Arabi: la Padania intervista Galoppini (Aljazira) cinque giorni dopo il nostro giornale
Lo scorso numero abbiamo pubblicato l'articolo dal titolo "Conoscere quel che si pensa nei Paesi
Arabi", dedicato al sito Aljazira.it. Cinque
giorni dopo:
Aljazira.it non c'entra con la famosa Tv del Qatar. Un sito con
un nome che crea confusione. Così ha titolato
"La Padania" del 23 novembre l'intervista di Gianluca Savoini
a Enrico Galoppini, i cui scritti periodicamente pubblichiamo.
/Testo integrale a:
http://www.lapadania.com/news/221102/esteri.htm#02).
Alcuni stralci:
- Aljzaira.it , come indica
appunto il termine arabo , si propone quale provvidenziale
“isola” d’approdo. Ne parliamo con Enrico Galoppini, della
redazione «attualità».
-
Chi sono, per continuare la metafora, gli “abitanti” di quest’isola?
«Si tratta di persone che per vari motivi hanno sviluppato un
interesse per la cultura araba, e, di conseguenza, per la lingua
araba (che è un passaggio obbligato, al quale molti preferiscono
le “scorciatoie”), ma che dopo aver constatato la diffusa
ignoranza - mescolata al pregiudizio - su quasi tutto quel che
concerne gli arabi, hanno deciso dallo scorso febbraio di
apportare un modesto contributo, proponendo traduzioni di
articoli della stampa araba».
- Attraverso le sezioni dedicate all’economia, alla
cultura, alla società e allo sport, si ha il quadro di società
complesse.
-
Dunque, chi vi identifica come «sito islamico» si sbaglia?
«E non poco. Ma non è colpa sua, perché è troppo diffusa la
tendenza ad identificare “mondo arabo” con “mondo islamico”.
- Il nostro sito non perora alcuna causa, se non
quella di capire per poi giudicare con cognizione.
-
Per concludere, quale immagine del mondo arabo esce dalla stampa
araba?
«Premesso che ciascuno degli animatori del sito ha le sue
opinioni in merito, emerge una pluralità di idee e di
atteggiamenti davvero sorprendente.
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Enrico Galoppini
È laureato in Storia Contemporanea all'Università di Pisa e
diplomato in lingua araba (fine corso) presso la Jordan
University di Amman e l'Institut Bourguiba des langues vivantes
di Tunisi. È interprete e traduttore dall'arabo -lingua che
insegna privatamente- ed ha lavorato in Yemen ad un importante
programma di catalogazione del patrimonio urbanistico e
archeologico. Particolarmente interessato agli aspetti religioso
e storico-politico del mondo arabo-islamico, alla storia del
colonialismo, alla cultura politica della Destra, alle nuove
correnti di pensiero che vanno sotto la denominazione di
"cultura delle nuove sintesi", ma anche a fenomeni di costume,
collabora a «La Porta d'Oriente», «Diorama Letterario» e
«Africana». Il suo primo libro, Il Fascismo e l'Islàm (Edizioni
All'Insegna del Veltro, Parma 2001), condensa, per così dire,
due dei suoi principali filoni di ricerca.
GdS 28 XI 2002 - www.gazzettadisondrio.it