induce a mobilitarsi per chi ha bisogno”.
Giffoni non offre un volontariato a buon prezzo. E’ un punto di partenza per proporre nuovi stimoli agli educatori, in quel tanto dibattuto discorso sull’interculturalità che sarebbe ora che cominciasse sul serio, come in questo sperduto angolo di mondo che si trova sulle colline del salernitano.
E leggiamo cosa ci dice il frate cappuccino che nel suo convento accolse e guidò il gruppetto fondatore nel lontano 1971.
Intervista al Presidente delle Giurie
Intervista a Padre Claudio Luciano, Presidente delle Giurie del Giffoni Film Festival.
- Com’è nato il Giffoni Film Festival che oggi è conosciutissimo nel mondo?
Nel convento ospitavo Claudio Gubitosi che 34 anni fa si dilettava con il cinema d’essai ed era intenzionato a proporre qualcosa di diverso. Attorno a lui si formò un gruppo di giovani che nel 1971, invece di contestare, esposero qualcosa di nuovo per il paese. La mia presenza che poi è diventata passione era motivata da un’amicizia verso loro.
Il primo festival è costato 3000 lire. La sua evoluzione è dovuta al fatto che il paese
con il popolo di Giffoni intuì sin dal primo momento che l’idea un po’ pazza di Claudio Gubitosi potesse avere uno sviluppo. Tutti si sono entusiasmati, hanno sposato la trovata ed hanno dato il loro contributo affinché il progetto potesse espandersi. Successivamente è arrivato l’interesse delle
Istituzioni. I primi tempi qui venivano 20 persone e i ragazzi del posto. La svolta miracolosa si ebbe con la presenza del grande regista francese F. Truffaut che nel 1982 dichiarò che il festival di Giffoni era il più necessario al mondo. Un’altra spinta l’ha data Domenico Meccoli, illustre direttore della Mostra del cinema di Venezia che avrebbe voluto anche lui una sezione per i ragazzi. Non se ne fece nulla, così Claudio Gubidosi colse la palla al balzo e partì un modello di cinema indirizzato esclusivamente ai più giovani.
- Lei è il Presidente delle Giurie delle quattro sezioni: Kidz (6-9 anni); First Screens
(9-12 anni);Free to Fly (12-14 anni); Y Gen (dai 15 anni fino ai 19 anni). In che consiste il suo compito?
Il mio incarico è piuttosto complesso: accolgo i ragazzi che arrivano a Giffoni da più di venti
Paesi del mondo e li sistemo nelle varie famiglie locali, dopo un’attenta selezione.
In molti modi ho fatto capire che ospitare in casa un ragazzo/a proveniente dall’estero
(Iran, Cina, Giappone, Albania, Corea, Russia, Stati Uniti…)
è un dono che si fa al proprio figlio, perché accogliere per otto giorni un giovane di un altro
Paese, significa anche avere una ricchezza in casa. Per fortuna, ciò è stato compreso sia da Giffoni che dai
paesi vicini ed oggi fanno a gara ad aprire le loro porte. I ragazzi non sono formali, intuiscono presto se il rapporto è improntato alla sincerità e all’amicizia, a volte, dura negli anni. Vi sono stati anche matrimoni tra i primi ragazzi che erano ospitati qui e i coetanei del posto.
Il festival ha un andamento strano: comincia con le lacrime, per via della lontananza dai loro genitori e finisce con le lacrime perché si affezionano alle famiglie ospitanti. Ciò valorizza il concetto di accoglienza cordiale che non è la solita opera buona, ma una ricchezza dei ragazzi. Si presta anche attenzione ai cibi, preparati secondo la loro cultura. In ogni caso, i problemi sono pochissimi: la pizza piace a tutti e la possono mangiare tutti. L’affetto e la spontaneità fa il resto. Naturalmente, sono accolti nelle famiglie ragazzi dai 14 anni in su, onde evitare problemi di ogni genere. Gli altri giurati sono italiani e provengono da zone limitrofe.
