Domani votano. E la terza ipotesi?

L'invenzione delle proiezioni e il fattore correttivo

(Alberto Frizziero)  Più d'uno mi ha chiesto ragione del silenzio del giornale, in particolare il mio, sulla situazione politica. Un silenzio inusuale andando a ritroso, anzi tanto a ritroso. Correva infatti l'anno Domini 1972 e il sottoscritto, in anticipo di parecchi anni su tutti, non sperimentava ma realizzava “le proiezioni”. Dopo appena circa 700 schede scrutinate affiggevo al Centro operativo della DC la prima proiezione dando un possibile esito per la DC in provincia intorno al 52%. Le centinaia di persone via via aggiuntesi in Via Battisti, dove v'era il Centro, seguivano ma alla fine prendevano atto del risultato che si discostava da quello della prima proiezione neanche del 0,5%.
Altro caso: di 50 voti lo scostamento fra proiezione ed esito del ballottaggio fra Bianchini e Schena per la scelta del Sindaco, cosa commentata su “Il Giorno” da Paride Dioli in quanto la proiezione era stata fatta quando mancavano ancora diversi seggi.
E che c'entra questo con le elezioni odierne? C'entra. Nessuno era abituato a tali proiezioni tanto che dovettero passare anni prima che se ne facesse uso a livello nazionale passando per inaffidabili exit Poll. Il fatto è che in una con la tecnica, che poteva essere utilizzata quantomeno da qualcuno occorreva un altro fattore, diciamo apertamente 'personale', sconosciuto ad altri. Non ne parleremo, non ne daremo, ovviamente, ad altri quella che possiamo chiamare fisionomia. Non era soltanto il correttivo che consentiva i risultati, sempre eccellenti salvo un caso, ma uno solo. Fu la Lega a provocare qualche problema con gli 11.000 voti ottenuti largamente a sorpresa. Non era dunque solo il correttivo nella elaborazione ma di fatto anche una sorta di processo iterativo, utilissimo per le analisi politiche e non soltanto per quelle del post ma anche per delineare i futuribili.
E' indubbiamente difficile andare oltre anche perchè ci rendiamo conto dei dubbi dei lettori, in primis diffidenti non riuscendo a pensare che un giornale di periferia come il nostro potesse arrivare là dove non arrivavano gli altri regolarmente poi verificandosi l'attendibilità. Vale a tutto campo, dal contesto internazionale alle cose di casa nostra. Fra i tanti casi da citare due aspetti relativi all'invasione russa dell'Afghanistan, 27 dicembre di 40 anni fa. Innanzitutto le motivazioni allora incomprensibili per l'intero Occidente che ci mise parecchio a capirle. Chi volesse può consultare la stampa locale per trovare che quelle motivazioni noi l'avevamo di gran lunga anticipate. Non solo. Tre giorni dopo nella rubrica in TV “La nota politica” anticipammo una brutta notizia per noi: sulle 110 assunzioni che il Nuovo Pignone stava per fare a Talamona l'invasione avrebbe steso un velo. Ahimè andò a finire così.
Ne scriveremo documentando il percorso seguito, come anzidetto, a tutto campo, dal Palazzo Pretorio di Sondrio in su, senza limiti.

Il limite
Limite in realtà c'è in quanto non siamo in grado di dare vita a quel fattore che abbiamo chiamato correttivo pur avendo in mano due passaggi molto interessanti e clamorosamente sfuggiti sia a colleghi che ai politici. Sono:
1.   Conte. Uscendo dal Quirinale, ancora Premier e prima delle sue dimissioni, disse che se doveva varcare quella porta (quella che conduceva a Mattarella per le dimissioni) sarebbe rientrato dall'altra. Un dettaglio? No, un passaggio rivelatore.
2.   Renzi. Nel momento della nascita del Conte2, pur da lui determinato, sussurrò “Il Movimento 5 Stelle è finito. Un dettaglio? No, un passaggio rivelatore.

Serietà vuole coerenza con tutto il passato, remoto e prossimo, e quindi di rinunciare a dare al lettore quei futuribili (ossia i futuri possibili – ndr) che pure riusciamo in qualche misura a scorgere.
Un solo accenno, ma dubitativo, all'Emilia Romagna per l'ipotesi di Bonaccini riconfermato ma senza maggioranza in Consiglio . Nondum matura est...

Alberto Frizziero
Politica