Fascismo, nazismo, comunismo

Monumento alle vittime del comunismo. George W. Bush

Pervenuto al giornale: Discorso in occasione dell'inaugurazione di un monumento alle vittime del comunismo. George W. Bush - 12 giugno 2007 (Monumento a Washington, all’incrocio fra la Massachusetts Avenue e la New Jersey Avenue, in vista del Campidoglio. Ne sono stati realizzati molti. Diversi negli USA e sopratttutto nei Paesi ex Est. Quanto sia cambiato il mondo lo dimostra il fatto che all'inaugurazione di quello a Mosca era presente Putin!). Ci è pure pervenuto l'indirizzo di una feroce analisi sulle vittime del comunismo all'indirizzo http://www.identitanazionale.it/docu_y006.php - GdS

George W. Bush

Qui, in compagnia di uomini e donne che si sono opposti al male e hanno contribuito ad abbattere un impero, con orgoglio, in nome del popolo americano, approvo il Monumento alle Vittime del Comunismo.

Il XX secolo sarà ricordato come il secolo più funesto della storia umana. E la documentazione di quest'epoca brutale ci è offerta dai monumenti sparsi per questa città. Tuttavia, fino ad ora la nostra capitale non aveva alcun monumento dedicato alle vittime dell'imperialismo comunista, un'ideologia che ha strappato la vita a circa cento milioni di uomini, donne e bambini innocenti. È quindi giusto che ci raduniamo per ricordare coloro che sono periti per mano comunista e che inauguriamo questo monumento che custodirà le loro sofferenze e i loro sacrifici nella coscienza del mondo.
Costruire questo monumento ha richiesto più di un decennio di sforzi e la sua presenza nella nostra capitale attesta la passione e la determinazione di due illustri americani: Lev E. Dobriansky […] e il dottor Lee Edwards. Costoro, lungo il cammino, hanno dovuto far fronte a battute d'arresto e a ostacoli, ma non hanno mai desistito, perché nel loro cuore udivano le voci dei caduti gridare: «Ricordatevi di noi».

Queste voci gridano a tutti: e sono legione. Le cifre reali di coloro che sono stati uccisi in nome del comunismo sono incredibili, così grandi che un conteggio preciso è impossibile. Secondo le migliori stime degli studiosi il comunismo ha tolto la vita a decine di milioni di persone. In Cina e nell'Unione Sovietica, e ad altri milioni nella Corea del Nord, in Cambogia, in Africa, in Afghanistan, in Vietnam, nell'Europa dell'Est e in altre parti del globo.