- I giurati quest'anno sono stati 1400 divisi nelle 4 sezioni. Come li eleggete? Influite, magari con qualche suggerimento nelle loro scelte?
Le domande presentate dai ragazzi dalle varie parti d’Italia e del mondo, erano
10000mila in quest'ultima edizione. La selezione è un vero tormento. Valutiamo le proposte che ci pervengono dai Comuni e per ogni
paese ne accettiamo 4- 5. Certamente, non mancano le raccomandazioni di questo o quel politico. Però spesso sono gli stessi ragazzi che si propongono, essendo appassionati di cinema. Ci è capitato di ricevere pressioni non indifferenti, come quel padre di Avellino che era disposto a versare qualsiasi somma per far partecipare il figlio, fortemente interessato a quest’arte. Oppure di scoprire che i ragazzi provenienti dall’Albania erano tutti figli di ministri. Non è facile operare con equanimità, però cerchiamo di evitare privilegi, perché per noi sono tutti eguali e meritano lo stesso rispetto.
La selezione e la premiazione vengono fatte nell’ultimo giorno. Ad ognuno viene data una scheda dove vi sono i titoli di tutti i films che vengono brevemente presentati. Ciascuno sceglierà quello che maggiormente l’ha colpito democraticamente, davanti al pubblico, senza alcuna influenza
esterna (si rifiutano assolutamente i vari gadget delle case produttrici). Nessun animatore nostro si è mai permesso di suggestionarli in qualche modo. La serietà e la semplicità sono stati il segreto del Festival di Giffoni che oggi conta su di una vasta risonanza all’estero e di un prestigio nel campo educativo.
- Però in Italia, non è tanto noto.
Secondo i dati di un ultimo sondaggio, il 38/39% degli italiani ne sa qualcosa, mentre all’estero siamo molto più popolari. Se qualche anno fa c’era una certa titubanza da parte di strumenti educativi, come, per esempio, Mondo ERRE, ora sarebbe auspicabile una collaborazione, visto come stanno oggi le cose.
Penso sinceramente che il mondo cattolico dovrebbe darci una mano, perché una volta non eravamo nessuno, ora siamo un punto di riferimento per i ragazzi, specie a livello internazionale.
- Attualmente la preoccupazione maggiore degli educatori è attirare l’attenzione
di ragazzi/e sui valori quali l’amicizia, la solidarietà, la natura, il rispetto delle culture altre. Lei, come frate cappuccino e direttore delle quattro giurie internazionali, cosa fa, in concreto?
La domanda mi colpisce da vicino. Ogni giorno parlo ad ogni singola giuria per un minuto e mezzo, prima delle specifiche proiezioni, proponendo un pensiero. Stamane, per esempio, ho raccontato loro un episodio che mi è capitato tempo fa: cercavo la canottiera in camera e non l’ho trovata.
La sera, spogliandomi, mi sono accorto che avevo due canottiere addosso. Ho detto ai ragazzi/e: - Vedete, molte volte voi cercate fuori di voi dei valori. Se invece di elemosinare dagli altri vi sforzate di guardare dentro di voi e avete la pazienza di scoprire la vostra ricchezza interiore, fate del bene a voi stessi e a quanti vi stanno intorno -. Ci vuole impegno e costanza.
Molto probabilmente, il mondo cattolico, forse anche per colpa
nostra, ha paura della laicità del Festival, ma occorre aprire gli occhi, perché non si può più andare avanti da soli. Sarebbe un errore grossolano non saper approfittare delle nuove tecnologie per trasmettere i valori: è necessario che il linguaggio sia anche visivo.
Insieme si può sperare di fare ancora del bene e di educare in modo sano alla convivenza pacifica tra culture e religioni diverse.
Basta dare un’occhiata ai chiassosi giurati del Giffoni Film Festival.
Maria
& Elisa Marotta
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