Visto da Sondrio: perchè Marine Le Pen non può vincere. Perchè con Macron vince la tecnocrazia

Lacrime amare per Repubblicani e socialisti

Noi abbiamo sostenuto tempo fa che la Le Pen non aveva, come oggi continua a non avere,  una sola possibilità di vittoria. L'avevamo scritto ricordando le elezioni del 2002 quando al primo turno votarono Chirac 5.665.855 francesi (19,88%) precedendo di poco Jean-Marie Le Pen (4.804.713 pari al 16.86%). Rimasti fuori dal ballottaggio gli altri 14 candidati a cominciare dal grande battuto, il socialista Lionel Jospin (4.616.113 pari al 16,2).
Facciamo un salto di due settimane andando ad una data fatidica per i francesi ( " Ei fu... ), il 5 maggio, giorno della sfida a due.
-   Le Pen ebbe poco di più dei voti presi il 21 aprile (5.525.932 pari al 17.79),
-   A Chirac andò il voto di 25 milioni e 537.956 pari all'82,21% ossia 19 milioni e rotti più del primo turno.
Che cosa era successo? Che di fronte al risultato del primo turno vi fu una specie di reunion sacrè. Tutti gli altri di fronte al 'pericolo Le Pen' votarono infatti Chirac (persino i comunisti!).
La situazione attuale non è quella di allora e ci sono vari nodi da sciogliere ma sarebbe una sorpresa se Marine Le Pen dai 7.679.493 voti riuscisse a salire superando i 10 milioni (sui 36 milioni sempre che tutti quelli che sono andati ai seggi ci tornino. Difficile.) Le Pen in ogni caso lontana da Macron che oggi di fatto è già Presidente.

Altro discorso quello della gestione del Paese perchè il Parlamento resta diviso come pure va tenuto conto della forte presenza, talora della prevalenza, del Fronte Nazionale in quelle zone che vengono considerate periferia – che però annovera diverse città importanti – quindi fattore di ulteriore complicazione. Le cosiddette '5 della sera' saranno le prossime elezioni politiche dalle quali dipenderà la sorte futura del FN ma anche degli sconfitti odierni socialisti e repubblicani, quelli che avevano dominato la scena francese per decenni.
Un'incognita il futuro dei due partiti da sempre ossatura della Repubblica, ovvero socialisti e centro-destra sconfittissimi in questa elezione. Incognita quale scenario abbia Macron con il suo Partito “che non è un Partito” che non ha un'organizzazione dal centro alla periferia. Il passato di Macron, dal tipo di laurea, le esperienze di vita professionale, soprattutto per il contesto, ci fanno pensare ad una svolta tecnocratica sia pure di taglio innovativo.
Futuro aperto a diverse ipotesi. Vedremo interessati per qualche spunto che viene anche per la nostra situazione.
GdS

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