CINEMA: BAD COMPANY PROTOCOLLO PRAGA
Una bella scommessa, per un produttore di straordinari film
d’azione come Jerry Bruckeimer, (ricordiamo solo due dei più bei
titoli di questi ultimi dieci anni e cioè “con Air” e “The
Rock”) inserire in quello che si presentava come uno dei più
elettrizzanti action movie della stagione una coppia che più
inedita non si può: “Hannibal” Antony Hopkins e “lingua lunga”
Chris Rock.
Una scommessa talmente azzardata da far affiorare il preconcetto
ed il sospetto di un “flop” anche in un entusiasta del film
bombarolo americano di prima categoria come chi scrive; forse è
proprio per non esagerare con l’azzardo che la regia è affidata
ad uno dei professionisti più esperti di Hollywood come Joel
Schumacher ( per intenderci “Batman & Robin” e “8mm delitto a
luci rosse”) ed uno dei ruoli principali è nelle mani della
leggenda vivente Hopkins.
Durante la visione del film però nonostante i preconcetti
iniziali, non si può non notare la bella prova di Chris Rock,
che per una volta sveste i panni di macchietta povera di Eddie
Murphy per fare l’attore quasi vero e quasi credibile, dando un
tocco sensibilmente più leggero allo stile di Bruckeimer finora
popolato da duri dallo sguardo di ghiaccio.
Bad Company non è particolarmente originale a livello di
sceneggiatura, ha qualche sporadica trovata interessante,
qualche crescendo nel rapporto tra i due protagonisti,
naturalmente non sfrutta che in minima parte le capacità
interpretative di Hopkins, tuttavia è sempre un Bruckeimer
(ormai è come con i quadri o i dischi, la mano del maestro si
riconosce), e quindi piacevole, veloce, scoppiettante come le
tonnellate di pop corn e coca-cola che irrimediabilmente lo
accompagnano, e strapieno di macchine e vestiti di prima
categoria.
Dunque non è “con Air”, ma non merita di essere troppo
bistrattato dagli amanti del genere.
Mirko Spelta
Per comunicazioni all'autore della recensione:
ginodilegno@inwind.it
GdS 8 IX 2002
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