Le aspettative dei docenti italiani - Indagine


L'indagine, condotta dalla SWG di Trieste per conto
della GILDA degli insegnanti, relativa alle aspettative dei
docenti italiani merita di essere rièpresa. Per chi fosse
interessato può andare sul sito
www.gildains.it



Metodologia

È stata realizzata una rilevazione quantitativa tramite
interviste telefoniche, utilizzando in contemporanea le
postazioni a disposizione nella nostra sede.

Ogni rilevazione è preceduta da una fase pilota volta a mettere
in luce e ad eliminare eventuali problemi nella somministrazione
del questionario.

Le interviste sono state effettuate nei giorni 10-13 maggio,
nella fascia oraria serale.

Il campione è costituito da 400 insegnanti operanti sul
territorio nazionale ed è rappresentativo dell’universi indagato
sulla base dei parametri di zona e livello d’istruzione in cui
viene prestata l’attività lavorativa.

Tali parametri sono uniformati ai dati forniti dall’ISTAT.


Parametri del campione


Il campione di 400 intervistati risulta così composto:

Sesso:

maschio 21,0

femmina 79,0

Eta':

25-30 anni 1,0

31-35 anni 9,0

36-40 anni 15,0

41-45 anni 20,0

46-54 anni 38,0

55-60 anni 15,0

61-64 anni 2,0

Zona:

nord 38,0

centro 18,0

sud+isole 44,0

Scuola d’insegnamento

materna 14,0

elementare 31,0

media inferiore 23,0

media superiore 32,0

Tipo di scuola secondaria

(rispondono gli insegnanti di scuola secondaria)

Somma delle risposte consentite

liceo classico 12,0

liceo scientifico 20,0

liceo linguistico 5,0

Istituto magistrale/liceo pedagogico 5,0

Istituto tecnico commerciale 23,0

Istituto per geometri 2,0

istituto tecnico industriale 9,0

istituto d'arte 5,0

istituti professionali (3 anni) 18,0

istituto tecnico agrario 2,0

altro 6,0

Tipologia di rapporto di lavoro:

di ruolo 86,0

precario 14,0

Anzianità lavorativa

da 1 a 3 1,0

da 4 a 5 3,0

da 6 a 10 16,0

da 11 a 15 15,0

da 16 a 20 17,0

piu' di 20 49,0


Sintesi

Una scuola cagionevole e un corpo docente che individua nella
bassa retribuzione degli insegnanti una delle principali
patologie di cui è affetto il sistema scolastico.

Sullo sfondo la considerazione degli effetti negativi che una
aziendalizzazione dell’attività scolastica può comportare.

Sono tra i principali risultati dell’indagine tra gli
insegnanti, realizzata da Swg per conto dell’Associazione
professionale nazionale Gilda degli Insegnanti, e che offre uno
spaccato delle idee che gli operatori del settore hanno sul
proprio lavoro e sulla propria professionalità.

Valutazioni che, come è ovvio, si addensano anche su posizioni e
richieste contrattuali.


1. Dalla bassa retribuzione all’azienda-scuola, passando per il
ruolo dei docenti nella società

Il filo conduttore che si legge nelle risposte è la vigorosa
volontà, da parte dei docenti, di non vedere svilita la loro
funzione a quella di meri esecutori, all’interno di una scuola
che, protesa in una logica aziendale, rischia di ridurre gli
spazi della creatività, dell’impronta personale,
dell’aggiornamento come motore di innovazione e sviluppo.

Così, se il tema più avvertito è la necessità di un consistente
e cospicuo adeguamento dei livelli salariali alle prestazioni e
all’impegno profusi, tra gli insegnanti non mancano i segnali di
allarme su altri temi.


Il leit motiv, come detto, ruota intorno al tema dell’aziendalizzazione.

