"È arrivato l'Ambasciatore / con la piuma sul cappello...a dirci cosa dobbiamo fare

Non siamo una colonia. Se lo mettano in mente

Ipse dixit.
Per l'ambasciatore Usa in Italia John Phillips, - sua dichiarazione in incontro ufficiale -, il 'NO' al referendum "sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia” e quindi è il SI a determinare "una stabilità di governo utile per attrarre gli investitori". Ha anche detto che "Renzi ha svolto un compito importante ed è considerato con grandissima stima da Obama, che apprezza la sua leadership". 
Siamo lontanissimi, ma il modo di fare è analogo, da quando a Sigonella ci fu il rischio di un conflitto a fuoco per salvaguardare l'identità nazionale e la dignità di un Paese sovrano (anche se poi Premier e vice, ossia Craxi e Forlani, la pagarono cara). Tant'è. Dopo la staffilata da parte di Mattarella abbiamo peri lettori una sorpresa che viene dalla storia della musica leggera italiana.

L'ambasciatore
Gli italiani cantavano, e per decenni hanno cantato "È arrivato l'Ambasciatore / con la piuma sul cappello, /   è arrivato l'Ambasciatore /  a cavallo d'un cammello." E come mai si è scomodato l'ambasciatore? La ragione c'è: "Ha portato una letterina /  dove scritto sta così: /  "Se ti piaccio, Ninì, /  ti darò tutto il cuor". Come a dire, se voti il SI al referendum ti darò... Ma da dove e come questa iniziativa? Ancora dalla canzone “Da un paese lontano lontano /  l'ha mandato un ignoto Pasciá, /  l'ha mandato per scegliere quella /  che sarà la più buona e più bella”. E chi mai se non il Ministro per le riforme che forse non è brava ma certo bella sì. E l'ignoto Pascià che non proprio ignoto lo è? Ma quale mandato ha avuto l'ambasciatore? Ce lo spiega ancora la canzone: “La più bella la deve portare /  nel castello laggiù d'oltremar, /  non importa se è bionda o se è bruna, /  quel re della luna la vuole sposar”. Cioè: il SI deve vincere, lo ordinano da oltre 8000 km di distanza....

Siamo stretti alleati ma non una colonia degli USA
Analogie e riferimenti canori a parte, L'Ambasciatore americano si è comportato, al contrario delle caratteristiche che deve avere un diplomatico, da bru bru entrando a gamba tesa nelle cose interne del Paese che lo ospita rappresentando qui il suo.

Tre i punti
1.   La scorrettezza gravissima che comunque ha avuto una esemplare risposta da parte del Presidente della Repubbica che ha conciliato toni soft con una sostanza secca e dura.
2.   La stupidità immensa di avere percorso una strada del tutto controproducente per avere risvegliato in tanti italiani, molti in teoria del SI, l'identità nazionale vilipesa da un comportamento da Paesi coloniali verso qualsiasi altro Paese.
3.   Il dubbio. Possibile che l'ambasciatore non si rendesse conto di quanto ai due punti precedenti? Fosse così l'unica via giusta sarebbe il fargli ripassare l'Atlantico e spostarlo dagli Esteri al Department of Agriculture, settore produzione patate. La realtà richiede un dubbio che è quasi una certezza. Quell'invito a votare SI non è farina del suo sacco. Lui ha fatto da passacarte, da passaparola e tutto lascia a pensare che l'ideatore di tali scorrettezza e stupidità sia molto in alto.
4.   Doppia stupidità perchè l'intento di dare una mano a Renzi - avendo paura visto il Brexit – poteva manifestarsi in ben altri modi evitando di farci sentire tutti, di qualsiasi colore politico, colonia.

"È arrivato l'Ambasciatore / con la piuma sul cappello, /   è arrivato l'Ambasciatore /  a cavallo d'un cammello.". Sui motori di ricerca si trova il testo integrale con musiche comprese.
 

 

 

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