I BLOG: LA NUOVA STAMPA INDIPENDENTE?

Quando nel 2002 il senatore Americano Trent Lott disse che l’elezione a presidente di Strom Thurmond avrebbe migliorato gli Stati Uniti i blogger lo attaccarono accusandolo di razzismo. Thurmond era stato un segregazionista. I blogger di sinistra continuarono i loro assalti a Lott ed eventualmente il senatore dovette dimettersi dal suo incarico di leader del Senato Americano.

La sconfitta di Lott è considerata una vittoria dei blog dato che la stampa tradizionale ignora certe situazioni. I blog sono naturalmente i diari pubblicati nell’Internet (dall’inglese web log). Si calcola che ve ne siano più di 60 milioni e trattano di molti soggetti dalla politica allo sport alla religione e qualunque altro tema d’interesse a chi scrive. La maggioranza non sono altro che un diario personale letto soltanto da pochi amici. Invece di un diario scritto su carta il blog si scrive al computer e in teoria chiunque lo può leggere. Nella maggioranza dei casi si tratta però semplicemente di una persona che parla nel deserto. Ma alcuni sono riusciti a creare un pubblico di lettori che cominciano a rivaleggiare con la stampa tradizionale.

In America Instapundit, Daily Kos, Eschaton ed alcuni altri sono riusciti a creare un pubblico che oltrepassa i centomila lettori quotidiani. Ciò naturalmente vuol dire che hanno più lettori della maggioranza dei quotidiani statunitensi eccetto per le testate più importanti come il New York Times, Il Washington Post, il Chicago Tribune, il Los Angeles Times e pochi altri.

La differenza è naturalmente che il costo di “pubblicare” un blog è notevolmente inferiore a quella di un giornale dato che si tratta di una persona che scrive e pubblica il tutto. I blogger si mettono al computer e passano molte ore leggendo ciò che scrivono i giornalisti professionisti e poi scrivono i loro commenti. Non fanno in generale giornalismo investigativo ma si aggrappano al lavoro fatto dai cronisti della stampa tradizionale.

Alcuni però usano i loro lettori come “assistenti” nelle loro ricerche. Se hanno bisogno di informazioni pubblicano un piccolo annuncio nel loro blog e un “esercito” di lettori volontari si mette al lavoro e fa ciò che in un giornale tradizionale verrebbe fatto da professionisti pagati. La differenza è che il costo viene quasi eliminato per il blogger e naturalmente anche per il lettore.

Ma l’assenza della spesa non vuol dire che il denaro sia completamente assente. È vero che la stragrande maggioranza dei blogger scrivono e pubblicano solo come hobby. Ma i blogger popolari con cinquemila lettori o più possono permettersi di accettare annunci pubblicitari e quindi guadagnare un supplemento al loro stipendio regolare. Nel caso dei blog più popolari gli annunci riescono a creare salari di oltre 100.000 dollari per il blogger. Ma questi sono casi rarissimi. I blogger professionisti sono pochissimi e a volte non sono i migliori per quanto riguarda la qualità.

Naturalmente la stampa tradizionale non ha potuto ignorare questa nuova maniera di comunicare. In generale i redattori tradizionali non vedono di buon occhio i blogger di successo dato che non li considerano “giornalisti’ veri e propri. Non lo sono. Alcuni però sono professori universitari o ricercatori che potrebbero insegnare qualcosa ai giornalisti delle migliori testate americane. Juan Cole è uno di questi docenti che si specializza sul Medio Oriente. Il suo blog è letto da parecchie migliaia di lettori e naturalmente anche da giornalisti.

I politici naturalmente hanno scoperto il potere dei blogger e per questo mettono annunci pubblicitari nei siti più popolari dato che hanno moltissimi lettori. L’influsso del denaro naturalmente non è andato inosservato ed alcuni blogger considerano i soldi come corruzione dato che li avvicinano alla stampa tradizionale. Il denaro “corrompe” i giornali tradizionali dato che in America non ricevono fondi dal governo. Tutto il reddito del giornale viene dagli annunci e quindi i direttori dei giornali devono fare attenzione a non mordere la mano che gli dà da mangiare. La pubblicazione di articoli poco gradevoli alle aziende potrebbe ridurre gli annunci e di conseguenza la possibile sopravvivenza del giornale. I blogger possono permettersi il “lusso” di scrivere e pubblicare ciò che vogliono dato che in generale non hanno legami finanziari con nessuno.

I blog non possono sostituire i giornali tradizionali ma sono una forza che la stampa non può ignorare. I blog con pochi lettori comunicano fra di loro e si passano informazioni ed idee mantenendole in circolazione. Queste idee vengono spesso passate ai maggiori blog i quali a loro volta influenzano la stampa tradizionale. I blog non sono dunque un sostituto alla stampa tradizionale ma bensì un supplemento. La presenza dei blog sprona la stampa tradizionale a tenere conto di certi soggetti che altrimenti sarebbero completamente ignorati.

Domenico Maceri (x)

(x) (dmaceri@gmail.com), PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali (International Herald Tribune, Los Angeles Times, Washington Times, San Francisco Chronicle, Montreal Gazette, Japan Times, La Opinión, Korea Times, ecc.) ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications.

Domenico Maceri (x)
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