La terza Repubblica si è avviata

Le cose romane nei palazzi della politica viste da Sondrio

Nella situazione italiana un punto fermo, inequivocabile. Che lo si pensi in un modo, che lo si pensi nell'altro. Che vedano con favore il Governo in formazione. Che ne dicano peste e corna. Che nel mortaio si mettano Renzi o Berlusconi, Salvini o De Maio, Martina o D'Alema, Scarpasacchi o Calzasacchi, la conclusione non può che essere unica: è avviata la Terza Repubblica.

Partiamo da lontano, dalla strepitosa vittoria di Berlusconi nel 1994. Scrivemmo allora che Forza Italia, con gli alleati, aveva un'occasione d'oro. Se imboccava la via giusta lo sbocco poteva essere un lungo periodo di egemonia, status assente da quando l'aveva persa la DC nei primi anni '80 (col risultato di un debito pubblico impazzito per una sorta di sacco al forziere). Lo abbiamo pure scritto quando Prodi, inventato l'Ulivo, cadde clamorosamente in una sfiducia provocata da Bertinotti. Avanti e indrè, insomma con rimbalzi di ingovernabilità fino alla sequela nella e della Seconda Repubblica iniziata con il Governo del professor Monti cui si deve professionale gratitudine per avere dimostrato una volta per tutti che il Bene del Paese vuole che i tecnici facciano i tecnici e non si azzardino a voler guidare il Paese. E Conte allora, si obietterà? Non è la stessa cosa. Il Governo Monti era quello dei professori con 'i politici' espropriati mentre l'attuale, se parte, è Governo 'di politici' anche se con un Premier tecnico e di prima qualità per così dire.

Al timone, per scelta di elettori, M5S e Lega che non hanno alle spalle un alimento ideologico, che hanno, se vogliamo, una buona dose di pragmatismo in una fase intermedia che dovrebbe portare ad un riassetto politico, istituzionale, democratico. Da una parte questo 'nuovo', da molti rifiutato ma da altrettanti, anzi di più seguito, dall'altra un mix di vecchio e di tradizione più un non catalogabile 'nuovo PD' tentato da Renzi ma finito, come ha scritto Calenda su Repubblica, in una situazione così definibile: “Siamo un partito incomprensibile, nessuna sa su che cosa ci stiamo dividendo”. Certo che appare allucinante pensare alla straordinaria sequenza di segretari di PD e precedenti partiti: Occhetto, D'Alema, Rutelli, Veltroni, Franceschini, Bersani, Epifani, Renzi ed ora Martina che fa sperare i reduci pifiessini, essendo Ministro delle Politiche agricole, che sappia gettare semi al momento e nel modo giusti per poi poterne raccogliere i frutti.

Avviata, con non lieve progressione, la via dei tramonti annovera vittime illustri. Fa specie l'aver visto del tutto decapitata la tradizione post-comunista che ha fatto dire che non era riuscita la DC a far fuori i comunisti, non c'erano riusciti quelli dopo, c'è riuscito Renzi con l'indubbio favore popolare ma anche con un cinismo che ha toccato il fondo con la defenestrazione di Letta che pure aveva dimostrato di condurre bene il Governo. Spariti personaggi come Fini o Bertinotti. Annacquata sino all'evanescenza la presenza dei cattolici dalla Margherita a venire ad oggi. E poi Berlusconi la cui riabilitazione lo ha ringalluzzito sino al punto di dichiarare essere lui il leader del centrodestra. Possibile ma con neanche l metà dei voti rispetto alla “Forza Italia” del 29,4% di 17 anni fa. Novella Araba Fenice? Ce ne vorrebbe per una rinascita dalle ceneri e poi c'è un suadente richiamo cui non può sottrarsi ed è quello che risulta all'Anagrafe: anno 1936. mese novembre, giorno 29, il che significa una cinquantina d'anni più di Luigi Di Maio e 37 in più di Matteo Salvini. Anche per lui lo sguardo non può non andare all'occidente (inteso come punto cardinale).
Il PD, dice l'ex vicesegretario di Renzi Martina, oggi numero uno, deve costruire l'alternativa per un cambiamento. Comprensibile la via tracciata nella recente direzione del PD ma c'è un piccolo particolare. Sono anni che il PD, direttamente o meno, ha tutto. Qualsiasi carica, tranne quelle obbligate, è stata occupata dal PD. E per leggi quali la riforma costituzionale o quella elettorale la regola era diventata il voto di fiducia!
Quindi... Quindi ulteriore conferma che siamo alla Terza Repubblica.

E M5S? E Lega?
Semplice: sotto esame verso il riassetto (auspicabilmente nel bene perchè l'alternativa sarebbe nel male).
a.f.

 

Politica