Un processo che, nella percezione degli insegnanti, rischia di
soffocare la scuola nella burocrazia e nelle riunioni sulla
docenza (9,0%), nell’eccessivo carico di lavoro (11,0%) e
nell’inadeguatezza delle strutture (11,0%): il tutto frutto e
portato delle croniche carenze del comparto, ma accentuato dalla
nuova logica volta a cercare piuttosto la quadratura dei conti e
meno la qualità del percorso formativo degli alunni.


Gli insegnanti intervistati non mancano di portare alla luce
altre contraddizioni dell’ordinamento scolastico che minacciano
la loro professionalità.


In primo piano c’è la percezione del loro ruolo nella società.
Non a caso il 19% degli intervistati sottolinea la scarsa
considerazione di cui gode la categoria. Una scarsa
considerazione che, per i più, emerge in tutto il suo peso nella
limitata attenzione e nei contenuti investimenti che Parlamento
e governi dedicano al settore.

Se un tempo, nell’Italia post unità nazionale, ma ancora
nell’Italia del boom e in quella post Sessantotto, l’insegnante
era una figura centrale nella comunità, oggi i docenti
percepiscono una scarsa considerazione del loro ruolo e della
loro funzione nello sviluppo del Paese e dei processi di
formazione culturale e sociale delle giovani generazioni. Questo
senso della perdita di un prestigio di cui godevano un tempo si
legge soprattutto tra i docenti delle medie inferiori e
superiori, quasi che il maestro delle elementari e delle materne
mantenesse meglio ancor oggi quella centralità del passato.


2. Separare le aree di contrattazione per docenti e non docenti

Passando agli aspetti più propriamente contrattuali,
professionali e di organizzazione dell’attività si possono
individuare tre temi: quello della separazione dell’area
contrattuale tra personale docente e non docente, quello dei
percorsi di carriera e, infine, quello del funzionamento del
collegio docenti.

Sul primo tema, quello della separazione contrattuale, c’è una
metà circa del corpo insegnante (pari al 48%) che non è a
conoscenza della proposta. Inoltre, anche tra coloro che sanno
dell’ipotesi di separazione della aree contrattuali, non c’è la
consapevolezza di chi sia stato ad avanzare la proposta:
soltanto tra gli iscritti Gilda l’origine di essa appare ben
nota.

Sono meglio informati sul tema della separazione delle aree
contrattuali i docenti delle medie inferiori e superiori e
quelli con maggiore anzianità lavorativa.

Una ampia maggioranza degli intervistati (soprattutto gli
insegnanti delle medie superiori) dimostra, tuttavia, di
percepire l’ipotesi di un’area contrattuale autonoma come un
obiettivo centrale per valorizzare la funzione del docente,
riconoscendone la specificità e la professionalità.


Il 60,0% degli intervistati infatti sostiene e appoggia la
proposta avanzata dal sindacato Gilda, incontrando in essa non
solo il riconoscimento del ruolo di particolare delicatezza e di
grande responsabilità per la società svolto dal personale
docente, ma anche la necessaria diversità nella contrattazione e
nei problemi da definire tra figure (personale non docente e
personale docente) giuridicamente molto eterogenee (72,0%).

Tra le persone che, invece, non condividono tale proposta (il
17,0% degli intervistati), il problema più avvertito è quello
dello sgretolamento della compattezza della categoria. Si può
dire che, pur in minoranza, c’è una parte degli insegnanti che
individua nella separazione dei percorsi contrattuali un rischio
di ulteriore indebolimento della capacità di contrattazione e di
peso politico della categoria.


3. Riforma degli organi collegiali

Il mondo docente si divide sul tema della riforma degli organi
collegiali. A fronte di una maggioranza relativa (il 45,0%) che
asserisce di condividere la proposta di assegnare la presidenza
del collegio docenti a un insegnante invece che al capo
d’istituto, c’è una minoranza cospicua, il 38,0%, che si schiera
su posizioni opposte.

