CINEMA: LA VERA STORIA DI JACK LO SQUARTATORE

Descritto come un film con
ambizioni biografiche su uno dei più efferati criminali del
secolo diciannovesimo, ma in realtà sospeso tra il romanzo
descrittivo della pochezza dell’animo umano nei suoi risvolti
più torbidi e il film “giallo” (nel quale peraltro Johnny
Depp-Fred Abberline deve trovarsi a proprio agio visti i recenti
precedenti de “il mistero di Sleepy Hollow”), la vera storia di
Jack lo squartatore è un’opera di rispetto, con interpretazioni
che non lasceranno magari il segno nella storia del cinema ma
che valgono sicuramente il prezzo del biglietto.


La nota che più merita rilievo è indubbiamente, a mio parere,
l’accento posto dai fratelli Albert e Allen Hughes sulla flebile
natura umana che insieme all’amore e ai buoni sentimenti porta
in sè aspetti inquietanti e meschini e che trascende i confini
del bene e del male, toccando tanto il “maniaco” quanto l’uomo
di legge: la vanità e l’orgoglio della massoneria, il dolore di
quel quotidiano lottare che è la vita e con la vita, nascosto
dentro l’oppio ed il laudano dell’ispettore Abberline; non ci
sono eroi, non ci sono uomini duri, ma solo persone che fanno i
conti, più o meno onesti, con la loro parte nera.


È sempre molto difficile recensire un film in costume,
bisognerebbe essere vissuti all’epoca o almeno conoscere molto
bene gli usi del tempo; ad ogni modo, la fotografia è un
elemento significativo di quest’ultimo lavoro dei fratelli
Hughes, le tonalità di rosso acceso e l’onnipresente grigio
londinese non passano certo inosservati, un paio di sguardi
della telecamera verso il cielo ci riportano subito alla serietà
dell’opera.


Curiosa ed interessante l’interpretazione del piccolo gruppo di
prostitute (nel quale spiccano Heather Graham e Katrin Cartlidge),
cooprotagoniste della pellicola, madri, mogli meretrici e
coraggiose come solo le grandi anime femminili sanno essere.


La vera storia di Jack lo squartatore – from Hell - non sarà
certo indicato per chi ha lo stomaco debole, ma per tutti coloro
che amano vagare nei meandri della mente umana sarebbe opportuno
leggere, prima di entrare in sala o dopo esserne usciti, un
illuminante libro dal titolo “il fascino del male” a firma prof.
Ugo Fornari, di professione criminologo forense.
Mirko Spelta


4 1 2002



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Mirko Spelta
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