OBAMA E LE CONFERME BIPARTISAN

L'inaugurazione di Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti ha suscitato alcune polemiche per la scelta di due pastori i quali hanno offerto preghiere durante le cerimonie. Da una parte c'è Rick Warren, pastore evangelico conservatore della California, e dall'altra il reverendo Joseph Lowery, considerato il decano dei diritti civili. In effetti, Obama ha scelto due pastori che riflettono il suo spirito bipartisan.

La stessa strategia è emersa con il piano di stimolo economico approvato recentemente dalla Camera degli Stati Uniti che in grande misura riflette le vedute di Obama. Il pacchetto include carote sia per la destra che per la sinistra.

Il costo del programma si aggira su 825 miliardi di dollari ed include sgravi fiscali ma allo stesso tempo spese per l'infrastruttura che dovrebbero creare nuovi posti di lavoro. I tagli alle tasse dovrebbero fare sorridere i repubblicani mentre il resto consiste di investimenti considerati solidi per una ripresa economica.

I tagli fiscali sono stati ridotti al di sotto del 40% del totale originale. Individui il cui reddito è inferiore a 75.000 dollari annui riceverebbero assegni di circa 500 dollari. Per le famiglie con reddito inferiore a 150.000 la cifra sarebbe di 1.000 dollari. Piccole aziende avrebbero anche benefici fiscali. La maggior parte del piano, 550 miliardi, verrebbe usato per investimenti in strade, energia, benefici per i disoccupati ma anche in forma di sussidi agli stati.

Non c'è dubbio che gli sgravi fiscali avrebbero un impatto limitato sull'economia dato che sono già stati provati dal presidente George Bush alcuni mesi fa. Quindi si crede che la loro inclusione sia poco più che un modo per "comprare" il supporto dei repubblicani.

La parte che molti economisti credono utile è concentrata sulle altre spese. Tutti sappiamo che l'infrastruttura americana ha bisogno di aggiornamenti. Sono cose che bisogna fare. Si creeranno posti di lavoro ma allo stesso aiuteranno al rinnovamento strutturale del Paese. Un investimento quindi necessario nonostante l'aumento del deficit nazionale.

Il piano però ha critici sia dalla destra che dalla sinistra. Le voci stridenti di alcuni repubblicani hanno già gridato la loro preoccupazione per il deficit astronomico che le nuove spese spingerebbero a cifre stratosferiche.

Dall'altro lato Paul Krugman del New York Times ha detto che la cifra dedicata agli investimenti non è sufficiente per affrontare la crisi. Inoltre Krugman, recente vincitore del Premio Nobel per l'Economia, ha affermato che gli sgravi fiscali non avranno effetti positivi.

Obama non ha rifiutato le idee di nessuno ed ha dichiarato che sarebbe disposto ad aumentare le spese se ciò dovesse essere necessario. Ma il nuovo presidente ha insistito che bisogna fare qualcosa perché la situazione è critica.

Da buon politico Obama capisce che per governare bisogna creare armonia e stabilire rapporti anche con coloro che hanno idee diverse. Ecco some si spiega in parte l'inclusione di ex "nemici" nel suo gabinetto. Obama non ha paura di usare il talento di ex avversari come riflette in particolar modo la nomina di Hillary Clinton a segretario di stato.

Allo stesso tempo Obama riconosce che i repubblicani hanno un ruolo negli Stati Uniti. Nonostante la maggioranza democratica sia alla Camera che al Senato Obama capisce che il GOP potrebbe silurare i suoi progetti. Ovviamente non tutti i membri del partito di opposizione appoggeranno la politica del nuovo residente della Casa Bianca. Ma se una buona parte di loro non gli metterà il bastone fra le ruote allora sarà più facile governare. Ciò è valido non solo in questo periodo di luna di miele ma persino nel futuro anche se il prezzo richiesto sarà di raggiungere compromessi.

L'approccio politico di Obama riflette una moderazione che ricorda l'amministrazione di Bill Clinton. Non a caso Obama ha scelto un numero notevole di clintoniani per il suo gabinetto. Clinton però non era riuscito a sviluppare un rapporto con i repubblicani. Obama ha capito che per il massimo successo bisogna neutralizzare l'opposizione e sforzarsi per conquistare l'energia degli avversari onde mettere in atto i programmi che porteranno benefici significativi al Paese ed al mondo.

Domenico Maceri (x)

(x) dmaceri@gmail.com), PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali (International Herald Tribune, Los Angeles Times, Washington Times, San Francisco Chronicle, Montreal Gazette, Japan Times, La Opinión, Korea Times, ecc.) ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic

Publications.

Domenico Maceri (x)
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