È probabile che, su tale punto di vista, incida la percezione
del rischio di divisione del corpo docenti in gruppi interni, e
della fiducia nel ruolo del capo d’istituto quale figura di
garanzia.


4. professionalità e carriera

Per quanto concerne l’ampio campo della professionalità e dello
sviluppo dei percorsi di carriera, le opinioni degli insegnanti
appaiono abbastanza decisamente orientate: il filo conduttore è
la definizione di meccanismi che garantiscano carriere basate
sull’insegnamento (e non su altre competenze e funzioni) e che
non definiscano elementi di gerarchizzazione interna.

Per il 60,0% degli insegnanti, l’avanzamento di carriera deve
essere fondato sulla valutazione del lavoro svolto in classe: si
tratterebbe pertanto di un significativo cambiamento nei criteri
attuali. Questa posizione infatti supera nettamente, nella scala
delle preferenze, i criteri dell’anzianità (46,0%) e dei titoli
culturali (38,0%). L’apertura verso metodi di valutazione della
qualità dell’insegnamento è particolarmente evidente tra i
docenti di scuola superiore.

Su un punto, i docenti, appaiono a stragrande maggioranza
concordi: nel dire no ai concorsi interni (solo il 10,0% si
schiera per questa ipotesi).

Altro punto su cui la maggioranza degli insegnanti conviene è
quello che l’attuale meccanismo degli avanzamenti di carriera
deve essere cambiato: il 79,0% degli intervistati si schiera
decisamente per una rettifica e per l’introduzione di nuovi
sistemi.


5. la rappresentanza

Il fatto che la categoria degli insegnanti si trovi in una
situazione difficile, in un importante momento di passaggio
ricco di incognite nel quale è difficile determinare quale potrà
essere la scuola del futuro, rende centrale il tema della
rappresentanza di categoria.

I dati rilevati dal sondaggio rendono evidente che, tra gli
iscritti ai sindacati, c’è un giudizio tendenzialmente positivo,
anche se esiste una percezione diffusa (4 iscritti su 10) di
limitata efficacia; ciò da una parte è spiegabile con la
oggettiva situazione della categoria, dall’altra evidenzia un
bisogno di maggiore incisività, in particolare nella difesa di
quello che è il ruolo degli insegnanti.

Il giudizio su Gilda (la valutazione è stata chiesta all’intero
campione intervistato) non si discosta da quello delle altre
associazioni: va rilevato che comunque il fatto che quasi 3
intervistati su 10 nel campione complessivo ne riconoscano
l’efficacia dell’operato va considerato come un risultato
positivo.


Risultati dell’indagine

Problemi della categoria (Secondo Lei, quale tra i seguenti e’
il principale problema della categoria degli insegnanti: e poi?
e poi)

la bassa retribuzione 46,0

la scarsa considerazione di cui gode la categoria 19,0

l’eccessivo carico di lavoro 11,0

l’inadeguatezza delle strutture 11,0

le poche possibilita’ di aggiornamento 10,0

il prevalere della burocrazia e delle riunioni sulla docenza 9,0

difficoltà nei rapporti con gli studenti 6,0

problemi relativi alla didattica (handicap, preparazione ins,
valutazione) 6,0

l’eccessivo carico di responsabilita’ 5,0

la numerosita’ delle classi 5,0

scarse risorse dedicate alla scuola 5,0

precariato 5,0

il conflitto con i dirigenti scolastici 4,0

le ingerenze dei genitori 4,0

la scarsa autonomia didattica 4,0

la mancata riforma della scuola 4,0

demotivazione 4,0

difficoltà nei rapporti con i colleghi 4,0

continui cambiamenti legislativi 3,0

le limitate possibilita’ di carriera 2,0

l’insufficiente impegno da parte dei sindacati nella tutela 1,0

altro 12,0

non sa/non risponde 6,0


Separazione delle aree contrattuali – conoscenza (A proposito
del rinnovo del contratto della scuola, c’e’ stata la proposta
di separare le aree contrattuali dei docenti da quelle dei non
docenti. Lei aveva sentito parlare di questa proposta)


