Costume e Malcostume. A proposito di un “Incontro con l’autore” fiera del pettegolezzo. Ma di questi autori è bene farne a meno, a dir poco riproposto sul n. 31 del 10.XI.05 con il titolo: "La preghiera di una vergine", titolo doppiamente fasullo

Un giallo in cui non conta il finale - Licenza e licenzioso - Gentiluomo - Cavaliere - Il reale: oggetto di compatimento


un giallo in cui
non conta il finale


Corriere della Sera, pag. 29. Il 21 dicembre di sette anni fa
leggevasi "Se lo slip diventa passe-partout", autore Sebastiano Grasso.
Questa curiosa idea, peraltro già di per sé molto indicativa, di
uno slip che funziona da passaporto, fornendo occasione per
scritti da scaricatori di porto - con le scuse a questa
categoria - é rimbalzata parecchio. E di slip, per uomo e per
donna, si é parlato e sparlato parecchio in quel di Sondrio dopo
una serata che si preannunciava cultural-chic visto chi arrivava
come autore - questo tale Sebastiano Grasso - e chi arrivava a presentarlo, il tutto con la
benedizione del Comune che organizzava l'evento. L'avevamo
annunciato anche noi pubblicando sul n. 28 il comunicato che ci
era arrivato dal Comune pensando che si trattasse di una cosa
seria. Questo l'inizio dell'annuncio: "Giovedì 20 ottobre alle 17.30 presso la Biblioteca
Civica "Pio Rajna" di Sondrio
Raffaele De Grada e Vittorio Sgarbi presentano il volume

"LA PREGHIERA DI UNA VERGINE
E ALTRE POESIE D'AMORE"
di Sebastiano Grasso e
con prefazione di Ermanno Krumm e dieci disegni di Georg
Baselitz (edizioni Es).
Letture di Laura Negretti e Sergio Gaddi, accompagnati
al pianoforte da Serena Pasquini.

Sarà presente l'autore".

La vicenda é divenuta, come potevano benissimo prevedere quelli
al tavolo, dominio pubblico non già per il valore poetico - di
cui si dirà avanti - bensì per la colorazione che la cosa ha
assunto, anche per effetto di titoli e di locandine di giornali.
La vicenda cioé é divenuta un giallo: la caccia alla signora della Sondrio-bene
protagonista della vena (si fa per dire) poetica di quel Grasso
che la poesia ha voluto "grassa", permettendosi tutto
come si pensa debba essere per i Grandi (ma quelli veri si
comportano in ben altro modo) dall'alto del suo seggiolone.

Di solito per i gialli l'istinto é quello di andare a vedere
l'ultima pagina per scoprire l'assassino senza trepidare per 100
o 200 pagine. Nel giallo sondriese d'un uggioso giorno d'ottobre
non é la soluzione che interessa - anzi non interessa - ma la miseria morale, anzi
amorale, di almeno alcune di quelle pagine. Non sappiamo se di
tutte perché 16 €uro, otto se ordinato via Internet, non li
abbiamo da sprecare il tal modo. Meglio buttarle in Adda o nel Mallero, se proprio non si ha un'idea migliore visto che a tanta
gente anche un solo €uro fa molto comodo.

Tutto del resto é permesso a chi a soli 17 anni si é visto pubblicare la sua
prima opera. Deve essere stato un talento straordinario, con un
Editore eccezionalmente illuminato, per dare credito a un
ragazzino. Il più precoce dei geni, Albert Einstein, é nulla al
confronto visto che il primo exploit lo ha fatto ormai
maggiorenne (di quando la maggiore età era non 18 ma 21 anni).

Figurarsi poi le difficoltà per farsi strada incontrate
crescendo, di età, con fior di amici come Pasolini, Luzi, eccetera, e
presentatori dei suoi libri come Carlo Bo, Diego Valeri, Mario Luzi, Riccardo Bacchelli. E poi
nell'entrare nel sancta Sanctorum, il Corriere della Sera!

Chi sfodera cotal curriculum può dunque permettersi di pubblicare una trilogia, in una
collana erotica, fra l'altro - ci si scusi il termine ma é
l'unico che rende l'idea - sputtanando quella che fa pensare di
aver avuto
fra le sue braccia, una che evidentemente aveva visto un faro
dove in realtà c'era solo gas che bruciava. E che non ha
illuminato ma sparso fuliggine.

LICENZA
E

LICENZIOSO


Da licenza è venuto il termine licenzioso, come da morale è
venuto immorale.

Sempre nel sistema.

Il licenzioso sa di fare cose “contro”. Le fa ma resta nel
sistema.

L’immorale sa di fare cose “contro”. Le fa ma resta nel sistema.

Il ... no. E’ fuori del sistema.

Lui non é nulla i tutto questo.

L’amorale. E’ fuori del sistema ma peggio ancora del
... perché non si pone neppure il problema.

Delirio di
onnipotenza: io faccio quel che voglio. Una riedizione da terzo
millennio del cartesiano “cogito ergo sum” (se non fosse di
rischiare la bassa lega potremmo fare la battuta che inizia con
l’invito a togliere la “g” dal detto cartesiano proseguendo con
le sostituzioni e giocando enigmisticamente sul cognome di
sei lettere del bel tomo di cui parliamo).


GENTILUOMO
Non è certo gentiluomo.

Gentiluomo, ci hanno insegnato, è colui che, solo in mezzo al
deserto, tossendo porta la mano davanti alla bocca.


CAVALIERE


Non è cavaliere.

I poeti medievali fanno la descrizione del cavaliere ideale.
Deve essere "puro di cuore, sano di corpo, generoso, dolce,
umile e poco chiacchierone. In lui sono presenti le due massime
qualità morali richieste ai nobili dell'epoca: coraggio e
generosità".

E poi, nell'accezione più ampia, il cavaliere si inchina alla
donna, ponendola su una sorta di trono, non, come in questo
caso, scaraventandola in una...

IL
REALE: OGGETTO DI COMPATIMENTO
Poveraccio.

Si crede chissà chi.

Non sa quanti lo hanno compatito.

"Non ti curar di lor...". Siamo ignoranti, incapaci di cogliere
il sublime dell'arte grassiana e quindi di noi che gliene frega?

Che gliene frega se lo compatiamo?

Ma noi lo compatiamo lo stesso.

E, quel che conta di più, perfino alcuni dei quali questo vate
non può dire "non me ne frega niente", anche loro lo
compatiscono.

E lui non se ne accorge.

Il massimo.

In fin dei conti vale otto €uro (anzi meno, perché sul suo
libello c'é la
percentuale che va al rivenditore e lui vale meno del libello).
Li varrebbe infatti se nuovo. Usato la metà. Logoro
un quarto. E' già tanto.

Non per controvalore.

Per elemosina.

Prosit.
GdS


PS Il giudizio sarebbe lo stesso anche se questa misteriosa
signora della Sondrio-bene fosse un'invenzione.

Dicono di no, ma tanto, come s'é detto, il problema non é la
soluzione del giallo.



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