USA: PATENTI PER I CLANDESTINI?

“I terroristi illegali hanno usato le patenti per uccidere mio figlio e migliaia di altre persone” disse recentemente Peter Gadiel, presidente del gruppo Famiglie per una Sicura America. Il figlio di Gadiel è morto nella tragedia dell’undici settembre al World Trade Center.

Per Gadiel le patenti per i clandestini sono associate con il terrorismo. Come spiegare dunque il nuovo regolamento approvato da Eliot Spitzer, Governatore dello Stato di New York, di permettere ai cinquecentomila clandestini di ottenere la patente legale? Il governatore non vede lo stesso legame fra terrorismo e il privilegio di guidare una macchina legalmente. Il nuovo regolamento identificherebbe coloro che richiedono la patente mediante il passaporto del Paese di origine senza però verificare la residenza legale negli Stati Uniti.

Lo Stato di New York non è l’unico a usare un procedimento simile per offrire la patente. Altri otto stati dell’Unione usano questo sistema mentre gli altri richiedono documenti che attestano la residenza legale.

La mancata richiesta di residenza legale per ottenere la patente apporterà grandi benefici ai cittadini dello Stato di New York, secondo Spitzer, perché metterà alla luce del sole i clandestini che ora guidano macchine senza patente e senza assicurazione. Se un clandestino viene fermato dalla polizia senza patente o se è coinvolto in un incidente c’è la forte tentazione di scappare. La mancanza di assicurazione automobilistica vuol dire che nel caso di un incidente la vittima non riceverà i benefici dell’assicurazione. Inoltre se un clandestino è testimone a un incidente stradale o un crimine e non ha documenti si rifiuterà di cooperare con le autorità temendo di essere deportato. In effetti, per Spitzer si tratta di accettare la realtà che i clandestini sono in America ed è meglio integrarli. Il Department del Motor Vehicles dello Stato (DMV) non è l’agenzia federale che si deve preoccupare dell’immigrazione, secondo Spitzer. David J. Swarts, il Direttore del DMV, ha aggiunto che gli autisti che guidano senza patente hanno molte probabilità di essere coinvolti in incidenti stradali mortali dato che non conoscono le regole delle strade. Il Dipartimento dell’Assicurazione dello Stato ha anche detto che il nuovo regolamento farà risparmiare 120 milioni di dollari agli automobilisti mediante la riduzione dei costi.

Naturalmente offrire la patente ai clandestini non è popolare con gli americani e nemmeno con buona parte dei newyorkesi. I contrari credono che le patenti potrebbero essere usate come carte d’identità da terroristi per entrare in aerei e causare altre tragedie. Le patenti potrebbero essere usate come documenti legali per integrarsi e naturalmente incoraggerebbero altri ad entrare negli Stati Uniti illegalmente. Alcuni impiegati del DMV hanno dichiarato che non metteranno in pratica il nuovo regolamento.

Il problema per gli americani è che in assenza di una carta d’identità nazionale o statale la patente viene usata con tali scopi anche se il documento indica solamente che il possessore ha il diritto di usare un’automobile. La patente americana è spesso anche usata per viaggiare all’estero in paesi vicini agli Stati Uniti i quali non richiedono passaporto. L’idea di clandestini con patente americana fa paura dunque a molti malgrado i benefici pratici elaborati da Spitzer. Si teme anche che alcuni potrebbero ottenere due o tre patenti che potrebbero essere passate ad altri come documenti falsi.

Spitzer dice che i controlli del nuovo regolamento impedirebbero la frode perché il passaporto di un altro paese servirebbe come identificazione dell’individuo. Infatti, ciò che si richiede al momento per ottenere la patente è il numero di social security e un certificato di nascita che non contengono fotografie e che possono essere più facilmente falsificati.

Data la mancanza di un’efficace riforma di immigrazione gli Stati americani devono risolvere i problemi dei clandestini come credono meglio. Alcuni Stati come la Georgia e il Colorado hanno approvato leggi durissime contro i clandestini. Altri si rendono conto che la presenza dei clandestini aiuta l’economia locale. L’integrazione dei clandestini riflette dunque una realpolitk dell’immigrazione. Allo stesso tempo suggerisce che gli Stati Uniti è un paese di immigrati e finché persone da tutte le parti del mondo cercheranno di entrarci vuol dire che il Paese ha valore e continua a progredire. Il declino comincerà quando nessuno vorrà venire negli Stati Uniti in cerca del sogno americano.

Domenico Maceri (x)

(x) dmaceri@gmail.com), PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali (nell’International Herald Tribune, Los Angeles Times, Washington Times, San Francisco Chronicle, Montreal Gazette, Japan Times, La Opinión, Korea Times, ecc ) ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications.

Domenico Maceri (x)
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