La civiltà del Fiume Giallo e i tesori della sua arte Lezione di Margherita Sportelli (v. curr.)

di Marisa Schena (x)

Dalle culture del Neolitico ai corredi rituali dell’età del
Bronzo, fino alla comparsa dei primi esempi di “porcellana
cinese arcaica”, il bacino del Fiume Giallo, culla della civiltà
cinese, manifesta dai suoi albori, intorno al 5000 a.C., fino al
consolidarsi del grande impero dei Tang (618-906 d.C.), alla
vigilia dell’anno 1000 dell’era cristiana, una straordinaria
capacità di progresso e perfezionamento tecnico, un crescente
gusto per la modellatura della materia, attraverso l’uso
sapiente delle basse e alte temperature, eppure una vena
ispiratrice che ha nel codice della “continuità” il suo più
importante orientamento.

Esemplari di questo processo sono i bi, i dischi di giada
rinvenuti in gran numero sui corpi dei defunti: nella bella sede
dell’Università della Terza Età di Sondrio, abbiamo scelto di
mostrare l’immagine di quello conservato al Metropolitan Museum
di New York, databile alla cultura Liangzhu (3300-2200 a.C.).
Per raffinatezza e perfezione tecnica esso testimonia, insieme
ai molti esemplari affini, l’esistenza, già in era neolitica, di
una complessa organizzazione sociale che vede in piccoli gruppi
elitari, dei quali gli oggetti rituali di giada rappresentano le
insignia, i vertici del potere politico e religioso delle città
–stato.

Nella successiva Età del bronzo, il gusto cinese del rito e la
sua centralità nella vita sociale, religiosa e politica ispirano
le ricche decorazioni dei tripodi ding, contenitori di cibo, dei
bacini pan, utilizzati come lavacri per le mani durante le
cerimonie sacrificali, dei vasi da vino che ne compongono il
complesso apparato: terrifiche maschere taotie, cicale simbolo
d’immortalità, animali ibridi infondono tutti un’aura di
mistero.

Ma è con la nascita dell’impero centralizzato (nel 221 a.C.), ad
opera di Qin Shi Huangdi, che i timidi tentativi del passato di
rappresentazione della figura umana si consolidano nella
modellatura delle migliaia di figure di terracotta dei guerrieri
posti a guardia del suo mausoleo, che annunciano e alludono a
una nuova arte figurativa che troverà piena espressione in epoca
Tang, quando smalti metallici a bassa temperatura, chiazzati a
piombo su argilla, raggiungeranno la trasparenza vetrosa delle
figure di cammelli e cammellieri delle vie carovaniere di
recente conquista cinese, di cavalli e cavalieri, musici e
giocolieri e delle floride ma slanciate bellezze virginali delle
concubine di corte.

Sono i primi veri esempi di “porcellana cinese arcaica”, che
alludono a un mondo meno sacrale e distante, dove i piaceri di
corte hanno spazio non meno dei riti, ma sullo sfondo del quale,
non diversamente che in passato, i grandi artigiani cinesi,
maestri della metallurgia e moderni ceramisti, operano
silenziosi e instancabili alla costruzione di una grande civiltà
della tecnica.
Marisa Schena (x)

(x) Presidente Unitre

(curr.) Margherita SPORTELLI, sinologa, è laureata in Lingue e
Letterature Orientali all'Università di Venezia. Ha risieduto in
Cina negli anni 1986-1989, partecipando a un progetto
governativo di cooperazione per lo sviluppo.

E' stata per dieci anni docente di Lingua cinese presso
l'Istituto italo-cinese di Milano, dove oggi conduce i seminari
di cultura. Svolge attività di docenza di Management
interculturale per numerose scuole di direzione aziendale, tra
le quali la SDA Bocconi.

E' stata redattrice di Cina Notizie, è attualmente membro del
Comitato scientifico dei Quaderni Asiatici e ha curato numerose
pubblicazioni specialistiche.

Nel settore della divulgazione, nel 2001 ha pubblicato per i
Tascabili di Xenia "L'astrologia cinese", mentre per la collana
"L'altra Scienza" è in corso di pubblicazione "Segreti orientali di
Salute, bellezza e rilassamento".


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Marisa Schena (x)
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