Che paura, "Lady Vendetta"!

Orrore e candore. Melodramma e favola morale



Nel 1998 Tiziano Terzani , giornalista e scrittore molto amato
dall’elite di sinistra, scriveva nel suo libro In Asia che
“Senza protestare, senza ribellarsi, le donne coreane continuano
a faticare nei loro ruoli asserviti agli uomini (…).

Se oggi avesse visto “Lady Vendetta”, forse, gli sarebbe venuto
qualche dubbio. Verissimo che il mondo cambia da un giorno
all’altro, figuriamoci in sette anni. Infatti è un qualcosa di
macabro vedere l'attrice Lee Young-ae, una bellezza fuori dal
comune, diretta dal regista Park Chan Wook., commettere tante
nefandezze nel film citato che può considerarsi anche un
“manifesto” della truce violenza che serpeggia in ogni dove:
giornali, TV, internet ce ne mettono a corrente minuto per
minuto, tant’è che la via dell’umanità verso il futuro ha più
ombre che sole.

Il Film

Orrore e candore. Melodramma e favola morale. Questo è il cinema
di Park Chan-wook, quarantaduenne regista tra i più complessi e
acclamati di Seul, Corea del Sud.

Il nuovo Sympathy for Lady Vengeance è nella sale italiane dal 5
gennaio, mentre il precedente capitolo "Sympathy for Mr.
Vengeance"(2002) è inedito in Italia. In Lady Vendetta, che
conclude una trilogia , la giovane Geum-ja (l'attrice Lee
Yeong-ae) sconta tredici anni e mezzo di carcere per un delitto
orribile, il rapimento e l'uccisione di un bambino. In realtà il
vero colpevole è il suo ex professore e la ragazza, pur esibendo
una maschera di soavità e redenzione, anela soltanto a
vendicarsi di lui.

Presentato a Venezia ’62, ha suscitato non poche impressioni per
le sue inquadrature magistrali, in bilico tra le vette del
melodramma e le profondità dell'horror. N’è protagonista
un’affascinante attrice, Lee- Young-ae), che cova nel suo cuore
una tremenda vendetta, che porterà a termine in un modo
stranissimo.

Scheda tecnica

Lady Vendetta

Titolo originale: Chin-Jeol-han Geum_ja-ssi

Nazione:: Corea

Anno: 2005

Genere :drammatico

Durata: 112’

Regia Park Chan-wook

Data di uscita: Mostra Internazionale cinematografica di Venezia
2005

Nei cinema italiani dal 5 Gennaio 2006.

Sito italiano: www.luckyred.it/minisiti/ladyvendetta/


DOMANDE & RISPOSTE

- Signor Park Chan Wook, perché così tante scene di violenza nel
suo Lady Vendetta?

Di sicuro seguo dei miei principi e regole per descrivere la
vendetta e la violenza. Ma una cosa che non cerco è l'atto
violento senza fine o motivo. Ogni forma di violenza dev'essere
sofferenza coinvolgente.

- A lei è caro il tema della vendetta. Questa volta però a
vendicarsi è una donna. Che differenza c'è tra una vendetta
maschile e una vendetta femminile?

Innanzitutto una differenza estetica. Un uomo non si
preoccuperebbe mai di avere una pistola così bella come quella
che usa la protagonista di Lady Vendetta. E poi, se ci fosse
stato un uomo non avrebbe mai ceduta una vendetta così sofferta
ad altre persone…

- Al contrario di Old Boy e Mr. Vendetta, questa volta la
vendetta non conclude i problemi, anzi, li apre. E poi c'è un
grande senso di espiazione.. ce ne vuole parlare?

La vendetta in questo film è particolare. Non è una vendetta
fine a sé stessa. Non conta tanto se l'espiazione viene
raggiunta o meno, quel che conta è il desiderio. In fondo la
protagonista è solamente una donna che vuole un mondo migliore.

- ei ha detto che i suoi films precedenti gli avevano lasciato
dentro un odio, una rabbia pazzesca. Come mai l’ha dirottata su
di una donna?

Ho creduto che la vendetta potesse essere un atto di redenzione
ed effettuata da qualcuno che pensa di salvarsi l’anima. Quindi
occorreva pensarla in un modo più raffinato e chi se non una
donna avrebbe potuto viverla meglio?

- Lei è laureato in filosofia. Quanto ha influito sul suo
pensiero e sul suo modo di fare cinema?

Nessuno può gettarsi dietro le spalle i suoi studi e la sua
formazione umana. Infatti, a me interessa la trasformazione
etica di una persona, con un'indagine introspettiva analizzo il
cambiamento a gradi, narrato episodio per episodio, una
metamorfosi fuori campo della propria moralità ed etica interna.
In Lady Vendetta ho cercato di combinare la precisione materica
della violenza visiva/corporale/fisica con quella ben più
drammatica della violenza interna e spirituale, imponendomi di
rimanere comunque onnisciente rispetto l'opera. Mi preoccupo,
poi, della potenza estetica del volto umano, dal quale deve
apparire la sua mente, il suo pensiero.