Dietro questi numeri stanno le vicende umane di tanti individui, con le loro famiglie e i loro sogni, le cui vite sono state troncate da uomini che perseguivano un disegno di potere totalitario. Alcune delle vittime del comunismo sono ben note. Fra di esse il diplomatico svedese Raoul Wallenberg, che salvò centomila ebrei dai nazionalsocialisti solo per essere arrestato su ordine di Stalin e spedito nella prigione moscovita della Lubianka, dove scomparve senza lasciar traccia. E il prete polacco Popieluszko, che fece della sua chiesa a Varsavia il rifugio della rete clandestina di Solidarnosc e che fu rapito, picchiato e gettato nella Vistola dalla polizia segreta.
I sacrifici di questi individui animano la storia: ma dietro di loro ve ne sono altri milioni, uccisi nell'anonimato dalla mano brutale del comunismo. Fra di essi gli innocenti ucraini morti di fame nella Grande Carestia causata da Stalin; o i russi uccisi nelle purghe staliniane; i lituani e i  lettoni e gli estoni caricati su vagoni-bestiame e deportati nei campi di sterminio dell'Artico dal comunismo sovietico; i cinesi uccisi nel Grande Balzo in Avanti e nella Rivoluzione Culturale; i cambogiani trucidati nei Killing Fields (i campi di sterminio) di Pol Pot; i tedeschi dell'Est uccisi a fucilate mentre tentavano di scalare il Muro di Berlino per riuscire a raggiungere la libertà; i polacchi massacrati nella foresta di Katyn; e gli etiopi massacrati nel «Terrore Rosso»; gl'indio misquito assassinati dalla dittatura sandinista in Nicaragua; e i balseros cubani  annegati mentre fuggivano dalla tirannia.
Non sapremo mai i nomi di tutti coloro che hanno trovato la morte, ma in questo sacro luogo le vittime sconosciute del comunismo saranno consegnate alla storia e ricordate per sempre.
Inauguriamo questo monumento perché abbiamo verso coloro che sono morti l'obbligo di riconoscere le loro vite e onorare la loro memoria. Lo scrittore ceco Milan Kundera un giorno ha descritto la lotta contro il comunismo come «lotta della memoria contro l'oblio». I regimi comunisti hanno fatto di peggio che togliere la vita alle loro vittime: hanno cercato di rubare la loro umanità e di cancellare la loro memoria. Con questo monumento noi affermiamo delle vittime anonime e innocenti del comunismo: questi uomini e queste donne sono vissuti e non saranno dimenticati.
Inauguriamo questo monumento perché abbiamo verso le generazioni future il dovere di registrare i crimini del XX secolo e di assicurare che essi non si ripeteranno mai. In questo luogo consacrato ricordiamo la grande lezione della Guerra Fredda: la libertà è preziosa e non può esser data per scontata; il male è una realtà e dev'essere contrastato; e, all'occasione, uomini dominati da ideologie dure e piene di odio commetteranno crimini indicibili e strapperanno la vita a milioni di persone. È importante che ricordiamo questa lezione, perché il male e l'odio che hanno causato la morte di decine di milioni di persone nel XX secolo sono ancora al lavoro nel mondo. Abbiamo visto il loro volto l'11 settembre 2001.
Alla stessa stregua dei comunisti i terroristi e i radicali che hanno attaccato la nostra nazione sono seguaci di una ideologia assassina che disprezza la libertà, schiaccia ogni dissenso, ha ambizioni espansionistiche e persegue fini totalitari. Alla stessa stregua dei comunisti i nostri nuovi nemici credono che l'innocente possa essere assassinato purché ciò serva ai loro progetti radicali. Alla stessa stregua dei comunisti i nostri nuovi nemici disprezzano i popoli liberi e pretendono che quelli di noi che vivono in libertà sono deboli e mancano di coraggio nel difendere il nostro stile di vita libero. E alla stessa stregua dei comunisti i seguaci del radicalismo islamico violento sono destinati a fallire. Se rimarremo ben saldi nella causa della libertà, noi garantiremo che un futuro Presidente americano non dovrà trovarsi un giorno in un posto come questo a dedicare un monumento ai milioni di vittime dei radicali e degli estremisti del XXI secolo.
Possiamo aver fiducia nella potenza della libertà poiché abbiamo già visto la libertà sconfiggere la tirannia e il terrore. Il dott. Edwards ha detto che il Presidente Reagan andò a Berlino. E che fu esplicito nelle sue affermazioni. Reagan disse: «Abbattete il muro» e due anni dopo il muro è caduto. E milioni di persone dell'Europa centrale e orientale sono stati liberati da una indicibile oppressione. È giusto che nell'anniversario di quel discorso inauguriamo un monumento che riflette la nostra fiducia nel potere della libertà.
Gli uomini e le donne che hanno progettato questo monumento avrebbero potuto scegliere un'immagine di repressione per questo spazio: una copia del muro che una volta divideva Berlino; o le baracche gelate del GuLag; o un campo di sterminio disseminato di teschi. Invece hanno scelto un'immagine di speranza: una donna che tiene in mano una lampada di libertà. Ci ricorda le vittime del comunismo e anche qual è la potenza che ha vinto il comunismo. Come la nostra Statua della Libertà, questa donna ci ricorda che la fiamma della libertà arde in ogni cuore umano e che è una luce che non può essere spenta dalla brutalità dei terroristi o dei tiranni. E ci ricorda che, quando un'ideologia uccide decine di milioni di persone e si conclude, ciò non di meno, con la sconfitta, vuol dire che essa si è scontrata con una potenza più grande della morte.
Ci ricorda che la libertà è dono del Creatore, la libertà è un diritto nativo di ogni uomo e che alla fine la libertà vincerà.
Ringrazio ciascuno di voi che avete reso possibile questo monumento per il vostro servizio alla causa della libertà. Vi ringrazio per la vostra devozione alla memoria di coloro che hanno perso la vita a causa del terrore comunista. Possano le vittime del comunismo riposare in pace. Possano coloro che continuano a soffrire sotto il comunismo trovare la libertà. E possa Dio, che ci ha dato la libertà, benedire questo grande monumento e tutti coloro che verranno a visitarlo.
Dio vi benedica.
George W. Bush - 12 giugno 2007

www.gazzettadisondrio.it – 10 VIII 07 – n. 22/2007, anno IX°

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