LA TRAGEDIA DEL MEDIO ORIENTE

Ancora una volta Medio Oriente in fiamme.

Non siamo stati teneri con Israele in molte occasioni, anche perché il diritto internazionale non può essere interpretato a fisarmonica. Se c’è Saddam di mezzo per il mancato rispetto di risoluzioni dell’ONU si fa una guerra e si processano gli sconfitti Se c’è Israele l’ONU sforna a ripetizione risoluzioni (a memoria dovrebbero essere più di 60) che hanno il seguito delle grida spagnole di manzoniana memoria Se c’è, come c’è, il diritto di Israele ad esistere dovrebbe esserci anche quello dei Palestinesi visto e considerato che questi erano a casa loro e si sono visti arrivare altri, gli Ebrei, grazie all’ennesima prova di incapacità politica degli inglesi che però, allora e fortunatamente solo allora, avevano il pallino in mano. E poi ancora mille altre cose.

Premesso questo il commento abbastanza generale è che sì Israele aveva il diritto di reagire ma la reazione è stata sproporzionata. E in effetti, valutando le cose senza dietrologia, nessuno può negare che la sproporzione ci sia stata. E tanta.

In realtà questa volta soccorre proprio la dietrologia, quella che di solito è bene lasciare in un canto.

La reazione violenta e su larga scala al rapimento di un soldato, e poi di due in Libano, ha ben altra motivazione. I rapimenti sono stati l’occasione d’oro per un’attività su vasta scala presumibilmente pianificata da tempo ed eseguita al momento giusto. Quale la ragione? I missili iraniani in mano agli hesbollah. Per la prima volta le città e i villaggi israeliani, prima al riparo dal lancio di missili per via della distanza e quindi della insufficiente gittata degli ordigni, sono oggi obiettivo raggiungibile e senza possibilità di difesa. I missili di Saddam, nella prima guerra del Golfo, erano tecnicamente molto più complessi e intercettabili dai Patriot come si è visto in diretta TV molte volte. Questi no. L’unica possibilità per Israele è allontanare le basi di lancio costringendo “gli artiglieri” ad abbandonare la parte sud del Libano, così come nella striscia di Gaza, evitare la possibilità di lanci di razzi peraltro più modesti.

Diventa comprensibile l’azione di Israele, anche se resta un delitto lo stillicidio di morti civili, donne e bambini in particolare.

Resta incomprensibile comunque la carenza politica, dall’ONU all’Europa, alla Lega Araba.

Luca Alessandrini

Luca Alessandrini
Politica