si 51,0

no 48,0

non risponde 1,0


Separazione delle aree contrattuali – conoscenza di chi l’ha
proposta (Lei sa quale sindacato o associazione ha fatto questa
proposta)

risposta spontanea

GILDA 15,0

SNALS 7,0

COBAS 2,0

CGIL 2,0

CISL 1,0

UIL 1,0

ALTRO 2,0

non sa 69,0

non risponde 1,0


Separazione delle aree contrattuali – condivisione (Lei
personalmente, condivide la proposta di separare le aree
contrattuali di docenti e non docenti)


condivide 60,0

non condivide 17,0

E INDIFFERENTE 3,0

non risponde 20,0


Separazione delle aree contrattuali – ragioni della condivisione
(Per quale ragione condivide la proposta di separare le aree
contrattuali di docenti e non docenti)

(rispondono coloro che condividono)

risposta spontanea

Somma delle risposte consentite

perche’ si tratta di figure giuridicamente molto diverse 72,0

competenze diverse 20,0

perche’ cosi’ vi sarebbero aumenti di stipendio 4,0

perche’ gli insegnanti avrebbero maggiore potere contrattuale
1,0

perche’ agli insegnanti verrebbe riconosciuta maggiore autonomia
3,0

altro 3,0

non risponde 4,0


Separazione delle aree contrattuali – ragioni della non
condivisione (Per quale ragione NON condivide la proposta di
separare le aree contrattuali di docenti e non docenti)

(rispondono coloro che non condividono)

risposta spontanea

Somma delle risposte consentite


perche’ verrebbe meno la compattezza della categoria 48,0

perche’ non ci sono reali differenze 22,0

perche’ si diminuirebbe il peso del settore scuola 5,0

perche’ gli insegnanti avrebbero MINORE potere contrattuale 5,0

perche’ gli aumenti di stipendio non dipendono dalla separazione
2,0

altro 10,0

non risponde 15,0


Riforma degli organi collegiali ( Parliamo ora della riforma
degli organi collegiali. Condivide la proposta di assegnare la
presidenza del collegio dei docenti ad un insegnante invece che
al capo d'istituto?)


condivide 45,0

non condivide 38,0

E' INDIFFERENTE 9,0

non risponde 8,0


Carriera degli insegnanti –criteri per determinarla (Un'altra
questione di cui si discute a proposito della scuola e' il tema
della carriera degli insegnanti. Secondo Lei, l'avanzamento di
carriera, dovrebbe essere determinato da: e poi)


valutazioni del lavoro svolto in classe 60,0

anzianita' 46,0

titoli culturali 38,0

concorsi interni 10,0

aggiornamento 4,0

altro 6,0

non risponde 2,0


Carriera degli insegnanti – opportunità di definire nuovi
criteri (In definitiva, secondo Lei si dovrebbero introdurre dei
meccanismi per consentire degli avanzamenti di carriera (diversi
da quelli attuali) degli insegnanti o le cose dovrebbero
rimanere come sono?)


introdurre meccananismi 80,0

lasciare le cose come stanno 13,0

non risponde 7,0


Efficacia del sindacato di appartenenza (Lei ritiene molto, poco
o per niente efficace l'operato del sindacato che la
rappresenta)

(rispondono gli iscritti al sindacato)


molto 16,0

abbastanza 31,0

poco 40,0

per niente 9,0

NON SA 4,0


Efficacia di Gilda (E Lei ritiene molto, poco o per niente
efficace l'operato dell'associazione Gilda)


molto 12,0

abbastanza 16,0

poco 27,0

per niente 6,0

NON SA 21,0

non la conosce 18,0

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GdS 28 IX 2002 - www.gazzettadisondrio.it

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