Referendum. Ingerenze indebite in una democrazia reale

Renzi e Napolitano: un bel tacer non fu mai scritto

Domani, 17 numero che porta male, il referendum che è stato richiesto da nove Regioni: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise. Regioni che totalizzano oltre 22 milioni di abitanti  (22.633.173).
Scimiottando Craxi arriva l'invito di Renzi di non votare e poi Napolitano segue a ruota. Lo potrebbero fare le forze politiche e soggetti i più diversi non la coppia Matteo-Giorgio i cui inviti. non al SI o al NO, ma a starsene a casa sono vere e proprie ingerenze lontane chilometri da un autentico spirito democratico.
Renzi e Napolitano scimmiottano dunque Craxi. Il 9 giugno del 1991 infatti era in programma il referendum sulla preferenza unica promosso da Mario Segni. Fu in quella occasione che, appunto da Craxi venne l'invito agli italiani ad andare al mare, cioè di disertare le urne. Oltre 27 milioni di italiani (62,6%) invece al al mare preferirono i seggi.
-   Craxi allora era segretario del Partito Socialista, di fatto con potere quasi assoluto.
-   Renzi è il segretario del Partito Democratico di fatto con potere assoluto e come tale invita a non votare.
Non è la stessa cosa, c'è una differenza fondamentale.
Renzi non è Sant'Antonio che aveva il dono dell'ubiquità. L'avesse potrebbe agire diversamente: Renzi uno da Segretario di Partito, Renzi due da Presidente del Consiglio.

Renzi, i cittadini, la partecipazione
Da Sindaco, da Presidente di Provincia, da candidato alla segreteria del Partito, da segretario del Partito, da Presidente del Consiglio Renzi ha sempre magnificato la partecipazione, il ruolo dei cittadini come fondamento della sua azione politica.
Vediamo:
E' arrivato al Governo silurando nella maniera che sappiamo Letta, suo compagno di Partito, al quale aveva invece detto “stai sereno” e comunque senza essere eletto dai cittadini: Le sbandierate primarie sono fatto interno del Partito e non espressione popolare universale.

Ha tolto i poteri di cui all'articolo 117 della Costituzione alle Regioni, emarginandole in buona parte.
Ha tolto potere al Senato oltre a tutto con una formula da repubblica delle banane per quanto riguarda chi ne farà parte (trovato il sistema per estendere l'immunità parlamentare anche ad alcuni consiglieri regionali...)
Ha tolto potere alle Province per adesso limitandone l'attività per poi arrivare a sopprimerle.
Ha tolto potere ai Comuni con le aree metropolitane in cui il capoluogo, al contrario di adesso, sarà condizionato da tutti i Comuni di cintura, e questi saranno ovviamente in posizione subalterna.
Vuol togliere potere alla rete di piccoli Comuni sopprimendo tutti quelli sotto i 5000 abitanti per politicizzare quelli risultanti e quindi egemonizzarli.
Ha tolto quel particolare potere, pur in parte indebito, che avevano i Sindacati.
Rientra nello schema padronale l'invito ai cittadini di non votare.

Dittatura morbida? Non basta
In tempi abbastanza lontani, guardando al futuro e senza condizionamenti partitici, abbiamo teorizzato che fosse in formazione una “dittatura morbida”. Dobbiamo ricrederci, nel senso che in quello stato certo ci siamo già ma forse quel “morbida” rischia di non essere più sufficiente.

Napolitano
Se si approfondisce si trova l'insospettato. I precedenti Presidenti della Repubblica una volta terminato il mandato si sono ritirati nell'aureo splendore, giustificato, che la passata settennale residenza dl Quirinale riverberava su di loro.
Questo no. Napolitano sta facendo politica anche con atti vistosi contro una tradizione di serietà e di correttezza istituzionale. Legittimo, per carità ma se sta facendo politica, onori ed oneri, via lo splendore di cui sopra e rientro nell'arengo non da primus inter pares ma uno dei pares così come gli altri 318 (gli altri 314 più, a vita, Cattaneo, Monti, Piano, Rubbia. Ciampi nell'aureo splendore di cui sopra ci resta).
Politicamente che tiri la volata a Renzi, non da ex ma da uno come gli altri, comprensibile. Sono entrambi sulla stessa barca.