- Allora, Delitto e castigo, colpa e espiazione sono parole che
appartengono alla cultura cristiana. Il regista taiwanese Ang
Lee afferma che l'anima orientale non conosce il senso di
colpa...

Non so perché Ang Lee abbia detto questo. In realtà Cina e Corea
appartengono alla stessa cultura, i valori sono più o meno
simili. Non è stabilito comunque che il mio film sia ispirato a
valori occidentali.

- Ricordando alcune scene, in cui lei rappresenta i sogni della
sua protagonista, per esempio un campo di neve candida, alberi
neri, la fanciulla che trascina una slitta su cui sta un cane
con faccia d'uomo, si pensa subito alla pittura surrealista.
Nega anche questo?

Quando giro o scrivo la sceneggiatura, se capita che una scena
richiami quelle di altri film, tendo a toglierla, cancellarla,
ridisegnarla... È innegabile però che il surrealismo mi abbia
influenzato. Mi piace la combinazione di elementi che nulla
hanno a che vedere tra di loro, che non si amalgamano. Costruire
scene così mi si addice.

- Il film racconta cose scioccanti, tra le altre la carcerazione
femminile, con personaggi grotteschi, sempre con un po' di
humour.

Le scene che avvengono in prigione, per esempio il lesbismo
imposto, sono condite da commenti umoristici perché mi
prefiggevo di parlarne come di una leggenda. È il passato che
viene rievocato: si racconta che, mi hanno detto che, ho sentito
che... non sto descrivendo la realtà di una prigione femminile,
non è un documentario, ma un racconto per sentito dire, per
terza persona, quindi ci può essere un po' di esagerazione,
mitizzazione, e un po' di umorismo.

- Realistiche e terribili sono al contrario le immagini dei
bambini rapiti filmate dal loro aguzzino...

Lì la situazione cambia completamente, perché quella è dura
sofferente realtà. Mi serviva per costruire le scene successive:
i genitori dei bambini rapiti a mai più tornati a casa patiscono
vedendo le immagini dei loro figli, reagiscono, discutono,
decidono se vendicarsi o meno. Dunque non potevo fare a meno di
mostrare quanto cattiva fosse quella persona, quanto male ci
fosse in lui.

- Nella sua opera c'è vendetta e desiderio di espiazione, di
purezza.

Il film si costruisce intorno alla vendetta. Alla fine il gesto
che avrebbe dovuto essere individuale diventa collettivo. La
protagonista pensa ci sia una sola piccola vittima, ma poi
scopre che ce ne sono altre quattro - il professore è un serial
killer - e quindi coinvolge genitori e parenti dei bambini, li
raduna in una scuola abbandonata, e offre loro la possibilità di
farsi giustizia. La domanda alla quale ho cercato di rispondere
era quanto si sarebbero sentiti bene dopo la loro rivincita.

- La vendetta però non porta pace.

Prima di vendicarsi la ragazza sogna di sparare al cane col
volto d'uomo, lo stesso che trascina sulla slitta, poi si
sveglia con un sorriso beato sul volto. Pensa che la
rappresaglia la conduca a uno stato di liberazione, di felicità
unica. La scena che descrive senza alcuna parola quello che io
penso della vendetta è il volto di Geum-ja subito dopo la
sepoltura del killer. Le ho chiesto di pensare allo stato
d'animo di chi finalmente ottiene qualcosa a lungo sognato,
qualcosa che pensava lo rendesse felice e invece lo delude. Una
cosa a cui hai anelato per tredici anni e mezzo, che hai
costruito passo passo e alla fine non ti dà soddisfazione? Non è
possibile, non ci credi.

- Che cosa pensa dell'idea di vendetta ?

La violenza crea dolore a chi la riceve e a chi la perpetra. E'
evidente nella sofferenza sul viso della ragazza e
nell'imbarazzo sulle facce dei genitori quando alla fine si
ritrovano nella pasticceria a mangiare un dolce. Fanno finta che
non sia successo nulla.

- Si dividono anche i soldi dei riscatti confiscati
all'assassino... Un particolare un po' cinico, è una critica
alla società coreana di oggi?

Non c'è critica sociale. Ho pensato che sono persone uscite da
una notte da incubo, da dimenticare al più presto, anche perché
la vendetta non ha dato loro nulla, non gli ha riportato
indietro i loro figli. Ciascuno spera di non incontrare mai più
nessuno dei presenti. Poi uno osserva che fuori c'è un sacco di
neve, un altro si preoccupa del traffico, la vita torna ad
aggrapparsi alle piccole futili cose quotidiane. Anche ai soldi,
perché no?

- Lady Vendetta ha avuto successo in Corea?

Nella storia del cinema coreano degli ultimi anni é il terzo
nella classifica dei film vietati ai diciott'anni.
Antonio de Falco

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