Monti e il suo merito
Renzi Premier. Lo ha favorito Napolitano dopo le altre due esperienze: quella di Letta che merita rispetto e quella di Monti che ha un grandissimo merito. Merito? Sì, quello di avere dimostrato alle generazione presente e a quelle future, che i tecnici vanno lasciati a casa a fare quello in cui riescono o magari talvolta eccellono, ma stando alla larga da cose, come quelle governative, ministeriali, politiche, che si è visto per loro essere fonte di disastri in serie. Basterebbe pensare agli esodati o ai marò che, con tante altre cose, se fossero successe ad un Governo politico, sia di destra che di sinistra, ci sarebbe stata la rivoluzione
Non toccheremo la vicenda raccontata da Friedman del come é nata la designazione di Monti, dove e con chi proprio per non entrare eccessivamente in temi delicati. C'è di meglio e di meno conosciuto: sul Fatto Quotidiano del 10 febbraio 2014. Umberto Ranieri, definito “ figura da anni molto vicina a quella di Napolitano” difende il Presidente “ mosso consapevole della gravità della situazione e nell’ambito delle proprie prerogative”. Terribile però il seguito: “Che Monti poi parli con Prodi e De Benedetti dei suoi contatti con il Presidente della Repubblica e trasformi dei colloqui, probabilmente, genericamente informativi in una sorta di designazione di fatto, fa emergere una mancanza di sensibilità politica e istituzionale se non il carattere - e qui un aggettivo pesantino che omettiamo - ndr - del personaggio. Non averlo capito, forse, mi permetto di dire, è il vero errore di Napolitano. Ma in verità fummo in molti a non capirlo”
=== SE SI VUOL LEGGERE TUTTO: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/10/napolitano-gia-nel-giugno-del...

Libia e Primavera araba
Scrivemmo allora in tempo reale che la cosiddetta 'Primavera araba' era una bufala avendo scoperto la stessa sera che l'elemento scatenante dei caccia francesi contro Gheddafi, ovvero i 10.000 morti a Bengasi, era una invenzione. Documentazione ineccepibile ottenuta semplicemente visionando le webcam e navigando anche in siti arabi, ovviamente però quelli non solo in lingua araba.

Restammo allibiti per la immediata dichiarazione in TV di Napolitano entusiasta di questa “Primavera”. Nel rispetto per il ruolo non criticammo Napolitano attribuendo la bufala ai suoi consiglieri. Nel rispetto dell'ex tenemmo questa linea anche quando in un dibattito TV autorevoli personaggi, alla domanda come si arrivò al nostro intervento militare micidiale per i nostri interessi economici, risposero che era stata una scelta di Napolitano. Scelta con disastrose conseguenze non solo economiche ma anche per i migranti vista l'intesa che Maroni, Ministro dell'Interno, aveva raggiunto con Gheddafi - in virtù della quale non un migrante era più arrivato in Italia:
Brutta pagina, pesantissima per l'Italia: Questa fase della nostra storia andrebbe approfondita e le responsabilità chiarite.
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Torniamo al referendum? Come votare?
Chi scrive ha smesso di andare a votare SI o NO in referendum visto che l'esito veniva poi disatteso. Esempio preclaro, novella Araba Fenice, il Ministero dell'Agricoltura che, soppresso, rinacque e prospera come Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MiPAAF).
Era scontato proseguire sulla strada della coerenza con quella scelta andando non al mare ma in montagna evitando accuratamente il seggio di Via Don Lucchinetti. La situazione però ha subito una vera e propria involuzione democratica.
Che il Presidente del Consiglio e l'ex bi-Presidente della Repubblica, con l'autorevolezza delle loro 'poltrone', vengano a dire ai cittadini di rinunciare ad esercitare quello che è rimasto l'unico modo di democrazia diretta è abnorme. E non lo diciamo per posizioni o preconcetti politico-partitici ma per semplice constatazione di un vultus a una Terza Repubblica in formazione.
Oggi, sabato 16 ore 12.44, l'idea di rinunciare alla montagna e di andare in cabina è forte, in quella cabina dove si può scegliere il SI, il NO, la scheda bianca. Qualche ora per decidere.

Il quorum non ci sarà perchè l'argomento è tale da toccare direttamente le Regioni che hanno proposto il referendum ma non altre come la nostra- Certo, sarà istruttiva una lettura anche 'statistica'. Ci interessa però sapere se reagiranno e come reagiranno nove Regioni con oltre 22 milioni di italiani svillaneggiati dal Presidente del Consiglio e da un ex-Presidente della Repubblica che, unico fra gli ex inquilini del Quirinale, del passato si avvale per fare politica.

PS La penseremmo, e ne scriveremmo, nello stesso modo chiunque fosse la persona e quale fosse la ragione dell'ingerenza.
a.f.
 

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